domenica 29 luglio 2012

Raffaele La Capria - Che tempo che fa 18/02/2012

Quando leggo un autore che non conoscevo, di solito, dopo averlo recensito, vado a cercare qualche informazionie in più, se è riuscito a colpire o a carpire la mia attenzione. Non ha fatto eccezione nemmeno Raffaele La Capria, che, come da descrizione nelle lettere dei suoi amici raccolte in "Confidenziale", risulta essere non solo uno di quei letterati che oggi sono quantomai rari ma anche di non voler affatto cambiare in tal senso. "Venticinque lettori" dice di avere, ma descrive anche il suo modo di scrivere "Io parlo ai miei lettori come sto facendo ora con voi" e questo è uno dei fattori vincenti di La capria, che non dovrebbe essere affatto relegato a soli 25 lettori, ma avere una visibilità ben diversa. Nell'intervista parla di "Confidenziale", Ed. il notes magico che vi ho recensito qualche giorno fa.
Buone letture e buona domenica,
Simona



I libri di cui si parla nell'intervista sono: 

Confidenziale 
Lettere dagli amici 
Raffaele La Capria 
il notes magico Edizioni, ed. 2011 
Collana "La Biblioteca di Mercurio" 
Prezzo 12,00€

Esercizi Spirituali
Nuotando in superficie
Mondadori Editore, ed 2012
Collana "Le libellule"
Prezzo 10,00€

venerdì 27 luglio 2012

"Dieci domande sui libri", Herbert R. Lottman - Saper leggere fra gli spazi dei numeri...

Libreria Cesaretti di Roma, immagine presa da qui

Recentemente mi è caduto l'occhio sulle pubblicazioni che mensilmente escono da Einaudi e mi sono accorta che variano da 3 a 5 al mese. Facendo un rapido calcolo, ammettendo che di media pubblichi 4 libri al mese il totale dei pubblicati in un anno sarebbero 48. Se moltiplichiamo questo numero per editori come Mondadori, Rizzoli, Marsilio, Bompiani e via dicendo quanti libri pubblicati in un anno secondo voi ci sarebbero? Occorre tenere conto che le piccole case editrici non hanno queste grandi disponibilità economiche per pubblicare tutti questi titoli al mese, ma il mercato degli ebook dimezza anche le spese e quindi c'e' il rischio che il mercato dell'offerta, che già di per se è ingolfato, lo diventi ancora di più.

Per cui, quest'estate, quando l'ennesima volpe del comparto giornalistico, in un bel servizio fatto per mancanza di uccisioni, suicidi, stragi o intrighi di palazzo, penserà a ritirare fuori l'argomento de "Gli italiani non leggono" ricordatevelo e fatevi un favore, cambiate canale o magari spegnete la tv e leggete questo libello. Leggevo sul blog di Marino Buzzi "Cronache dalla libreria " che il tempo di disponibilità di un titolo in libreria è calato da 6 mesi a 3 mesi e forse anche meno (vado a memoria ma verificate), e questo è sinonimo del fatto che ci sono troppi ricambi. A questo aggiungiamo che per stare al passo con i grandi (secondo Lottman solo per dimensioni e non per qualità) editori i piccoli e medi cercano di pubblicare sempre più titoli che rimane? Un gran caos e una diminuzione della qualità della scrittura.

Perchè leggere questa lezione del 1992? Semplicemente per riflettere sul tipo di lettori che vogliamo essere. Se essere un traino come ci vorrebbe qualche omino del marketing che pensa che basta mette una fascetta con "E' il capolavoro del secolo!" o lettori consapevoli che i propri gusti non sono oggetto di compromesso. Lottman è equidistante da tutti e tre i grandi attori coinvolti nella questione editori, lettori e librai e coglie l'occasione di questa lezione per riprendere domande cui molti sorridono enigmatici come la Monnalisa e sviano la risposta e fornisce spunti di riflessione. Leggiamo di meno? Ma rispetto a quando? E, quando leggevamo di più quanti titoli venivano pubblicati all'anno?

E queste valutazioni divengono più importanti quando anche gli editori scendono in campo, come è avvenuto ieri per Sandro Ferri, patron della casa editrice E/O, che invita i librai a "togliere i best sellers dagli scaffali" ma nella stessa "lettera aperta" non parla di abbassare i prezzi dei propri libri bensì di migliorare le condizioni di vendita ai librai, non pensando che, se un libro costa 20€ al giorno d'oggi la gente ci pensa due volte prima di comprarlo e magari aspetta di trovarlo usato. Quindi i librai avranno ancora le difficoltà a tenere aperte le librerie, perché in una economia di scala che sta crollando miseramente e che punta sulla  mortificazione, tramite la tassazione, del nocciolo duro dei contribuenti che sono i lavoratori dipendenti, per quanto si voglia far cultura, non ci sono le disponibilità economiche per sostenerla. E strano ma vero, riflessioni come queste appartengono anche allo stesso Lottman che scrive praticamente 20 anni fa, segno che, da allora nella gestione economica e di marketing delle case editrici, piccole o grandi che siano, purtroppo non è cambiato praticamente nulla.

Leggere libri come questo, piccini ma con tanti punti di vista interessanti ti fa dispiacere che non ci siano state lezioni successive da trascrivere perchè di punti di vista onesti su questo aspetto ce ne sono veramente pochi. Pertanto questo libro, è veramente imperdibile.

Aggiornamento del 26/7/2012: è stato segnalato un pezzo di Affaritaliani in cui Sandro  Ferri Amplia i provvedimenti che E/O vuole fare vs librai e lettori (vi segnalo che il pezzo di Marino Buzzi cui faccio riferimento in questa recensione è linkato) e l'intervistato dice:"Dal prossimo autunno partirà una campagna di rifornimento del catalogo con un forte sovrasconto che andrà a sommarsi a quello che già pratichiamo. Uno sconto in cambio del quale non chiederemo un taglio in proporzione del prezzo al pubblico, ma che andrà tutto a favore della libreria", resta da vedere come questa sua idea possa collimare con le "regole" dettate dalla Legge Levi di cui lo stesso protagonista di questa pezzo è stato fervente sostenitore. Chiaramente, per chi non conoscesse la casa Editrice E/O è una casa che nasce come "Casa di Traduzione" come la presenta proprio lo stesso Ferri e nel suo catalogo sono disponibili titoli di narrativa contemporanea e del '900 che hanno fatto storia nel mondo, ma che senza l'occhio attento di questo editore probabilmente in Italia non avrebbero avuto spazio. E siccome l'argomento è stato motivo di discussione più volte anche su questo blog, non esiterò a segnalare ulteriori aggiornamenti in merito. 

Dieci domande sui libri
Herbert R. Lottman
Sellerio Editore, ed. 1993
Prezzo 8.000£ (Acquistato in libreria a 2,39€)

mercoledì 25 luglio 2012

[Dal libro che sto leggendo] La logica del desiderio

Immagine presa da qui

Quello che vi presento oggi è un vero e proprio libro da leggere ma sopratutto da vivere. Con questo in particolare, perché ne ha scritto più di uno, Aloe è arrivato fino alla rosa dei "magnifici sette dello Strega", poi inspiegabilmente è stato scartato a favore di altri. Trascurando il mio pensiero sulle modalità, alquanto bizzarre, di scelta dello Strega (non è questa la sede adeguata per discuterne) tralasciare di leggere questo titolo a mio avviso sarebbe un vero peccato. In un momento in cui, per accalappiare i lettori si predilige la letteratura d'effetto, questo lavoro di Aloe ci riporta indietro nel tempo, quando la letteratura teneva avvinghiati i suoi lettori con la magia della parola che restituisce alla fantasia di chi vive letteralmente quel libro non solo immagini ma sopratutto le descrizioni profonde e sentite delle emozioni. La storia è estremamente elementare, ma è la caratterizzazione, la selezione dei vocaboli e il ritmo del racconto che costruiscono il carattere dello scritto e che trasforma il suo ideatore un vero e proprio scrittore. Non servono grandi castelli o panorami mozzafiato le grandi storie che cambiano la vita di molti lettori, riservandosi un posticino nella loro anima forse per l'eternità, non hanno per forza necessità degli spazi illimitati; nascono come in questo caso in un cortile qualunque e in un posto qualsiasi in un tempo senza tempo. Perchè l'importante non è la scenografia esterna, bensì quella interiore che racconta dell'intimo dolore della crescita. Forse non ci saranno voli carpiati e nessuno vi potrà presentare questo scritto con quella orribile espressione "scritto di pancia", perchè questo è uno scritto intimo e silenzioso è una storia che non si urla ma che si sussurra in un orecchio e queste 200 pagine  sono riuscite nell'intento di  tenermi attaccata al libro per ben 3 ore senza avere nemmeno la voglia di prendere anche un bicchiere d'acqua. Se è avvenuta con me la magia, potrebbe avvenire anche a voi...
Buone letture,
Simona

1. 
Da qualsiasi parte prenda questa benedetta faccenda, è sempre la parte sbagliata. Alle volte, da solo, a casa, seduto, me la ripasso in mente, come si faceva ai tempi della scuola, quando si doveva imparare a memoria una poesia. Leggevi un brano, posavi il libro, e ripetevi. Una terzina, una quartina. Poi riprendevi il libro e passavi alla successiva. Alla fine ripetevi tutto.

E come al solito qualche parola, un intero verso magari, non ti rimaneva a mente. Perché c'era qualcosa che nel ritmo ti fermava, che rimaneva appeso, e così non riuscivi ad andare avanti.

Ecco, esattamente così. C'è sempre qualcosa che sfugge. qualcosa che se non sta al suo posto la storia non prosegue, o se prosegue, prosegue a sbalzi, a spintoni. Fa salti di metri in metri, per poi tornare indietro. Che sia questo il vero andamento dei desidero? Mi chiedo.

Allora devi procedere con calma, ripassare i motivi, la struttura, le vicende, metterle una dietro l'altra, come se fosse una storia letta su un libro senza figure. E forse così puoi iniziare a fare il conto. A mettere il tre prima del quattro, e il trentasei dopo il trentacinque.

Altrimenti ogni elemento acquisisce un'ombra di disordine e le vicende, i tempi, le frasi inevitabilmente si intrecciano.
Per questo motivo devo iniziare proprio così: anni fa conobbi una ragazza, si chiamava Vespa, eravamo vicini di casa. Abitavamo in un cortile interno di un palazzo di inizio secolo. Era un posto tranquillo. Io vivevo con mio padre.
All'epoca era ancora in forze. Ogni mattina si alzava alle cinque si lavava sommariamente, indossava gli abiti che aveva già preparato la sera precedente, e usciva. Ore cinque e mezza usciva. Ci fosse il solleone o la neve. Lui usciva. Dove andava? Prendeva la strada che portava verso il centro e camminava, Ritornava dopo un paio di ore rinfrancato e sorridente.
Io a quell'ora ero ancora pieno di sonno. Mi aggiravo per casa, lui invece, vigoroso e abile, entrava dalla porta - Ancora in questo stato! mi diceva a voce sostenuta - e andava in poltrona a leggere il giornale. Mi ero svegliato da un paio di minuti. In quale altro stato potevo trovarmi?
La nostra casa si affacciava su un ballatoio lungo e stretto. Fuori dalla porta avevo sistemato un tavolino di ferro e una sdraio.
Ammonticchiavo i giornali sul tavolino. Giornali e libri, e quando le giornate iniziavano a diventare tiepide me ne stavo pomeriggi interi a leggere fuori. Devo dire che ne traevo grande piacere.
Delle volte distoglievo gli occhi dal libro per seguire certe evoluzioni di gatti. Ce n'erano parecchi in quel caseggiato. Dalle forme più stravaganti. Sembravano sempre in guerra. Bande rivali. Lanciavano urla di sfida, lottavano. Ma bastava un gridaccio per disperderli. Dopo di che li vedevi sciamare sulle scale, sui ballatoi, addirittura fuori dal portone.
Fu proprio durante uno di questi pomeriggi che li vidi, marito e moglie, arrivare con la loro bella macchina grigia, seguiti da un camioncino. Era piena estate.
Avevano comprato la villetta a due piani che copriva il lato occidentale del cortile. Non c'ero mai stato dentro, ma da fuori, in quel suo bel giallo antinebbia, mi sembrava accogliente, specialmente per una coppia di giovani sposi. La casa dove si possono ricomporre alcuni torti e godere di incessanti passioni.

Il libro da cui è tratto è:
La logica del desiderio
Giuseppe Aloe
Giulio Perrone Editore, ed 2011
Collana "Hinc"
Prezzo 13,00€

domenica 22 luglio 2012

L'ha detto... William Hazlitt

Immagine presa da qui


Chiunque sia passato per i gradi regolari dell'educazione classica senza esser stato ridotto all'imbecillità, si può ritenere salvo per miracolo. 
 William Hazlitt


venerdì 20 luglio 2012

"Confidenziale", Raffaele La Capria - Caro amico ti scrivo...

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Caro Dudù*,
leggere della tua vita, attraverso le lettere che ti hanno scritto, è stato un viaggio non solo piacevole ma anche intenso. Insieme alle parole che hanno commentato i tuoi lavori sono andata a spasso nel tempo e nei pensieri di gente che altrimenti non avrei potuto ne conoscere e ne sentir parlare. Vedi Dudù, quando ci si interroga che futuro avrà la scrittura non si pensa che "scrivere, non fa lo scrittore" e che questo mestiere non sta nella pubblicazione che porta il nostro nome, bensì nel talento del saper selezionare la storia, fra le tante, da dare in mano e alla mente dei propri lettori. E' proprio grazie a questo percorso felice, che narra le tappe di un vita vissuta con intensità ed amore, che si capisce quanto sia prezioso questo dono e quanto sia un peccato, quasi mortale, sprecarla o non saperla apprezzare.

E' qui, caro Dudù, che diventi intellettuale prima che scrittore, perchè ti viene riconosciuto il messaggio che si nasconde e che hai lasciato ai lettori più attenti. Perchè se scrivere è un mestiere solitario quanto la lettura e se entrambi gli attori di questo processo leggono o scrivono con la propria esperienza quando, e solamente quando, la riflessione che il libro istiga è uguale sia nelle intenzioni dello scrittore che nella percezione lettore, allora sì che il lavoro è compiuto. E' un vero peccato che oggi si pensi sia necessario che avere un'opinione su tutto sia indice di "peso intellettuale" e non di "pensieri in libertà" dove la "libertà" non è un concetto assoluto per tutti ma solo la libertà di chi pronuncia e scrive quelle frasi molto spesso senza domandarsi sia siano necessari o se siano ponderati quei pensieri. L'aver qualcosa da dire, come sosteneva Herling e come sembrano attribuirti, non è realizzato in qualcosa di detto o urlato come si fa oggi, bensì di sussurrato fra le righe dei nostri scritti, perché l'intellettuale deve istigare il proprio lettore e non travolgerlo. E quindi, in chi legge queste tue confidenziali lettere in questo prezioso libricino, può venir nostalgia per un passato che non c'e' più ma, sopratutto, per il sapore che la letteratura, anche quella di semplice narrativa, aveva e che oggi stentiamo a trovare sommersi come siamo dal continuo moltiplicarsi di generi nuovi che sempre meno assomigliano alla ricerca di un'evoluzione letteraria e sempre più sembrano una gara ad accaparrarsi il primo lettore sprovveduto.

La magia di questa tua raccolta non sta nella soluzione di non scrivere un'autobiografia e di far scrivere la tua biografia a chi t'ha conosciuto e amato, ma anche nei concetti che hai amabilmente raccolto per noi e che instillano nel lettore la voglia di andare oltre, di leggere anche altro per vedere se certe immagini ancora oggi, per i lettori un po' anestetizzati dalla confusione vigente, sono ancora così vivide. E' stato piacevole passeggiare, accompagnati per mano, con te nel tempo. Quasi una visita turistica, Dudù. Quasi una viaggio di gruppo che però rimane privilegiato, perché ci si sente speciali in questo viaggio, come se la nostra illustre guida, nel gruppo, avesse un occhio di riguardo proprio per noi.

Sensazioni nuove e antiche, che però non cessano di essere attuali e ci fanno pensare che la ricerca del lettore, del libro che ci dia nuova linfa, non si conclude mai (semmai si rigenera per poi riprendere) e ci sarà sempre un libro nuovo o vecchio che ci darà nuova forza e fiducia nella letteratura e nel romanzo, basta solo crederci e continuare a cercare. E' stato un vero piacere conoscerti e mi scuso di aver scritto tanto, come dicono le tue interlocutrici,

Simona

P.s.: Perdonerai e perdonerete la formula con cui è scritta questa recensione, ma non avrei potuto fare altrimenti per commentare questo libro così particolare di cui si sente la mancanza già prima di finirlo...


*Nonostante il caldo e l'afa di questi giorno la lettrice sconclusionata non si è impazzita; "Dudù" è il nomignolo affettuoso con cui viene chiamato Raffaele La Capria in questa stupenda raccolta di lettere. Buone letture miei cari!

Confidenziale
Lettere dagli amici
Raffaele La Capria
il notes magico Edizioni, ed. 2011
Collana "La Biblioteca di Mercurio"
Prezzo 12,00€



mercoledì 18 luglio 2012

[Dal libro che sto leggendo] Il libro è nudo

Immagine presa da qui

Di questo libro vi avevo già parlato nella sua recensione e mi ero ripromessa di mettervi questo passo del capitolo introduttivo. Questo perché, nonostante le conclusioni a cui sono arrivata nella recensione ( che trovare qui: Il libro è nudo ), alcuni concetti di base, se presi al netto degli adattamenti dello scrittore-editore, sono a mio avviso validi. Intanto non bisogna generalizzare, non tutti i giornalisti o gli scrittori o gli operatori del settore corrispondono alla descrizione che qui segue e quindi bisogna saper distinguere. Il dovere del lettore è di non prendere come "la manna che cade dal cielo qualsiasi considerazione" del primo che passa, non lo faremmo con qualcuno che ci ferma per strada raccontandoci che gli alieni hanno organizzato un festival all'Eur per organizzare "incontri ravvicinati" perché dovremmo agire diversamente con gli scrittori o i giornalisti? Franco Del Moro però tira fuori la chiave di volta per la quale in molti casi questo avviene ed è: la "rispettabilità".

Se ho scritto un libro o un articolo di giornale quindi qualcuno, o io stesso, ho pubblicato un libro con il mio nome allora sono "uno che vale", che è da ascoltare. E' questo è il problema, ed è un problema grosso. Perché in Italia non si legge non perché non si acquistano libri fisici bensì perché si legge quello che qualcun altro vuole che noi leggiamo; mi spiego meglio, se ci dicono che questo o quel libro parla di una rivoluzione e magari la rivoluzione è scenario e non parte integrante della storia, molti lettori diranno di aver letto della rivoluzione. Così, per esempio, è avvenuto in un libro che si chiama "Caina" di Davide Morganti il cui cuore è il rapporto di due donne, madre e figlia, e che molti giornalisti hanno superficialmente scambiato per un "libro di camorra". Di casi come questi ce ne sono a bizzeffe.

Questo libro mi è venuto in mente l'altro giorno mentre ascoltavo una strenua difesa del "ruolo del critico" su Fahrenheit di Gilda Policastro che pubblicizzava il suo nuovo libro "Polemiche letterarie. Dal "Nuovissimo"al Lit-blog" (Carocci Editore, 18,00€) di cui vi parlerò quando l'avrò letto anche se la "presentazione" non è il forte di questa autrice. Mentre lei parlava, mi scorrevano davanti agli occhi alcune affermazioni di Dal Moro e così, visto che non l'avevo ancora fatto, vi ho inserito un piccolo assaggio...
Buone letture,
Simona  


Alcune sbigottite osservazioni di un anziano scrittore intorno a a questo libro 

Ora vi spiego perché questo libro non farà molto parlare di sé... 

Esiste una quantità impressionante di persone che vogliono entrare nel mondo dei libri dalla porta principale, ovvero come scrittori, senza nulla conoscere della natura di quel mondo.
Tuttavia la colpa non è soltanto loro, ma è da attribuirsi anche a quel grosso congegno basato sulla menzogna e sul falso ideologico che è l'industria della comunicazione di massa i cui capitani, i Grandi Parolai del Paese, si sostengono e si difendono fra di loro.
Da qui nasce l'illusione che il mondo letterario sia costituito da persone degne di rispetto, serie, impegnate e dall'intelligenza superiore alla media...
Tuttavia chi ha avuto a che fare anche solo occasionalmente con i cosiddetti "operatori culturali" italiani sa che di illusione, appunto, si tratta.
In questo "diario militante" c'e' una grande quantità di rivelazioni che normalmente queste persone tengono nascoste, negano, rifiutano di ammettere. 

Questo libro vi dimostrerà inequivocabilmente che librai, scrittori, editori e intellettuali di ogni sorta sono per lo più gente tronfia, narcisa, ipocrita e, sovente, ottusa.
Costoro cospirano in forma più o meno consapevole per abbassare il quoziente di intelligenza dell'intera nazione, adeguandolo al loro, in modo da dover meno faticare per mantenere il loro potere e continuare ad arricchirsi.
Giacché questo libro, oltre a essere stato scritto seguendo fedelmente il consiglio che George Bernard Shaw dava agli scrittori ("se non dite le cose in modo irritante nessuno vi starà a sentire"), contiene queste e altre verità, è facile intuire perché nessuno "nell'ambiente" si darà un gran da fare per divulgare la notizia della sua esistenza... 

L'Italia è un paese i cui abitanti sono in continua contraddizione con sé stessi. La maggior parte delle persone ad esempio ha una bassissima opinione dei giornalisti, eppure moltissimi vorrebbero fare i giornalisti; la maggior parte delle persone legge poco o niente eppure moltissimi vorrebbero fare gli scrittori...
Perché avviene questo? Cosa cercano realmente queste persone? Io non sono un sociologo ma invecchiando credo di averlo capito: cercano la strada meno faticosa per acquisire prestigio e potere, perché oramai tutti sanno che in queste due professioni i privilegi non sono direttamente proporzionali al talento: si può diventare giornalisti influenti come anche famosi scrittori pur essendo individui di media cultura e media intelligenza. Un tempo non era così, ma oggi occorre riconoscere che questa è la realtà.
[...]


Il libro è nudo
Rivelazioni sul mondo letterario ai lettori che non sanno
Franco Del Moro
Nuovi Equilibri Edizioni, ed. 2000
Collana "Eretica"
Prezzo 7, 23€ (prezzo Libraccio 3,62€)


domenica 15 luglio 2012

Recensioni libri: "Quelli che però è lo stesso" di Silvia Dai Pra'

Questa è una delle prime recensioni del "Professore" di cui qualche mese fa vi avevo postato un acuto punti di vista su uno dei libri di Fabio Volo. Certo la differenza si nota, ma già ai suoi primi video si può distinguere il suo sguardo profondo non solo sul libro complessivo ma anche sui temi da esso toccati.
Il libro di cui si parla, fa parte di una collana che a me, personalmente, piace molto. E' sinonimo di rinnovamento di una casa editrice estremamente focalizzata sui saggi e sulla cultura, anche di formazione, che ad un certo punto decide di aprire il suo catalogo non solo alla narrativa sperimentale ma anche alla saggistica esposta con linguaggi meno tecnici senza per questo dover rinunciare alla elevata qualità che ha sempre distinto questi lavori.
Buona visione e buone letture,
Simona 


                        


Il libro di cui si parla è:

Quelli che però è lo stesso
Silvia Dai Prà
Laterza Edizioni, ed 2011 (2° edizione)
Collana "Contromano"
Prezzo 10,00

venerdì 13 luglio 2012

"Zagreb", Arturo Robertazzi - E' una questione di attimi e di scelte...

Immagine presa da qui
Ci sono due temi che si intrecciano in questo libro che ne ne costituiscono le fondamenta: da una parte ci sono le scelte operate in un attimo e dall'altra contrapposte come i contrafforti delle chiese gotiche ci sono le convinzioni che riaffiorano per pochi attimi a ricordare quel che è il vero pensiero dell'uomo. A queste fa da sfondo la guerra, una delle più vicine nella nostra memoria ovvero quella Bosniaco-Jugoslava. Non nascondo di essere stata scettica all'inizio, l'incipit di questa storia non è proprio tra i miei preferiti, ma come è avvenuto già per un altro testo è solo quell'attimo e, superato quello, la storia scorre con una facilità quasi estrema nonostante i temi introspettivi sulla guerra e sull'impatto psicologico sulle persone che ivi sono coinvolte non sia un tema facile.

La storia narra di un giovane che all'inzio del conflitto viene coinvolto e arruolato in un gruppo armato che si asserraglia in un'ex scuola. Il compito assegnato a questo plotone  è  quello di operare una vera e propria epurazione del nemico che giunge sotto le spoglie di gruppi di uomini, donne e bambini spauriti e sopraffatti dalla stessa sensazione di impotenza che invece genera la rabbia dei loro aguzzini.
Da una parte c'e'la routine che caratterizza la vita del plotone, che non è fatta di semplici faccende, ma di uccisioni che si ripetono giornalmente e che anestetizza gli animi di chi uccide dall'altra c'e' la disperazione di chi paga con la vita qualcosa che non ha scelto la propria razza.

Ma non rimane l'ennesimo romanzo che tratta di guerra e devastazione, l'evento bellico non è predominante bensì quinta scenografica che appare predominante quando deve  sottolineare momenti ben precisi e che nella restante parte di tempo fa da sfondo ad altro. Il protagonista, se ci sofferma oltre la superficie, vive due guerre una fisica ed esterna e una interiore che invece genera una contrapposizione di valori. Quando si parla del potere delle parole si fa spesso riferimento alle parole che in italiano sono ritenute di alto valore concettuale e di riferimento e fra queste alcune delle più gettonate sono: Onore, Famiglia, Valori, Patria. Quel che solleva Robertazzi è la domanda filosofica del valore assoluto o quello relativo di queste parole. Mi spiego meglio, "l'onore" per il quale si uccidono uomini, donne e bambini (sconosciuti o no) in nome di "valori" che appartengono ad una "Patria" non ancora creata ma solo ricercata e la protezione della "famiglia" che in questo caso prende le sembianze del plotone di appartenenza. E se questo "onore" o questi "valori" comuni andassero contro le nostre convinzioni sarebbero parimenti validi? In base a cosa? E la patria che nasce da un disfacimento dei valori dei singoli non ha già perso il suo futuro?

E' attraverso gli occhi di questo giovane coinvolto per razza, e non per scelta consapevole, in questo conflitto che noi viviamo questa contrapposizione di domande che si amplificano nel racconto della distruzione che avvolge case, negozi intere città e annienta qualsiasi ricordo di quel che era stato. Ed è forse questo il fattore devastante della guerra, ovvero l'annientamento dei ricordi, perché se non ricordi non puoi opporti, non hai nulla da perdere e tutto da sperare. Ma la mente di questo giovane è combattuta perché nonostante i lunghi tempi dell'evento bellicoso abbiano creato una routine tra sonno, uccisioni e perlustrazioni i ricordi lontani affiorano come tanti flashback intermittenti che scuotono la sua coscienza.

Alla fine questo si condensa e l'autore, attraverso il suo personaggio, opera una scelta che non ha potuto fare in altri frangenti, ma questo sta a voi scoprirlo.
Nonostante i temi trattati, come detto, non è un libro pesante e si lascia leggere facilmente.  E' un opera prima che dimostra il talento di questo nuovo scrittore e per me è un libro che va letto con attenzione.
Buone letture,
Simona

Zagreb
Arturo Robertazzi
Aìsara Editore, ed 2011
Collana "Narrativa"
Prezzo 14,00€


mercoledì 11 luglio 2012

[Dal libro che sto leggendo] L'ultima seduzione di Francesco Orlando

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Sono cosciente che suggerire un libro di critica, d'estate, con il caldo potrebbe sembrare pedante, ma un motivo specifico c'e'. Per chi, come me, finisce un libro ed entra velocemente in un altro, a volte, serve un rinnovamento e un confronto; si crea una situazione strana quando passi da un argomento all'altro perché, ad un certo punto, hai davanti i libri da recensire e sai che ci sono milioni di bellissime motivazioni per le quali la gente dovrebbe leggerli, ma sai anche che non hai le parole per descrivere quello che secondo te è importante, magari in forma incisiva o anche visionaria. Leggere un saggio d'inverno è facile come d'estate, ma in quest'ultima stagione è anche possibile trovare momenti di silenzio per poter concedere un'attenzione diversa a questi testi.
Testi che, dovrebbero essere alla base della lettura non solo dei semplici lettori ma anche degli aspiranti scrittori. Molti bistrattano questa pratica, che invece servirebbe loro per poter capire e dinamiche della scrittura e dell'analisi morfologica del testo. Orlando è stato allievo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e per lui appuntò a mano e fece a stesura finale de "Il gattopardo". Critico molto conosciuto in questo libro, che è una raccolta di contributi per una conferenza organizzata a Palermo, si presenta in veste di autore di un libro scritto da giovane e poi rimaneggiato una vita prima di consegnarlo all'immortalità come "La doppia seduzione". 

Ero alla fine del liceo, o forse agli inizi dell'università, e Orlando era stato invitato a Palermo, a tenere una conferenza presso la Fondazione Palumbo. Orlando parlava di Proust. Non ricordo tutto, ma ricordo vividamente il suo commento su un passo della Recherche in cui viene descritta la pioggia. Proust, osservava Orlando, non dice "aveva cominciato a piovere", ma descrive a lungo e con precisione un po' visionaria gli affetti sonori, visivi, olfattivi della prima gocce sui vetri e riesce a creare nel lettore uno stato d'attesa talmente intenso, che il lettore ha quasi un moto di sorpresa quando alla fine di questo lungo paragrafo il narratore annota: "Era venuta giù la pioggia". Questo, diceva Orlando, è quello che fa la letteratura, o almeno quella riuscita. Raccontare il mondo, quello naturale e quello interiore, con una intensità che generalmente alle nostre facoltà percettive è negata.

Simona Corso


L'ultima seduzione
di Francesco Orlando
Interventi di Mariolina Bettini, Simona corso
Gioacchino Lanza Tomasi
Salvatore Nicosia, Francesco Orlando
:DuePunti Editore, ed 2011
Collana "Dossier"
Prezzo 10,00€

domenica 8 luglio 2012

L'ha detto... Gandhi

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La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore. 

 Gandhi


sabato 7 luglio 2012

Ringraziamenti... Il festival a casa del boss, 6 luglio Rocca di Papa


E' stato un bellissimo incontro, come in fondo avviene sempre quando ci si siede ad ascoltare non con la certezza di sapere, ma con la voglia di capire. In fondo sentire storie o posizioni di pensiero, che nei circuiti giornalistici non sempre trovano spazio, permette all'ascoltatore di fare un viaggio in queste terre che si avvicina il più possibile alla realtà. Quindi se a Scampia, come detto tante volte, non troverete il Far-West è anche vero che nella provincia di Caserta nasce un Festival che non è solo un momento dove andare a sentire la musica o una pièce teatrale ma è la traduzione visiva dell'impegno delle associazioni del territorio impegnate nel suo recupero. Poi ci sono inutili protagonismi o atteggiamenti di rivalsa scambiati per mancata umiltà, ma se si conosce la realtà difficilmente si incorrerà nell'errore di fare, come avviene di solito, di tutta un'erba un fascio. 

Ieri pomeriggio, la rete non ci ha assistito, ma sarà mia cura inserirvi i video in modo che ne possiate ascoltare almeno dei momenti.

Per il momento, ringrazio chi è intervenuto, il Sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia, l'associazione   Feriae Latinae che ci ha supportato con Antonio Gentile, la signora Emili e la signora Brandani che ci hanno supportato tecnicamente e il Andrea Sebastianelli de "Il Piccolo Segno", quotidiano dei castelli romani, che, sempre attento a quello che avviene sul territorio, era presente.

Ringrazio altresì Pietro Nardiello che come al suo solito è riuscito a portare con sé un gruppo di persone che hanno saputo rendere questo incontro speciale con le magnifiche letture di Ferdinando Maddaloni, la pazienza e la moderazione vivace di Giuliana Covella e con la presenza sempre franca e senza peli sulla lingua di Don Aniello Manganiello. Le foto che inserirò saranno quelle realizzate dal comune e da una nuova amica, Maria Angela Diana, che realizza foto bellissime!

L'incontro non si è concluso con un addio, bensì con un arrivederci, magari a Settembre con il fresco per poter riprendere il discorso con la voglia di voler approfondire il discorso magari dopo aver letto il libro che per chi sta a Roma e provincia è possibile trovare alla Libreria Cavour di Frascati ( http://www.libreriacavour.it/ ) aperta fino a mezzanotte.

Pertanto anche questo post è da ritenersi un aggiornamento;)
Buone letture,
Simona




mercoledì 4 luglio 2012

Il Festival a casa del Boss - Presentazione 6 Luglio 2012



Non è stato affatto semplice organizzare questo evento ma alla fine ce l'ho fatta quindi vi annuncio che Letture Sconclusionate ha il piacere di invitarvi a partecipare a questo evento a Rocca di Papa il 6 luglio alle ore 18.30. La presentazione riguarda un libro diverso da quelli che sul mercato vengono venduti. Si parte parlando di come è nato il Festival dell'Impegno Civile e si arriva a capire quali sono le basi su cui gli avamposti dell'antimafia devono poggiare ovvero sulla creazione di una nuova cultura che riapra il gusto del vivere nella propria comunità e dell'importanza della tradizione. Solo la comunità può evitare che il fenomeno mafioso si replichi all'infinito reclutando sempre nuovi giovani iniziandoli ad una vita fatta di illegalità e morte. E' per questo che il Festival dedicato a Don Peppe Diana è stato da sempre osteggiato, perché oltre a portare cultura, lo faceva in modo "Itinerante" nei beni confiscati ai clan. Vi invito non solo a partecipare (cercheremo di mandarlo anche in streaming e vi inserirò i riferimenti il 6 luglio) ma anche a comprare questo libro per approfondire il tema.
Queste sono cose che sui giornali non leggerete mai.
Buone letture,
Simona

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domenica 1 luglio 2012

Incontro con Noa e David Grossman

Questa è andata in "onda" su Youtube e RaiLetteratura, è uno dei pochi appuntamenti di Anteprime, programmato dall'8 al 10 Giugno a Pietrasanta, che sono riuscita a vedere. Non ho mai letto nulla di Grossman ma devo ammettere che ne sento spesso parlare da un'amica. Magri un giorno mi deciderò, ma trovo che questo autore che ho già visto ospite, non mi chiedete dove perchè non rammento, sappia tenere l'interesse del pubblico che ogni volta si trova di fronte con grande maestria. Probabilmente è questa aura di "serenità" che lo circonda. La stessa amica parla spesso anche della cantante Noa che, è inutile sottolinearlo, ha una voce spettacolare. Vi posto questo intervento perchè l'ho trovato molto bello e visto che la trasmissione tubiana si è interrotta causa pioggia, sono andata a ricercarmelo per vedere come era andata a finire.
Buona visione,
Simona 





Si cita nel video:

Qualcuno con cui correre
David Grossman
Edizioni Mondadori, ed 2008
Collana "Oscar contemporanea"
Prezzo 10,00€

A un cerbiatto somiglia il mio amore
David Grossman
Edizioni Mondadori, ed 2009
Collana "Oscar Grandi Bestsellers"
Prezzo 15,00€
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