domenica 28 giugno 2015

L'ha detto... Ezra Pound


Fonte: Frasiaforismi

La parola comunica il pensiero, il tono le emozioni. 
 Ezra Pound

venerdì 26 giugno 2015

"Fossi in te insisterei", Carlo Gabardini - Storie di marmellate e nutelle...

Fonte: Italia che cambia



Caro Gabardini, mai desistere dall'insistere, aveva ragione tuo padre! E' una cosa che mi diceva anche il mio, magari un po' più velatamente. Se avessi detto "Papà, passo da architettura ad ingegneria", forse - anzi quasi sicuramente-, mio padre mi avrebbe accompagnata velocemente in segreteria studenti per essere sicuro che non cambiassi idea nel frattempo. Al tuo "Fossi in te insisterei" io opporrei quel che mi disse mio padre "Non accontentarti". E io lo faccio, in ogni cosa che metto in piedi, come anche in questo blog o nella ricerca del libro perfetto.

Quella di oggi è a tutti gli effetti una biografia. Mi sa che l'ho già dichiarato, ma io non avevo alcuna idea di chi fosse Carlo Gambardini, ma nemmeno Olmo - non ho mai memorizzato i nomi dei personaggi delle sit-com come non sono affatto brava a citare pezzi dei libri che mi piacciono -.
Carlo Gabardini è attore, sceneggiatore, figlio, ipocondriaco a volte, irriverente, decisamente logico sin da piccino, onesto e soprattutto ha una libreria paurosamente disordinata e per questo immensamente bella, ed è gay. Ora sono certa che chi legge molto più di me i giornali ricorda che circa due anni fa comparve su Repubblica una lettera in cui proprio Gabardini faceva il suo coming-out. In questo libro Carlo spiega il perché di quella lettera, dedicata ad un ragazzino che si era suicidato proprio perché si sentiva un escluso per essere gay. A quella lettera sono seguite delle interviste e anche dei video. Ma perché opporre un coming-out? Non è per sentirsi accettato, egli stesso ammette di non averne mai avuto bisogno. Ma la vera e propria spiegazione sta in fondo a questo video:



"Ascolta le cose cambieranno, dovrebbero cambiare fra quindici minuti e non sarà fra quindici minuti, però sarà presto. Più presto di quello che pensiamo. E quando questo accadrà ci sarà una festa pazzesca. Anche per non perdersi questa festa, secondo me, conviene resistere." Eccolo qui il motivo, semplice e puro, capire che si è come si è, indipendentemente da quello che pensano gli altri, anche perché se non ci sembra, non si è mai soli. Questo video riassume il concetto per Simone che non c'è più e per i "Simoni" che si nascondono o non si accettano. E io l'ho trovato veramente toccante.

Non è solo questa la storia. C'è anche una storia dentro la storia, ed è quella di un figlio che fatica ad accettare il vuoto lasciato da un padre come quelli di una volta. magari rigido e severo, ma presente e risolutivo, uno di quei grandi eroi, agli occhi dei loro piccini, da eguagliare e da rendere sempre orgogliosi. Sicuramente il padre di Carlo era orgoglioso di lui, del suo cipiglio nel buttarsi in una carriera così diversa da quella sicura della legge nella quale, invece avrebbe potuto aiutarlo. ma digerire una mancanza e un vuoto é sempre immensamente difficile. Il dolore non si attutisce, ma si impara a conviverci. E così fra un aneddoto e l'altro questo libro è un grande e lungo discorso scritto da un figlio al proprio padre per ricordare i momenti passati insieme e quelli che invece sono passati senza di lui. C'è una nostalgia che mi ha particolarmente toccata proprio perché la conosco bene.

Il tutto è raccontato con estrema semplicità, senza quasi nemmeno penare al lettore che sbircia dentro un'intera vita. Non servono perché è concepito proprio come un diario intimo e pubblicato quasi er dire "Anche in questo non sei solo, non sei il primo e non sarai l'ultimo, ma puoi sempre andare avanti per vedere come va a finire". E in effetti Gabardini lo fa, fa anche introspezione cercando di separare l'immagine che si è mentalmente ricostruito del padre e quelli che sono le reali caratteristiche paterne. In mezzo a tutto ciò, a questo tripudio di uomini chi c'è? La mamma, che come nel mio caso, è stata il collante della famiglia, la donna che sembrava dover essere sempre salvata e che ha cresciuto nel suo caso 5 figli è stata capace di prendere le redini della casa e a continuare a dar loro la possibilità di crescere. Ed è forse per questa sua forza inaspettata, sempre con il sorriso sulla bocca, a mo' di battuta, Gabardini si riferisce spesso e volentieri a lei, in pubblico e nel libro. E' diventata per lui, eterno indeciso, un punto di riferimento che però lo spinge ad uscire e a crescere, a maggior ragione da quel giorno che in cucina venne a sapere che il figlio era gay.

Libro triste da leggere con il fazzoletto in mano? No, è un libro veramente divertente, perché la leggerezza con la quale l'autore parla nel video di Gay ed Eterosessuali, accompagna anche questa carrellata di ricordi. Magari la lacrimuccia scapperà in qualche punto, ma sicuramente è un libro piacevole da leggere che vi farà sentire meglio quando lo chiuderete. Un lavoro da tenere vicino ogni volta che si ha bisogno di farsi forza, di sapere che non si è soli o quando si ha bisogno di fare coming-out su qualsiasi cosa (odio "I promessi sposi"! questo è il mio che dico spesso per rivendicare il mio diritto a dire quello che non mi piace!). E come disse l'avvocato Gabardini "Fossi in te [in questo caso "me" o"voi"] io insisterei!".
Libro consigliatissimo per tutti.
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Fossi in te insisterei
Carlo Gabardini
Mondadori Editore, ed. 2015
Collana "Le strade blu"
Prezzo 17,50€



Fonte: Tv sorrisi e canzoni


mercoledì 24 giugno 2015

[Dal libro che sto leggendo] L'esatto contrario


Giulio Perrone ospite a #Nonsonosòle
Foto: Francesca Schipa


Stavolta il libro di cui vi parlo l'ho già finito, in barba alla rubrica, visto che sabato pomeriggio, dopo essermelo portato inutilmente in ufficio dove non mi fermo mai un secondo, l'ho aperto e finito in un pomeriggio. Devo anche dire che sono molto contenta di accennarvene perché è veramente un bel lavoro.

Gioite, niente commissari, ispettori o neo Poirot vi accompagneranno per lo svolgersi della trama. La storia è narrata in prima persona dal protagonista, Riccardo, che, alla soglia dei quarant'anni vede comparire in tv il viso di Giulia, una compagna di università con la quale avrebbe voluto avere una storia e che fu uccisa l'anno in cui, insieme frequentavano i corsi di Legge. L'omicida, all'epoca fu catturato oppure era una chimera? Dopo anni l'uomo viene rilasciato, poi muore e dopo di lui anche altri verranno uccisi.

Se volete sapere il "perché"vi tocca leggerlo, oltretutto è scritto in maniera scorrevole e con un ritmo costante che lo fa apparire un thriller, ma gli indizi man mano seminati da Perrone ad arte, lo rendono più un giallo insolito. ma ne riparleremo nella recensione!
Buone letture,
Simona Scravaglieri


1 
 Sono esattamente tredici anni che la Roma non vince il campionato e almeno trenta che un comunista vero non entra a Montecitorio. Ma, soprattutto, sono dieci anni che vivo a piazza dei Sanniti e che, in giornate già calde come questa, la vedo tagliata dalla stessa luce obliqua. Ormai mi ci sono affezionato: il cappuccino al bar dove tutte le mattine Lino e Alvaro si accapigliano su politica  pallone, il minimarket dei cingalesi dove una volta a settimana compro i crauti, la palestra popolare poco più avanti, su via dei Volsci - ci ho messo cinque minuti a capire che non faceva per me. Non ho mai preso neanche un pugno. Sono bastati i sacchi a farmi desistere.Questa casa è l'unico lascito di mio padre.ora un flashback sarebbe d'obbligo, perché la prima volta che ho varcato questo portone avevo almeno tre certezza.Che sarei diventato un grande giornalista.Che io e Gaia non ci saremmo mai lasciati.Che con sei punti di vantaggio e lo scontro diretto in casa, la Roma non potesse mai farsi recuperare dal Milan.Ora, nonostante quello che si potrebbe pensare, non fu la terza convinzione a spegnersi per prima.Dopo tre mesi precisi di convivenza, Gaia mi aveva confidato che si era accorta di «provare un certo interesse» per un suo collega di master alla Luiss. Un tipo che mi pareva simpatico quanto un herpes e attraente come uno scaldabagno e che aveva sottovalutato sin dal primo momento.L'aveva presa un po' alla larga: «Ho bisogno di maggiore stabilità, di un rapporto più consapevole e maturo» aveva esordito una mattina, di fronte a un caffè nero e a una torta biologica che mi aveva obbligato a comprare il giorno prima. Aveva quel modo così preciso di inanellare cause ed effetti che durante il suo lungo e impeccabile ragionamento mi ero ritrovato ad annuire meccanicamente alla perfezione dei suoi sillogismi. Indossava una camicetta bianca leggera e una gonna di jeans. Era bella anche con quel velo di sfinimento negli occhi.Da quella mattina avevo iniziato a diffidare delle donne che hanno divorziato dai grassi saturi e degli studentelli scialbi che, a ben vedere, possono però contare su una prestante carta di credito. ma non dispero. Le altre due convinzioni, infatti, non sono ancora miseramente crollate e, facendo di necessità virtù, ho trasformato la mia passione per il calcio in un lavoro, o in qualcosa che gli assomiglia.

Questo pezzo è tratto da:

L'esatto contrario
Giulio Perrone
Rizzoli Editore, Ed. 2015
Prezzo 18,50€



domenica 21 giugno 2015

L'ha detto... Jean-Paul Sartre


Fonte: Frasiaforismi

Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche. 
 Jean-Paul Sartre

venerdì 19 giugno 2015

Ogni tanto succede...

Fonte: Il terzo Orecchio
Lo so, sono imperdonabile ma devo rivedere il post di oggi con calma e e quindi la pubblicazione verrà rimandata al pomeriggio!
Pardonne moi!
Buone letture,
Simona Scravaglieri

mercoledì 17 giugno 2015

[Dal libro che sto leggendo] La nota stonata



Fonte: SenzaAudio


Premettiamo che, Luca Fadda, un cognome più complicato per il suo protagonista non se lo poteva certamente inventare! "Ignazio Bisestimorgiarete" che nella mia testa si traduce leggendo Ignazio Bisesti, il resto la mia mente si rifiuta proprio di tenerlo a memoria o di leggerlo! Ignazio per gli amici è un ispettore che si trova a gestire due casi uno è la morte di un trombettista stonato e poi ci sono dei misteriosi furti di spazzatura (mai che venissero a prendersela a casa mia!).

Per quel che ho letto, poco, la scrittura è scorrevole e l'autore è un vero personaggio quindi sicuramente non ci sarà da annoiarsi anche se, le fila del libro, le tireremo nella recensione. Questo libro è uno di "n", visto che ho notato che, dopo questo, del febbraio 2015 ce n'è già un altro in linea pronto da leggere, allo stesso prezzo di questo.

Secondo me, l'estate è il momento giusto, dopo il Natale, per leggere di uccisioni (letterarie e non vere), quindi non dite che non vi suggerisco le vere offerte eh!
Buone letture,
Simona Scravaglieri


IGNAZIO BISESTIMORGIARETE 

Il televisore acceso su un canale locale trasmette la pubblità di un miracoloso attrezzo ginnico. La ragazza in slip e top ne mostra le funzionalità, agitando il fondoschiena per mostrare i possibili usi del prodotto. Una bottiglia di birra giace vuota sul tavolino, tra il posacenere ricolmo di mozziconi e un fazzoletto di carta. Il divano geme a gni movimento della mano dell'ispettore.Igniazio Bisestimorgiarete, scapolo più per distrazione che per scelta, ha un conto aperto con la vita e la passione per il fai da te. La mano si ferma mentre lui ansimando, recupera rapido il fazzoletto per ovviare alla fuoriuscita di un po' di liquido.«Era ora, porca sevizioa. Non ce la facevo più» sbuffa.Posa il seghetto e adagia il barattolo di frutta sciroppata, senza etichetta, sul tavolino.«Devo decidermi a comprare un apriscatole».È con la forchetta a mezz'aria quando il telefono lo distrae con il suo trillo metallico. Lo guarda immobile in attesa del successivo squillo e dell'altro ancora. L'apparecchio non sembra volersi zittire, per cui infila la forchetta nella lattina e recupera la cornetta.«Pronto?»Silenzio. Dall'altra parte dell'apparecchio giunge un rantolo trafelato, niente di più.«Pronto?»«Ispettore... mi scusi per... l'ora... sono Pintus».L'uomo esita ancora pe riprendere fiato.«Ispettore, ho delle informazioni per lei. Il prezzo stavolta è maggiorato».«Deciderò io se è il caso di pagare di più. Dimmi tutto».«No! Non al telefono. Giovedì mattina».«Va bene. Vediamoci alle dieci, al solito posto».«No, vediamoci alle undici. In un posto frequentato. Ho paura per quello che so».«La saggezza è un peso troppo grande anche per il somaro più possente».«Come?»«La saggezza è... il somaro... bah, somaro di merda. Dimmi almeno di che si tratta».«Non al telefono. L'unica cosa che posso anticiparle è che i contenitori di latta non vanno nel secco indifferenziato. Ma soprattutto non è la sola spazzatura che vi riguarda. Mi capisce?»Bisestimorgiarete guarda il barattolo che ha in mano.«Certo, certo. Ma come fai a saperlo?»«Cosa?»«Della frutta».«Quale frutta?»«Il barattolo».«Che barattolo?»«Ma insomma!» sbotta l'ispettore «Il barattolo di ananas sciroppato, porca sevizia! Come fai a sapere che lo butto nel secco?»Pintus attende qualche secondo nel tentativo di capire le parole dell'ispettore, prima di farsi coraggio.«Non... non la sento bene. Credo. Il cellulare prende male. Vediamoci giovedì al caffè Torino, sotto i portici di via Roma. Per l'alliga e anche qualcosa di più importante».«Come sarebbe che il cellulare prende male? Mi hai chiamato al fisso, io non ce l'ho il cellulare. Tu non me la conti giusta».«A giovedì ispettore, ho finito il credito»«Quale credito?» chiede balzando sul divano.

Questo pezzo è tratto da:

La nota stonata
Luca Fadda
Amazon media EU, ed. 2015
Prezzo 0,99€


domenica 14 giugno 2015

L'ha detto...Hubert Reeves



Fonte: WebEthics

L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando. 
Hubert Reeves

venerdì 12 giugno 2015

"Villa Tarantola", Vincenzo Cardarelli - L'esploratore di stanze...

Fonte: Visioni Poetiche

Tanto tempo fa, ma proprio tanto - parliamo del 2012!- dopo aver a lungo pensato sulla recensione da fare per "Tempo di Uccidere" di Ennio Flaiano conclusi il mio post dicendo che:
Questo libro è anche lo spunto per ripartire dalle radici del Premio Strega, oggi oggetto molto spesso di critiche per le sue scelte, a volte bislacche, dei testi da premiare. È vero, è cambiato il secolo, sono cambiate le persone, i gusti e le necessità ma, è anche vero, che tale onoreficenza dovrebbe estraniarsi dalle esigenze di mercato e dalle scelte di scuderia editoriale e dovrebbe rivolgersi alla sola qualità dei testi.
Ritornare indietro è quindi un modo per rinascere e reinventarsi.Pertanto, con un po' di pazienza, per lasciarmi ritrovare tutti i testi, mano a mano inserirò le recensioni dei libri che hanno fatto la storia di questo premio.
Ora io dico spesso che sono molto fortunata, c'è gente che fa pessimi incontri in rete, nel mio caso vengono superati da quelli splendidi. Quel post fu notato da una cara amica, Paola (cheprimaopoiconvinceròametteresuquestobenedettoblog!) la quale dopo aver letto anche lei quel libro si impegnò a seguire con me questo percorso. Quest'anno complice la casualità è entrata in possesso di una copia dello stesso libro che avevo reperito io e così abbiamo deciso di leggerlo insieme. Ed eccoci qui! Nonostante la nostra copia sia una ristampa del 1964, siamo tornati indietro all'anno 1948. Il salotto Bellonci è l'occasione per poter incontrare personaggi famosi della scena culturale di un Italia appena uscita dalla guerra. 
Per avere un'idea ecco la premiazione di quell'anno filmata dall'Istituto Luce:





Ora che vi siete calati nell'atmosfera facciamo un paio di considerazioni. Il lavoro che fu premiato per primo, nel 1947, vedeva un Flaiano poco contento di ritirare il premio, peraltro a mio avviso meritatissimo, e il motivo c'è e risiede nel fatto che forse, la conclusione scelta, non era l'unica possibile e infatti si nota un brusco cambio di registro tra una prima parte ben definita e la parte finale che conclude la vicenda. Sempre lo stesso libro prende vita da un personaggio che era stato già protagonista di due racconti, che sono inseriti nel romanzo e ne formano due capitoli fra i primi. Quindi la scelta del salotto è una scelta ponderata ma anche innovativa, premia l'opera per il suo valore, indipendentemente dal suo finale e nonostante l'umore del suo autore. Nel 1948 si sceglie invece di premiare Vincenzo Cardarelli, poeta conosciuto e apprezzato che ha in sé un'animo doppio, quello dell'artista a tutto tondo, che si diletta negli studi umanistici ma che non disdegna le arti figurative e in particolare la tecnica dell'architettura. Architetto non lo è per studi fatti, anzi a dirla proprio tutta, come fu per Scerbanenco approda alla sua carriera finale dopo aver fatto un po' di tutto ed essersi fatto le ossa sul campo.Ed è quindi naturale che Cardarelli sia un poeta e un autore di prosa, che sia interessato alla natura, in cui è nato e cresciuto, e alla città con le sue architetture e la sua urbanistica che ha accompagnato la sua vita da adulto.

Bigiaretti, che firma l'introduzione di questo libro, è un suo estimatore e uno dei pochi che sia riuscito ad entrare in contatto con il focoso, sulla questione letteraria e su quella politica, Cardarelli senza esserne stato respinto, ne parla come un uomo dal vivace intelletto e dall'arguzia tale da non esser sbattuto fuori da quella sala appartata del caffè Aragno, nel quale molti ambiscono a stare e pochi riescono a rimanere perché accettati da chi quel posto se lo è meritato con l'esercizio dell'oratoria. Ma dice anche che, dopo questo premio già ambito, la salute di Cardarelli viene minata dalla malattia e che quell'uomo che tanti dibattiti aveva vinto, che aveva conquistato il rispetto dell'italia e dell'establishment culturale che si andava delineando nel dopoguerra, ad un certo punto diventa sempre più solo, dimenticato e povero. Non ha mai avuto una compagna e nemmeno una casa fissa, come se cercasse il vero mondo cui apparteneva. In effetti è così e lo dice anche lui nei suoi ricordi in questo libro, ha cominciato da giovane a fare l'affittuario, che non c'era quasi mai per non disturbare e quindi il mondo è divenuto la sua compagnia, le strade e i palazzi amici che in silenzio raccontavano le loro storie, i viaggi il momento per conoscere il passato e il futuro dei mondi lontani da Roma.

Così la prima grande sorpresa a cui ci siamo trovate davanti con Paola è che, il secondo Premio Strega della storia di questa manifestazione, è una raccolta di racconti, anzi effettivamente sarebbero tre. Ancor più sorprendente è che questi racconti non sono tali ma da considerarsi "memorie autobiografiche". Infine, dopo tutto questo, vince un poeta che si è proposto con la sua prosa e non con nel suo ambito artistico principale; mi spiego meglio, prima di salire agli onori della cronaca, la passione per lo studio di Cardarelli lo aveva portato nella vita a fare i più disparati lavori, tra quali anche l'insegnante e il giornalista. Queste memorie sono a metà fra un viaggio e la cronaca storica, raccontate con la sintesi del piglio giornalistico - sono tutti capitoletti - ma che conservano lo spirito poetico tipico e distintivo dell'autore stesso. 

E' un grande viaggio che si apre con il racconto che da il titolo alla raccolta "Villa Tarantola" situata a Tarquinia, città dove è nato e dove è cresciuto culla della cultura che guarda alla "civita" ovvero la vecchia sede della città, distrutta e poi abbandonata per una posizione più protetta qualche km più in là. Vincenzo bambino si avventura fuori dalle mura, verso la campagna e suole fermarsi davanti al grande cancello che pare essere l'ingresso ad un luogo senza definizione. Una siepe , qualche albero, qualche masso antico messo in mostra, di sguincio si nota una villetta abbandonata. Non c'è mai nessuno lì, nessuno che va e che neanche manutiene e nella fantasia del ragazzino si fanno strada tante domande che vengono sanate con gli anni dagli anziani del luogo. Villa Tarantola è un luogo comprato dapprima alla ricerca di rovine antiche, nel quale, una volta stabilito che non avesse alcun valore storico, s'era provato a fare un giardino e nel quale infine era stata costruita questa villetta per dare un po' di valore ad un terreno altrimenti deprezzato per la sua scarsa collaborazione verso l'intrepido e poco fortunato padrone che non trova nessuno che voglia vivere in un luogo così isolato e un po' sinistro. Di qui si sviluppano tutti i racconti successivi che narrano della vita del giovane Cardarelli, fino alla sua partenza per Roma alla ricerca di fortuna, alle sue frequentazioni femminili, finendo per raccontare le sue peregrinazioni per le città italiane tra le quali spicca Recanati.

Leggere racconto dopo racconto è un po' come girare fra le stanze di Villa Tarantola: La cucina il cuore della casa dove il focolare è sinonimo di famiglia, con la figura del padre operoso che spera per il figlio un futuro assicurato e migliore. Lo studio ovvero il periodo in cui i vari lavori formano il Vincenzo che sarà, il salotto, quello di una Roma baciata dal Tevere che si può vedere dai suoi innumerevoli ponti, che accoglie i suoi visitatori abbracciandoli nelle grandi piazze e che chiassosamente attira e respinge chiunque non abbia la caparbia per essere accettato. Poi ci sono le sale da bagno, che sono rappresentate del rapporto con l'acqua del maestoso Tevere, quella del Mar ligure e del lago di Como e delle donne conosciute in un periodo di vacanza, proprio al lago. Donne straniere e civettuole, in particolare una, che lo attira e lo respinge per poi sentirne la mancanza incalzata dalle amiche a non lasciarsi troppo coinvolgere dall'amore per un italiano. Infine ci sono le stanze da letto, a tema come si usava una volta - tipo la stanza blu, quella gialla etc- tipica di quei villini borghesi che tanto vorrebbero appartenere ai ranghi superiori e più nobili seppur decaduti. Qui, le stanze, avrebbero nomi diversi come "viaggi" ovvero quella stanza dove ricordare tutti i viaggi fatti e le città rimastegli nel cuore, oppure la sua tanto amata "Storia", accanto a quella "Architettura urbanista" che tanto lo ispirò. Sono stante tappezzate di immagini vivide e poetiche come quella del guerriero scoperto per primo in uno scavo fatto fuori Tarquinia che si disintegra sotto lo sguardo stupito e allibito del suo scopritore, "forse perché offeso per essere stato disturbato nel suo eterno sonno" ipotizza l'autore, o come quella che vien fuori da una riflessione su Ferrara che, culla naturale del rinascimento, che solo in una città del genere poteva toccare le punte massime dell'arte del tempo, viene sconfitta e conquistata e abbandonata a sé stessa finché non trova la forza di riprendersi. Storia cittadina che, osserva Cardarelli è raccontata dalla sua struttura urbanistica dove alla presenza medioevale e rinascimentale mancano parecchi anni di arte e architettura a testimonianza dell'abbandono di quel periodo, creando contrasti marcati fra le diverse epoche rappresentate nei palazzi e nelle piazze.

E' un viaggio affascinate, quello che si fa tra le descrizione cardarellinaine, un viaggio che ad un certo punto, per quanto mi riguarda, perde di smalto fra Ancona e Ferrara, per poi ritrovare ancora il Cardarelli appassionato delle prime pagine. Non è disamore intendiamoci, ma sono forse i luoghi e le persone che incontra a farlo diventare più asciutto, un po' come paesi che frequenta compresa Recanati. Ma in tutto il libro il poeta è presente, lasciando da parte le metafore retoriche e gli inutili orpelli che appesantirebbero la sua prosa, utilizzando natura e architettura e la storia per creare un nuovo e diverso modo per creare una nuova forma poetica, probabilmente più contemporanea di tanti scritti che mi sono capitati fra le mani in questi anni.

Un viaggio affascinate che vi consiglio di fare, lasciandovi trasportare per le stanze della Villa immaginaria di Vincenzo Cardarelli.
Buone letture,
Simona Scravaglieri


Villa Tarantola
Vincenzo Cardarelli
Arnoldo Mondarori Editore, ed, 1968
Collana " I grandi premi letterari italiani: I PREMI STREGA"
Collana diretta da Maria Bellonci
Prezzo per le edizioni del '68 tra i 7€ e i 25€



Fonte: Letture Sconclusionate



giovedì 11 giugno 2015

#NonSonoSòle, 6 Giungno 2015 - An unforgettable experience...



C'è chi inizia gli eventi culturali facendo la prova microfono, noi facciamo la prova torta!
Creazione di Francesca Schipa inaugurata da Carmelo Calì

Difficile pensare che invitare i lettori a portare i libri che non gli sono piaciuti in libreria abbia tanto successo. Questo perché chi legge, quando ha l'opportunità di parlare, non si tira affatto indietro. Pertanto anche quest'anno a #NonSonoSòle la magia si è ripetuta portando alla libreria Libri bar Pallotta lettori curiosi, autori ed editori increduli che fosse possibile fare cose del genere e librai (grazie Carla e Carmelo!) rassegnati all'invasione! Con l'aiuto di blogger amici come Irene di Librangolo Acuto, Sara Cappai di 40 Secondi,, Barbara di Libri in valigia  e con una new enty, Annamaria di  Babette Brown legge per voi  con Francesca Schipa e Pino Sabatelli siamo riusciti a portare a casa anche questo pomeriggio che ci ha regalato, risate, torte, gin e tanti libri belli e brutti scambiati o acquistati.

Ecco c'è da dire che gli autori non devono essere stati così convincenti se tanti libri sono stati acquistati. Ma onore al merito a tutti loro che dopo lo sguardo circospetto del "Dove mi metto?", quello stupito alle prime discussioni "Ma allora fanno sul serio!" e quello interrogativo "Come mai potrò demolire il mio libro?", si sono buttati nella mischia e avvicendandosi davanti al gruppo di attenti ascoltatori hanno snocciolato l loro motivazioni. La colpa è un po' nostra perché non specifichiamo poi molto quello che si fa ed è così inconsueto che si chieda all'autore di auto-cassarsi da essere decisamente poco credibile come invito! Invece hanno dato tutti il massimo e ne sono rimasti ricompensati dall'attenzione dei partecipanti e dall'acquisto dei libri esposti in cassa. 

Tra le note di colore possiamo annotare le figuracce fatte dalla sottoscritta che, nell'ansia di cercare di conoscere tutti gli autori per poterli presentare, mi sono persa Sandro Settimj che aveva un impegno pregresso e non ha fatto in tempo a fare il suo intervento su "Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato" (Mondadori Editore, Prezzo 16,00€) - al quale prometto solennemente di studiare tutte le foto che lo riguardano per punizione!- . Per lo stesso motivo vi siete persi, se non siete venuti, scene tipo: la sottoscritta che si domandava dove fosse Francesco Leto pur avendolo davanti agli occhi o che fermava Massimo Torre con un "Ciao, ma tu devi presentare il tuo libro?". Ecco la prossima volta mi faccio un book fotografico che facciamo prima eh!.

Andando oltre quello che ho combinato io, il mondo sembra un posto migliore quando ci si sente liberi di dire e pensare, insieme ad altre persone, senza preconcetti. E se le cassazioni dei lettori sono state divertenti e divertite, passando da "era talmente bella la copertina" a "questo libro promette cose che non da assolutamente!", la fine delle sòle è sempre quella: sulla Sedia delle sòle. Chiaramente questo avviene quando non capita che ti si dedichi una sòla, presentata e consegnata nelle mie mani , da Irene, e di cui vi parlerò quando l'avrò letta. Non ho capito perché - stando alla descrizione sembra uno Stoner versione tedesca - Pino sia convinto che a me piacerà da morire, vedremo. E la cosa più preoccupante è che è stato cassato da ben quattro blogger/lettori. Bah!

Detto ciò, e vi assicuro che non c'è un modo meno lungo di esporlo, gli autori hanno deciso di vestire i panni del "medico dei lettori", nei loro sconsigli, decidendo di sconsigliare quelli che cercano in un libro cose che non ci sono. Tra i loro perché annoveriamo:

  • "Non è un libro di ricette!" Isabella Pedicini con "Ricette umorali"Ricette Umorali. Il bis" (entrambi Fazi editore) - per fortuna non sono una lettrice di tali libri da cambusa!-; 
  • "Perché a volte i film sono meglio o peggio del libro da cui sono tratti" come avviene con Andrea Cotti autore di  Un gioco da ragazze e Stupido (rispettivamente Oscar Mondadori e Rizzoli Editore) - Tocca verificare!-
  • "Perché il protagonista non è completamente defunto" di Francesco Balletta con "Morto a 3/4" (Bookme De Agostini) -  gradito ritorno dallo scorso anno! Recensione-;
  • "Perché non è adatto alle persone che vanno in paranoia quando si parla dei poteri occulti dei massimi sistemi" Luca Poldelmengo "Nel posto sbagliato"(Edizioni E/O). Vi assicuro che per un attimo ha quasi convinto anche me! Ma solo un attimo... :D

A questo genere di approcci fanno eco quelli più decisi tra i quali quello di Sandro Bonvissuto "Dentro" (Einaudi Editore) che ha rapito la platea con il suo discorso. Non volava una mosca! Al suo intervento fa eco quello di Francesco Leto che non riusciva a cassare il suo libro perchè incalzato da una lettrice che "lo sconsigliava vivamente a sconsigliarsi". Alla fine il patto di sangue è stato firmato, Francesco teneva la cagnolina della signora e lei, che è anche un'attrice, ha dato voce ad una lettura scelta dal libro di Francesco "Il cielo resta quello" (Frassinelli edizioni), uscendo poi per tornare a casa con il libro del suo nuovo beniamino! A questi sconsigli d'impatto ha fatto eco anche Perrone all'inizio preso alla sprovvista per cassare il suo catalogo dell'omonima casa editrice (è inutile, riuscirebbe difficile persino a Giuseppe Aloe auto-sconsigliarsi!), ha dato successivamente il suo sconsiglio per il libro che ha scritto, "L'esatto contrario" (Rizzoli Editore) dicendo che, se non volete un giallo classico costruito indizio per indizio dove il protagonista non è un commissario o chi per lui, questo non è il libro giusto!

Infine, Paolo Foschi e Massimo Torre che si sono ascoltati attentamente mentre l'uno o l'altro presentavano i rispettivi. Paolo ancora si domanda come Giulio Perrone sia riuscito a pubblicare con Rizzoli (sarà il moood di quest'estate "come si fa a pubblicare con Rizzoli?") e lascia il suo avvertimento sulla sua quadrilogia, il cui ultimo libro è Omicidio al Giro" (E/O Edizioni), all'ignaro lettore "Io lavoro in RCS come giornalista sportivo e Rizzoli ha respinto la mia proposta di pubblicazione!" (ma per fortuna nostra Sandro Ferri e il suo team hanno l'occhio lungo!), mentre Massimo Torre, con i suoi modi pacati  ci porta in un altra città - Napoli -, raccontandoci del suo "Chi ha paura di pulcinella?" (E/O Edizioni) e più in particolare al quartiere Sanità. Alla domanda diretta "sì può dire che il tuo libro ci aiuterà a conoscere meglio Napoli?", dopo che sia era auto-sconsigliato sia per i temi forse troppo cari alle cronache nere e sia perché sarà una trilogia -quindi per conoscere la vicenda di Pulcinella al completo li dovrete comprare tutti!-, ha risposto ridendo "No! Perché poi se lo comprano per questo motivo!". Ecco Massimo, io l'ho preso! Poi i due pargoli della Gorilla Sapiens Marco Parlato, gradito ritorno con il suo "Tiroide" (Gorilla Sapiens) e la new entry, per #NonSonoSòle, Massimo Eternauta che ha partecipato alla raccolta di racconti  "Intanto, da qualche parte nello spazio..." (Gorilla Sapiens) e che ci ha deliziato con un brano inedito che ho già ascoltato un paio di volte ma che mi fa sorridere sempre!

Discussioni convinte ma non troppo per "Cassandra al matrimonio" il libro che si è deciso di leggere insieme con una votazione pubblica. Se Pino Sabatelli dice "Sì un buon libro, ma non eccezionale", concordando sommariamente anche con Francesca Schipa (Recensione) per quanto attiene la presenza di una malattia dichiarata della protagonista che si oppone al matrimonio della sorella. Mentre Maria di Cuonzo sostiene con forza che la figura che l'ha più entusiasmata è stata la nonna, Irene sottolinea che il libro, nonostante sia degli anni sessanta, risulta contemporaneo per i temi trattati e per la scorrevolezza del testo. Insomma Cassandra passa il turno ma non a pieni voti, tranne che per la sottoscritta!(Recensione)

Infine la premiazione, legata al contest istigato dai temi di Cassandra e che ha visto una scrittrice, Letizia Draghi, che non solo ha ritirato la famosa borsa di Stoner di Fazi Editore, ma si è prestata al gioco della giornata, sconsigliando quelli che non amano i libri d'amore. Tra i suoi libri vi segnalo "Quel cucciolo è mio"  della collana Yuofeel di Rizzoli.
Cosa mi è piaciuto di più in assoluto? Il feeling che si è creato fra tutti che, rispetto allo scorso anno, era veramente palpabile. L'interesse degli stessi autori, il modo di scherzare e interagire fra loro, i blogger,i librai e lettori. In fondo eravamo tutti lì per i libri, abbiamo riso, ascoltato, mangiato bevuto e comprato altri libri. Molti bei titoli andranno alla libreria dell'Addolorata, qualche sòla e anche alcuni dei libri che sono stati presentati e che sono stati donati dagli autori stessi. Un bel gesto che conclude una bellissima giornata o per dirla in inglese "an unforgettable experience ". Non trovate?

Se volete respirare un po' di quest'aria così particolare però potete partecipare alle serate del giovedì, che sono già iniziate a Maggio e che finiranno in autunno, per l'iniziativa Libri a Mollo della Libreria e Bar Pallotta a (Piazzale Ponte Milvio, 21) e del quale vi metto la locandina. Poi non dite che non vi penso eh!




Ringraziando tutti quelli che sono intervenuti,
vi auguro buone letture in attesa del prossimo appuntamento con le sòle che potrebbe non essere così lontano come si pensa!
Simona Scravaglieri 


La più bella vittoria per gli organizzatori!

venerdì 5 giugno 2015

Grazie...!!!


Fonte: Pinterest



E siamo ancora qui, ad un anno di distanza dall'ultimo ringraziamento a  quattro dal primo festeggiamento. In effetti per me è sempre un anno più grande, perché calcolo sempre l'anno di "gestazione" in cui l'ho pensato e costruito, ma in effetti nasce con la sua prima pubblicazione il 5 Giugno del 2010. Sono comunque cinque anni di letture bellissime e bruttissime o belle e meno belle, ma sono stati momenti che ricorda ad uno ad uno. Delle volte mi dico anche che è un po' infantile che io lo ricordi tutti gli anni ma, poi, mi rispondo che scriverlo un po' mi aiuta a riavermi dallo shock di rimanere ancora costante - e di non essermi ancora autolicenziata!-.

Il blog sembra essersi un po' ingrossato, ma è colpa della normativa dei cookie e non di vostre possibili traveggole; una regola nata per far navigare informati i surfer virtuali è diventata un po' lo scherno della rete perché davvero troppo troppo ridondante. Ma come si dice a Roma "sti cavoli". Letture sconclusionate continua il suo viaggio con chi continuerà a leggere o entrerà per sbirciare.

Ringrazio sempre tutti coloro che passano, leggono o commentano. Vi sono veramente molto grata.

Colgo l'occasione di ricordare per chi vive nei dintorni di Roma che domani pomeriggio a partire dalle 16:00 ci sarà #NonSono Sòle, alla Libreria Bar Pallotta, e che tra caffè chiacchiere birra e dolcetti si parlerà, come quasi mai vi è capitato, di libri brutti e belli. Ci vediamo là, vi aspetto! Per info potete guardare qui: #NonSonoSòle il ritorno...

Auguri a letture sconclusionate e a tutti voi,
buone letture,
Simona Scravaglieri



Fonte: Pinterest

mercoledì 3 giugno 2015

[Dal libro che sto leggendo] Se fossi in te io insisterei


Fonte: AltissimoCeto

Anche questo un libro capitato per caso, anche in questo caso ignoravo totalmente chi fosse l'autore (da che si deduce che le mie frequentazioni di tv e radio sono poche e pure poco approfondite!), anche qui un lavoro molto particolare. Una grande lettera che serve non solo per raccontare una figura importante nella vita di un bambino ma, sopratutto, per dare l'opportunità di raccontarsi.

E questo continuo raffronto fra quello che è il figlio e la figura del padre, sembra accompagnare le pagine che sto leggendo. L'immagine di un padre "umano" che però agli occhi di un figlio rimane sempre un po' supereroe e al contempo, lo sguardo di un adulto che si confronta, cercando di essere sempre all'altezza con quello che pensa che ci si aspetti da lui. Il tutto raccontato con la delicatezza di un dialogo intimo fra due figure, una silente e una parlante, in un dialogo infinito e sempre nuovo volto a ricordare e a capire quello che è stato per poter guardare al futuro con rinnovata certezza.

Non posso dirvi di più perché l'ho iniziato da poco, ma credo che già questo pezzo renda accattivante l'idea di averlo fra le mani e leggerlo.
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Ciao papà,non so se ti spedirò mai questa lettera, ma intanto la scrivo.Ti devo dire delle cose perché qua la vita si fa complessa ed è sempre più difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicità.Poi ti devo dire delle cose perché tu mi hai sempre spiegato il mondo e da quando non ci sei è il vuoto ad ogni dubbio. E io sono strapieno di dubbi. Su tutto, costantemente, e più ci penso più i dubbi aumentano e rischiano di lasciarmi immobile nel panico davanti a uno scaffale di supermercato, incapace di decidermi fra pasta lunga o pasta corta. O non sarà meglio il riso?Ormai non sono più in grado di scegliere nulla, ma proprio nulla; pensa che fra acqua frizzante o naturale, al culmine della discussione che nasce nella mia stupida testolina, solitamente, preso dall'agitazione, le ordino entrambe e poi le mischio nel bicchiere. Ecco: prendere tutto e poi conviverci cercando una sintesi. Però non so se questo sia un atteggiamento sano. Anche perché così diventa tutto molto più faticoso.Prenderle entrambe per mischiarle vale per quando sono fuori, visto che a casa bevo l'acqua del rubinetto, come m'hai insegnato. Ma cosa si ordina al ristorante non ha fatto in tempo a spiegarmelo, oppure non ti ho ascoltato a sufficienza.Noi si andava pochissimo al ristorante, forse perché con cinque figli alla fine ti sarebbe sempre toccato pagare per sette, anche se non credo fosse questo il motivo. È che a te non piaceva tanto uscire: nel poco tempo in cui non lavoravi amavi stare con noi, protetto dalle mura domestiche, lasciando il mondo e le preoccupazioni altrove per dedicarti alla tua famiglia e tormentarci di solletico. Poi, sì, forse non ci portavi fuori perché sapevi bene che chi avrebbe sofferto nel leggere la colonna di destra del menù, quella coi prezzi, sarebbe stata la mamma. Risparmiava giorno e notte per fare la spesa per sette persone con una regola ferra che oggi è stata aggiornata in euro: "Non compro formaggio che costi più di 10.000 lire al chilo!". In uno dei giorni finali in cui ci raggruppasti tutti ricordo bene che mi dicesti: "Se ci sono ancora dei soldi sul conto, dovete ringraziare vostra madre".Ricordo un compleanno della mamma in cui ci portasti in un lussuoso ristorante, arrivarono sei giganteschi menù con la copertina di pelle nera, mentre alla mamma venne consegnato un menù rosso. io chiesi che venisse portato anche a me il menù rosso, perché mi sembrava più bello e sospettavo che fosse più buono. Il cameriere guardava te per avere il consenso del pater familias, che tu non gli accordasti per poi spiegarmi che avevi fatto portare alla mamma un menù senza scritti i prezzi, di modo che finalmente lei potesse per una volta ordinare ciò che preferiva e non ciò che conveniva alle nostre economie. Per un attimo pensai che questo fosse il più bel gesto d'amore di sempre. Per un attimo. Poi pretesi quello stesso amore anche per me."Vabbè papà, ma anche io voglio poter scegliere liberamente." 

Questo pezzo è tratto da:

Fossi in te io insisterei
Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere
Carlo G. Gabardini
Mondadori Editore, Ed. 2015
Collana "Le strade blu"
Prezzo 17,00€ 



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