mercoledì 17 ottobre 2012

[Dal libro che sto leggendo] L'inconfondibile tristezza della torta al limone

immagine presa da qui


E' veramente un piccolo assaggio questo che vi segnalo, infatti corrisponde al primo paragrafo del primo capitolo. E' un libro che si dichiara praticamente da subito negli intenti e come detto nella recensione, che è anche molto scorrevole e piacevole da leggere. Ci ricorda che la nostra vita emozionale è un po' come una torta a strati e che ogni strato è un'esperienza cucinata con le nostre scelte e azioni. Ogni torta pertanto è diversa ma influenza anche quelle di coloro che ci stanno intorno, in fondo, gli ingredienti da cui si parte sono sempre gli stessi per tutti (amore, odio, affetti, tradimenti, dolori, tristezze e via dicendo) ma siamo noi, con il nostro sentire e il nostro viverle a renderle personali e particolari. E' bello che qualcuno ogni tanto ci ricordi anche queste cose piccole e che spesso ci dimentichiamo.
Buone letture,
Simona

1. 
E' successo la prima volta martedì pomeriggio, un caldo giorno di primavera sui pianori di Hollywood, dove una leggera brezza spirava verso est dall'oceano scompigliando i petal delle viole del pensiero da poco piantate nelle nostre cassette per i fiori.

Mia madre era a casa, mi stava preparando un dolce. Mentre risalivo saltellando il vialetto d'ingresso mi aprì la porta prima che arrivassi a bussare.
Che ne dici di una seduta di allenamento?, mi chiese, sporgendosi oltre lo stipite della porta. Mi attirò a sé per un abbraccio di benvenuto. stringendomi al grembiule che mi piaceva di più, quello di cotone un po' consumato con coppie di ciliegie disegnate lungo gli orli.
Sul piano di lavoro in cucina aveva preparato gli ingredienti: il sacchetto della farina, la scatola dello zucchero, due uova marroni sistemate nelle scanalature tra le piastrelle. Un panetto giallo di burro che si sfaceva agi spigoli. Una coppetta di vetro con le scorze di limone. Passai in rassegna lo schieramento. Era la settimana del mio nono compleanno, e a scuola era stata una lunga giornata di lezioni di calligrafia, che destavo, e di proteste in cortile per il conteggio dei punti, e la cucina piena di luce e gli occhi affettuosi di mia madre erano braccia accogliente, aperte. ficcai un dito nel sacchetto cerato dei cristalli di zucchero di canna e mormorai sì, magari, sì.
Lei dise che ci sarebbe voluta più o meno un'ora, così tirai fuori il libretto di ortografia. Posso dare una mano?, domandai, disponendo i fogli e le matite sulle tovagliette di plastica. 
Eh no, rispose mamma, mescolando la farina con il bicarbonato.

Questo pezzo è tratto da:

L'inconfondibile tristezza della torta di limone
Aimee Bender
Minimum Fax Editore, ed 2011
Collana "I sotterranei"
Prezo 16,50€

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