lunedì 17 dicembre 2012

Diario di un mese di libri... Novembre 2012

Immagine presa da qui

C'è un libro di cui ho conservato un ricordo speciale, quello di Nick Hornby che risponde al titolo "Shakesperare scriveva per soldi". Mi piacque particolarmente perchè raccoglieva gli articoli che redigeva mensilmente per "The Biliever" e, mentre raccontava quel che aveva letto durante il mese precedente, ci inseriva pezzetti della propria vita. Quest'anno mi piacerebbe finire e iniziare con una nuova abitudine quella di mappare le mie letture e, ahimè, anche gli acquisti in modo da poter rispondere alle domande che volta per volta mi vengono poste in privato o da chi mi incontra del tipo "Ma davvero li leggi tutti quei libri??" o anche "Ma dove lo trovi il tempo di farlo?" e la più diffusa affermazione "Ahhh se un libro non mi piace alla n° di pagina (e qui ognuno ha il suo confine 1° pagina o 10°, 15°, 30° e qualcuno si concede fino a 50!) lo butto! Non ha senso leggere un libro che mi pare brutto!". Ecco queste sono solo la punta dell'iceberg. Quindi, per i coraggiosi sedetevi comodi perché potrei non essere breve e per chi non ha tempo o non ha voglia, spero che non mi voglia odiare per questa mia scelta che si può sempre saltare e non leggere! Dopotutto non è detto che mi riesca di fare tale resoconto tutti i mesi!:)
Buone letture e buon mese,
Simona

P.s.: dopo aver scritto, tagliato sostituito e via dicendo, questo pezzo mi sono accorta che è anche un ottimo modo per mettere a confronto le letture. E chiaramente aggiornerò il post linkando volta per volta le recensioni dei libri di cui scriverò.

Libri comprati:
"Lettera d'amore alla scozia", Alexander McCall Smith - Guanda Editore
"I piatti più piccanti della cucina tartara", Alina Bunsky - E/O Edizioni
"Antologia di Spoon River", Edgar Lee Masters - Oscar Mondadori Editore
"Cronache del dopobomba", Piliph K. Dick - Fanucci Editore
"I doni della vita", Irène Némirovsky - Adelphi Editore
"Hope: A tragedy", Salamon Auslander - Picador editore
"Vite Immaginarie", Marcel Schwob - Adelphi Editore
"Siamo Spiacenti.Controstoria dell'editoria italiana raccontata attraverso i rifiuti", Gian Carlo Ferretti - Bruno Mondadori Editore
"The Fran Lebowitz Reader", Fran Lebowitz - Vintage Editore (vers. Ebook)

Libri letti
"Pino se l'aspettava", Marco Corvaia - Navarra Editore
"Giancarlo Siani", Bruno De Stefano - Giulio Perrone Editore
"I doni della vita", Irène Némirovsky - Adelphi Editore
"Lasciamisenzafiato", Elvio Calderoni - Miraggi Editore
"Atti innaturali, pratiche innominabili", Donald Barthelme - Minimum Fax Editore
"Vite Immaginarie", Marcel Schwob - Adelphi Editore
"Mozart", Paolina Leopardi - il nostes magico Editore
"Storie dentro storie", Giovanna Astori - L'Erudita Editore

Una delle cose che mi si domanda più spesso è "Ma come fai a scegliere un titolo invece di un altro?". Ebbene non sono io che scelgo, sono loro a scegliere me! Ci sono libri che scanso per mesi e anche per anni e che invece un giorno improvvisamente mi appaiono rivestiti di luce nuova e trovo impossibile non sapere quel che c'e' scritto dentro! Può essere per una descrizione trovata in un altro libro, per la copertina o il titolo, fatto sta che se quel libro improvvisamente lo trovo essenziale prima o poi riesco ad averlo. Il problema è che, nonostante tutta la buona volontà che ci metto nel leggere più libri al mese, non sempre mi riesce di leggere tutto quel che compro, oppure, capita il caso che non sia "il momento" giusto per leggere quello stile di scrittura o quel contenuto. Ma so sempre che lo leggerò prima o poi e quel momento sarà sicuramente perfetto. Quindi, concludendo, si può dire che le mie scelte, fatta eccezione per le scelte operate per la partecipazione a specifici gruppi di lettura, sono solitamente un incrocio di destino&fortuna.

Detto questo, Novembre è stato un mese impegnativo culminato in una tre giorni a metà mese a Milano dove ho seguito "Librinnovando", appuntamento che credo diverrà una piacevole abitudine. Arrivare a Milano significa anche avere il tempo di fare quello che qui, a Roma, faccio saltuariamente, ovvero andare per librerie, in questo caso la Feltrinelli (quella che si trova a Piazza Duomo) per vedere che si consiglia in libreria (ci sono momenti di illusione bonaria in cui immagino che tutti i libri abbiano le medesime opportunità di visibilità! Questa, però, rimane l'unica libreria di grande in cui mi capita di trovare piccoli e medi editori). E non sia mai che la lettrice sconclusionata metta piede in una libreria riemergendone senza un libro! (C'e' un mucchio di gente che mi prende in giro per ciò, ne riparleremo). E infatti i primi sette della lista dei comprati sono stati acquistati proprio lì, mentre "Siamo Spiacenti. Controstoria dell'editoria italiana raccontata attraverso i rifiuti" l'ho preso quando ho seguito un seminario, a valle di Librinnovando per Bookcity, con un interessantissimo intervento di Giulio Mozzi che ha esordito sostenendo che, a volte, ragionando per assurdo, gli piacerebbe poter realizzare un'antologia della "letteratura rifiutata". Infine l'ebook della Lebowitz che inizia le mie letture in lingua, chiaramente non vi aspettate una recensione veloce, visto che in Italia non è tradotta, e che non potevo esimermi dal non avere/leggere dopo l'entusiasmo mostrato per il documentario di Scorsese riproposto in occasione del suo settantesimo compleanno. 

Per quanto riguarda i libri letti, gli ultimi mesi dell'anno sono il momento in cui metto il turbo, ma non perchè abbia un reale motivo, ma probabilmente divento famelica. In più, mi trovo a voler chiudere libri che ho aperto da un po' e accantonato temporaneamente o perché avevo da leggere altro, per un gruppo di lettura, o  mi hanno chiesto un parere per altro o anche perché ho temporaneamente perso l'affezione al tema. E' il caso di "Atti innaturali, pratiche innominabili" un incredibile e mirabolante esercizio di linguaggio che sarà costato sette camicie al traduttore. L'effetto è quello di vivere realmente le sensazioni e le nevrastenie dei personaggi , il linguaggio e la metafora sono portati agli estremi e contempla racconti che, seppur tradotti in maniera eccellente, purtroppo non sono totalmente comprensibili perché sicuramente mi mancano degli input relativi al periodo. Pertanto riporta un bell'appunto "Approfondire" (che implica consultare/comprare altri libri in merito ahimè!). Non è il caso del "Giancarlo Siani" raccontato da Bruno De Stefano, giornalista che con il suo certosino modo di lavorare ha ricostruito tutto il percorso del dopo-uccisione di questo giornalista tanto famoso quanto la sua storia è oggetto di leggende non metropolitane ma "filmiche"(passatemi il termine). Collusioni, connivenze e quant'altro hanno creato una fitta rete di depistaggi che, nascondendosi dietro comodo giudizio finale "fu ucciso perchè aveva scritto che sull'arresto di Valentino Gionta aleggiava il dubbio che fosse avvenuto grazie a Nuvoletta", sottraggono alla vista di ieri e di oggi i rapporti deviati di organizzazioni di stampo mafioso e camorristico con la politica. 
C'è stato poi l'intermezzo del Salotto Letterario di TempoXme_libri di inizio mese con "Pino se l'aspettava" (i post del salotto di "Pino se lo aspettava") di Marco Corvaia. Bella l'introduzione, in cui si riportano anche i pensieri dell'autore "Questa storia stava aspettando uno scrittore che la trascrivesse". In effetti il libro comincia così, un rientro a Palermo, una cena a casa dei genitori di un caro amico e di lì la scoperta che i suoi ospiti sono stati amici intimi di quel Don Pino Puglisi che negli anni '90 venne ammazzato davanti al portone da cui è entrato per andare a cena. Quello che ha dell'impressionante è che, nel caso delle organizzazioni di stampo mafioso, non vale sempre il detto "Paese che vai usanza che trovi" ma, in casi come quelli dell'eliminazione di un personaggio scomodo, i "metodi o procedure" sono uguali ovunque. Minaccia, isolamento, morte, calunnia. Non c'e' altro e lo scempio della calunnia uccide una seconda volta non solo chi non c'e' più ma anche chi rimane che si ritrova oltre a compiangerlo anche a doverlo difendere. Mario Francese, Don Diana, Federico Del Prete, Giancarlo Siani sono stati uccisi non tanto per essersi opposti ai clan apertamente ma nell'esercizio del loro lavoro. Una specie di morte bianca sopravvenuta mentre non facevano altro e, purtroppo, ancora oggi si tende invece a ricordarli per date o immaginette tipo "santino" che ne offendono la memoria che invece dovrebbe rappresentare un "esempio" ovvero se tutti facessimo il nostro lavoro, probabilmente ci sarebbero meno smagliature nel tessuto sociale in cui le mafie possano inserirsi.   

Poi ci sono state tre storie che parlano di rapporti e d'amore e in sequenza di lettura sono "I doni della vita", "Lasciamisenzafiato" e "Storie dentro storie" quest'ultimo letto il 1° dicembre ma lo avevo già sbirciato il giorno prima! Per quanto riguarda la Némirovsky, ci siamo a lungo guardate da lontano io e lei. Lei mi faceva l'occhiolino dalle bellissime copertine Adelphi e io, cocciuta, mi giravo dall'altra parte. Ma, confesso in uno scatto di calo di zuccheri l'ho comprata (me l'avevano suggerita come donna che sapeva raccontare l'amore in maniera particolare e siccome sono romantica come una lapide funeraria rifuggivo le possibili sdolcinatezze!) e invece mi sono trovata in mano una "saga" ristretta in circa 200 pagine. La cosa affascinante è che mi sembrava di leggere con il tono che nella mia mente avevo affidato ad una sola scrittrice, Liala, di cui ho letto quasi tutti lavori tra i 10 e i 15 anni . Ebbene si, anche io ho avuto un periodo "Romance" cui non rifuggo, ma fortunatamente è passato! La questione però è che qui non ci troviamo di fronte ad una storia d'amore, o meglio sì, ma che si contende la luce da protagonista con la saga di una famiglia e il periodo che va da prima della prima guerra mondiale all'inizio della seconda e, nonostante l'autrice non si dilunghi più di tanto a commentare le innovazioni che caratterizzano le varie epoche, queste compaiono qui e lì a far capolino fra le maglie della trama. E' un po' come andare a spasso per la storia, fortunatamente non con il figlio di Piero Angela (tanto un caro ragazzo ma troppo pedante sugli inutili particolari a volte!). Per il secondo appuntamento salottiero (che trovate qui: Salotto letterario "Lasciamisenzafiato") invece ci siamo trovate "incastrate" in un romanzo di Miraggi scritto da Elvio Calderoni, "Lasciamisenzafiato", che ha tessuto una fitta rete di situazioni e casualità, che costituiscono l'armatura di un romanzo poli-protagonistico (non lo andate a cercare sul dizionario perché è un termine che mi sono inventata sul momento per potermi far capire!). Dopo lunghe discussioni, io nel salotto sono la cattiva della situazione solitamente, ho deciso di prendermi un momento di riflessione sul testo che oggi (13 dicembre) culmina in un pensiero che credo rappresenti l'essenza di questa trama, almeno per il mio modo di vedere. Non c'e' propriamente un protagonista ma, a parte qualche ombra secondaria che viene solamente accennata, quasi fossero facenti parte integrante del fondale che fa da sfondo al susseguirsi delle scene, tutti coloro che intervengono in questa intricata vicenda sono protagonisti contemporaneamente. Quel che riesce particolarmente bene a Calderoni è descrivere i luoghi, perché ti vien voglia di andarli a vedere, parlare dei dolori, quasi del "male" interiore alla Herling, e della musica. Quando questi due ultimi fattori compaiono contestualmente riesce a dare il meglio di se stesso. C'è, in particolare, una scena gestita in maniera magistrale dove bene e male si contrappongono, il male viene stretto nella morsa dell'altrui sguardo che attanaglia chi, come la protagonista Clara tenta inutilmente di nasconderlo, si trova su un palco a raccontare una storia di note con un sax mentre fuori, il bene libero da restrizioni e supportato dal silenzio quasi confortante della notte esplode in note classiche ad opera di un giovane, Alessandro, che riscopre la sua passione per la musica con un violino prestato. Attorno a quest'ultimo ci sono la fidanzata e prossima sposa di lui, il ragazzo giovane che lo ha sentito suonare e che pensa che la sua realizzazione nella musica dipenda da quel violinista che dice di non suonare più ma che dimostra di vivere fisicamente la musica che suona. Poi anche il fratello Federico, il maggiore fra i due e molto simile fisicamente ad Alessandro, legato a lui da un viscerale amore gemellare che sottolinea questa somiglianza e infine foto, tante tante foto, che legano sottolineando con il loro scatto quasi ogni volta che si verifica una casualità fortunata o sfortunata. Insomma un libro da leggere per farsene un'idea di cui vi parlerò più in là. 
Infine "Storie dentro storie" di Giovanna Astori che si affaccia ora nel campo editoriale anche se ha già partecipato ad antologie di racconti. Anche qui ci si incastra (quando si dice il caso eh? Poi venite a dirmi che non è destino/fortuna!) ma in questo caso la natura dell'incastro non è data dalla causalità  bensì dalla contestualità, ovvero è frutto di conoscenze o di attività come la commessa che conosce la persona che tutti i giorni prende il bus con lei, il suo capo, la sua amica e via dicendo. Questa ragnatela di trama ha un centro ben definito, mentre quella di Calderoni sembra propriamente frutto di un'occorrenza che si presenta di caso in caso e quindi, la conoscenza, non è una condizione necessaria mente il luogo si. Quindi nonostante abbiano costruzioni simili, nella scelta del fattore trainante, ma differenti, nello svolgimento, sono diversi anche gli assunti di base che per l'Astori sembra sia più importante il viaggio/percorso, per Calderoni invece è l'opposto perché la permanenza in un posto qualifica il cambiamento personale in base a quello che, quella parte di mondo fa/agisce, per il nostro cambiamento personale. 

Altri due libri che si sono cercati, ma non mi avevano comunicato di essere simili, sono il "Mozart" di Paolina Leopardi e "Vite immaginarie" di Marcel Schwob. Due casi di biografie (nel primo solo quella del grande musicista e nel secondo quelle di grandi uomini o miti classici, affiancati con estrema nonchalance a biografie di assassini e pirati). Sono gustosi, perché sono in netta opposizione alla disciplina biografica che ci aspetteremmo, ovvero quella pomposa e didascalica, proponendone una romanzata, che tanto ricorda quel tipo di saggistica (sicuramente più seriosa ma raccontata in maniera accessibile a molti) che sta ritornando di moda nei tempi odierni. Sono scritti a distanza di circa 50 anni, la sorella di Leopardi pubblica nel 1837 mentre Schwob intorno agli anni '90 dello stesso secolo. E la bellezza dei suddetti racconti è che sono un miscuglio fra la formula favola e l'elaborazione personale, a mo' di racconto fatto ad un confidente quasi un gossip, di informazioni raccolte qui e là in maniera seria, quasi scientifica. E' qui che il secondario diviene importante mentre ciò che, la disciplina biografica, ritiene centrale diventa praticamente secondario. E' una formula accattivante e a dirla tutta per il Mozart, abbiamo fatto notte fonda con "Il notes magico" ( I post li trovate qui: Salotto letterario "Mozart") e con le altre lettrici, nel salotto del gruppo di lettura, perché l'argomento ha avuto parecchia presa e un po' ovunque Paolina è stata accostata ad un'altra sua contemporanea inglese, Charlotte Bronte, di cui ricorda l'approccio al racconto. Nel secondo caso questo gioco di secondario che diventa primario è ancora più evidente già nell'architettura del libro, trattandosi di una raccolta di biografie, visto che a racconti di vite quasi leggendarie come quella di "Empedocle" si affiancano quella della prostituta o del generale scontento perché vuole diventare pirata. La serietà e l'applicazione dello scrittore è la medesima di quella di un biografo classico, ma il risultato è nettamente differente quando leggi che, Paolo Uccello in una cappella per la quale gli era stata commissionata l'affrescatura delle volte dipinse un mirabile affresco che rappresentava i quattro elementi e siccome aveva ad un elemento associato la figura del camaleonte - non ricordo a quale di questi- ma non sapendo come fosse fatto, al suo posto, dipinse un dromedario".  Ecco se avete amici non lettori, cui invece volete regalare un libro che dovrebbe aprir loro le strade di questo fantastico mondo di carta o di bit, direi proprio di cominciare da questi due titoli.

Questo è stato il mio intenso mese di Novembre e devo dire che molte cose le ho anche tagliate, confido nel tempo per diventare più brava nell'essere succinta.
Nuovamente buone letture,
Simona Scravaglieri


Immagine presa da qui





Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...