mercoledì 29 giugno 2011

[Dal libro che sto leggendo] Torre di controllo



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“[...] Mi piacerebbe (parla Sauro Badalamenti il protagonista investigatore assicurativo) tanto dirvi che me ne sto rintanato come un orso a leggere Shopenhauer e ad ascoltare Schubert, ma la verità è un’altra. Faccio jogging tutte le mattine intorno al lago. Cinque chilometri, la mattina presto, ti rimettono in pace con il mondo, ve lo garantisco io. Poi faccio la spesa e preparo manicaretti, la sera accendo il camino e rivedo vecchi film in videocassetta. VHS sì, avete capito bene. Non sono tecnologico io. Se non fosse che mi serve per lavoro nemmeno il cellulare userei. Quale bisogno ci sarà poi del digitale terrestre, se quelli che guardo sono tutti film in bianco e nero degli anni ’40? Avrò visto Casablanca un centinaio di volte e il nastro del Falcone Maltese oramai è tutto consumato. Noir, sì, è a mia passione.


Noir come questa città e come il mio lago, che quanto a malinconia e tetraggine, lasciatemelo dire, no sono secondi a nessuno. A me però sta bene così. Mi ricorda che non bisogna mai aspettarsi troppo, e quando sei abituato alla nebbia, spesso ti accontenti anche di un pallido sole. Questioni di punti di vista, immagino o di aspettative. [...]"



Torre di controllo
Giuseppe Foderaro
Sangel edizioni, Ed. 2011
Prezzo  12,90

p.s. se lo volete avere a spedizione gratuita direttamente a casa acquistatelo direttamente sul sito della casa editrice: Sangel Edizioni

lunedì 27 giugno 2011

[Da non perdere in rete] Le feci di Dio di Ciro Corona

Immagine presa da qui


Di questo blog ne ho parlato in occasione dell'uscita del libro che raggruppava i contributi dei, all'epoca 23, "aspiranti strozzati" che si chiama "Strozzateci tutti" di cui la recensione è qui
Anche di Ciro Corona vi avevo accennato con la recensione di "Scampia Trip" che trovate quiSolo, che allora, non sapevo chi fosse Ciro Corona, anzi lo sapevo dal libro, ma non lo conoscevo. Oggi invece mi trovo nella difficoltà, dovuta alla voglia di farvelo conoscere davvero, per quello che è e nell'impossibilità di portarvelo casa per casa!
All'epoca mi chiese contatto su FB tramite il profilo di (R)esistenza, che oggi è una pagina fan in start-up (Resistenza su Fb) ma piena di contributi interessanti e, benché scrivere non sia il suo lavoro, Marcello Ravveduto gli ha dato voglia e spazio per rimettersi alla prova con la penna e il foglio di carta. Quel che ne viene fuori è un racconto molto diretto, privo di fronzoli e senza l'utilizzo di quella terminologia "amica" che ci rende meno cruente certe immagini e questo comincia dal titolo "Le feci di Dio".

In questo anno e mezzo a contatto quasi stretto con la cultura napoletana ho imparato una cosa che vi invito a tener presente prima di leggere questo pezzo: "le storie sono come le parabole della tradizione cristiana, inventate non per incolpare ma per suggerire modelli di comportamento". E' una natura connaturata del "campano pensare". Ed è una cosa talmente tanto naturale per loro, quanto per noi strano vedere le loro facce stupite nel caso dicessimo che non per tutti è così. E' in questo senso che vanno letti i racconti di Scampia trip, di questo racconto e dei mille altri che, se vi capiterà di passare per la Campania, vi verranno raccontati. A questa legge si aggiunge un postulato: "Anche dalla vita più negletta si possono imparare importanti lezioni di vita". Ed è questo che fa si, che ogni vita dal quella più povera a quella del camorrista più sanguinario, diventi una storia e un possibile modello di comportamento da cui trarre insegnamento per fare della propria vita un'altra Storia. 

Detto questo, mi preme dire un paio di paroline sull'autore in questione.  Ciro è un amabile ragazzo di 32 anni che vive, lavora a Scampia e la ama sopra ogni altra cosa. Scampia viene seconda solo ad un altro dei suoi grandissimi amori che sono i bambini. Tutti. Indistintamente, alti, bassi, piccoli, rom, neri napoletani o no non ha importanza. Se per il comune concepire sei catalogabile nelle sezioni "bambino/a","ragazzino/a" pupo o altro è certo che Ciro mollerà quel che sta facendo per darti attenzione. In particolare i bimbi di cui si occupa con (R)esistenza, di cui è il presidente, insieme con gli altri operatori sono i minori reputati come "a rischio", perché appartenenti a famiglie povere o con contatti con la la camorra, i cui genitori per motivi di lavoro o perché sono incarcerati, che  non possono  essere seguiti con l'attenzione che richiederebbero solitamente nel periodo della crescita. Così li vanno a prendere alla mattina, buttandoli giù dal letto, vestendoli e a volte anche ricorrendoli quando scappano perché non ne vogliono sapere di studiare, li accompagnano a scuola e li riprendono e si occupano dei loro compiti e dei loro giochi.

E quindi quando leggete questo racconto e lo guardate nella foto formato francobollo che è li, tenete conto che questo che vi ho appena descritto è colui che ha scritto "Le feci di Dio".

Le feci di Dio di Ciro Corona per Strozzateci Tutti

Dovrei fermarmi qui, ma visto che stiamo parlando di Ciro e di (R)esistenza c'e' un'altra cosa che mi preme farvi sapere e chiedere a chi passa di qua, di condividere questo che è un appello, proprio del protagonista di questo mio post. Sono anni, che questa associazione chiede una sede al comune di Napoli e non è che non ve ne sono in quel quartiere, ma rimangono "beni confiscati chiusi a marcire (se rimanete su "Strozzateci tutti" e siete curiosi, cercate i pezzi di Pietro Nardiello che di beni confiscati ne ha parlato spesso anche in altri luoghi).
(R)esistenza e il suo presidente fanno un appello perché venga pubblicato dai giornali questo appello:



LETTERA APERTA A GIORNALI, GIORNALISTI E TV

Egregio/a giornalista
Le scrivo in quanto presidente di una organizzazione di volontariato di Scampia/Napoli, l’associazione (R)ESISTENZA – associazione di lotta alla illegalità e alla cultura camorristica – da anni impegnata nel recupero dei minori “a rischio” del quartiere. Nel 2008 dopo aver avviato un percorso di reintegro, recupero e sostegno scolastico per i minori e dopo aver miracolosamente riportato a scuola decine di ragazzi, strappandoli dai letti, vestendoli e trascinandoli a scuola, ha dovuto abbandonare le attività perché costretta ad arrangiarsi in uno scantinato al buio, umido, basso e stretto. Da quell’anno sono cominciate richieste e sollecitazioni al Comune per una sede. Constatata l’indifferenza delle istituzioni a delle richieste così generiche ci siamo messi alla ricerca di strutture idonee fino ad individuarne una ben precisa, un ex istituto professionale da anni in disuso e abbandonato a se stesso, all’incuria, al degrado e ai tossicodipendenti che li si sono acquartierati. Lo stabile infatti è adiacente al Lotto P, le famigerate “Case dei Puffi” nel cuore del rione 167 di Scampia. La struttura, per l’ubicazione che ha, nascosta da una chiesa, non visibile dalla strada e in prossimità di una “piazza di droga”, è diventata non solo il quartier generale dei tossicodipendenti ma sede improvvisata per lavori momentanei da parte dei camorristi di turno. Da un anno le nostre richieste, all’intera giunta comunale e agli assessori competenti, per un comodato d’uso con l’onere a nostro carico della ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile sono stati letteralmente ignorati, nemmeno risposte negative, il silenzio assoluto. Eppure abbiamo presentato nella richiesta il progetto di trasformazione dello stabile in
. Una casa famiglia per il recupero dei “minori a rischio”, convenzionata con il Tribunale per i minorenni di Napoli e non solo
. Un centro di formazione professionale di mestieri artigianali sia per i ragazzi della casa famiglia che del quartiere;
. Una “scuola di legalità” e di un polo delle associazioni.
Insomma progetti utili, sostenibili e “nobili”. L’intero progetto è piaciuto ad alcune associazioni, gruppi di persone e realtà non Campane tanto che da Milano ci sono arrivate 5 chitarre elettriche, 2 pianole professionali, amplificatori, 7 postazioni informatiche complete, altre 2 postazioni informatiche da Palermo e ancora da Milano la disponibilità a contribuire economicamente con una somma fino a 10 mila euro per l’acquisto di una sede per l’associazione!
All’iniziativa aderiscono moralmente personalità del mondo dell’antimafia, dell’anticamorra e della lotta alla illegalità come ad esempio
- Pino Masciari: testimone di giustizia da 16 anni sotto scorta;
- IMD: acronimo del poliziotto della squadra speciale “Catturandi” di Palermo;
- Don Aniello Manganiello: prete “anticamorra” di Scampia;
- ‘A67: gruppo musicale anticamorra di Scampia;
Due laboratori quindi, quello di informatica e musicale, bloccati da un irresponsabile silenzio da parte del istituzioni. Eppure si dice che a Scampia mancano le opportunità, mancano le alternative… forse quel che manca è solo una classe dirigente responsabile e una “stampa” attenta a certe storie.

Le chiedo di dar voce alla nostra denuncia con qualunque mezzo a sua disposizione
per info www.associazioneresistenza.com email: assoresistenza@libero.it
Ciro Corona per (R)ESISTENZA








Buona lettura,
Simona



domenica 26 giugno 2011

Nessun vincitore...

Qualcuno mi ha detto che era complicato, e vabbuò, questa volta nessun vincitore.
Per chi fosse curioso il libro era di José Saramago "Tutti i nomi" lo rimetterò in palio più in là.
Buona notte,
Simona ;)

L'ha detto... Galileo Galilei





Non ho mai incontrato un uomo così ignorante dal quale non abbia potuto imparare qualcosa.

Galileo Galilei

venerdì 24 giugno 2011

Giochiamo!

I vocaboli da cercare per questo gioco provengono dalla prima puntata di Vanguard del 2011 che è andata in onda due settimane fa se non vado errata. Chiaramente non posso obbligarvi, per vincere il libro, a guardarvi 45 minuti di puntata, ma se a fine gioco sarete curiosi la puntata cui si ispira è questa:




Detto questo, passiamo al 2° gioco di questo mese, per me, di festeggiamenti. ribadisco le regole, il gioco, a meno che non sia diversamente indicato ha nella soluzione il nome dell'autore del libro che metto in palio. Si vince solo se si mette per primi nel commento a questo post la soluzione. Per chi è registrato su blogger e ha l'email visibile o un modo per essere contattata/o non c'e' altro da aggiungere, per chi non lo è chiedo almeno di inserire un indirizzo email per poterlo contattare e spedire il libro. I libri messi in palio sono nuovi, ovvero intonsi, e scelti fra quelli che ho letto e cui sono più affezionata e l'invio è a mio carico.
Chi vince questo gioco, visto che successivamente ogni mese ce ne sarà uno, non potrà giocare per altri due mesi, per correttezza verso tutti gli altri partecipanti.
Questa è la schermata di gioco, che come per la precedente volta, vi consiglio di cliccarci sopra e vi rimanderà all'ingrandimento dell'immagine,  e stamparla, è più facile. Si tratta di trovare tutte le parole sotto inserite, le lettere che rimarranno fuori comporranno il nome dell'autore che ha scritto il libro che è in palio oggi. Autore e tema, oggi, hanno in comune solo la lingua.


ATTENZIONE! L'immagine che era già inserita, mancava delle due righe superiori, pertanto ho dovuto riposizionarla, altrimenti il gioco non viene! Mi scuso per il disguido e mi auguro che riusciate a vincere! Adesso L'immagine è corretta.





Ed ecco i vocaboli da cercare:

DIO
GAY
REI
ORE
EROS
DONI
ITER
LITI
MORE
SENO
TIRI
TRIO
TOUR
UOMO
AMORI
CACAO
FIGLI
LUANA
MACIO
SEDIE
SESSI
BOTTE
AZIONI
DOLORE
LUOGHI
MARITO
MILANO
MINORI
ORMONI
REGINA
SPAZIO
STORIE
ARRESTI
MODELLE
NAZIONE
POLIZIA
REPLICA
TOSCANA
SPIAGGE
BELLEZZA
PLASTICA
ZUCCHERO
AMAZZONIA
SCALENGHE
PSICOLOGO
COPACABANA
PROSTITUTE
SAMBODROMO
SOLITUDINE
TRANSESSUALE

Buona caccia!!!!
Simona

mercoledì 22 giugno 2011

“Le giostre sono per gli scemi”,Barbara di Gregorio - La vita è una ruota...

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Questo è il romanzo d’esordio di una scrittrice che è stata contattata da Rizzoli, in seguito alla lettura di alcuni suoi racconti, e, alla quale, è stato chiesto di provarsi nello scrivere un intero romanzo. Questo dev’essere un punto fermo da tener presente sia nel leggere la mia recensione e sia, se vorrete, nel leggere questo libro.

La trama è abbastanza semplice, in una Pescara sospesa nel tempo e nello spazio, vivono due fratelli figli della stessa madre e di padri differenti. Leonardo è il più grande cresciuto nella totale mancanza del padre da cui dipendeva in maniera viscerale. Suo padre era un giostraio e nonostante fosse in giro con il suo ottovolante per l’Italia, quando era piccino, tutte le sere rientrava a casa per stare vicino a suo figlio e cullarlo per addormentarlo ma sono ricordi lontani della memoria del ragazzo. Alla fine dell’estate del suo settimo anno di vita, sparì nel nulla lasciando crescere il figlio in una marea di “se non avessi” “se fosse successo” etc. Chicco è invece il figlio del rapporto con il secondo compagno che si chiama Pietro e che, con lei, lavora in una pizzeria e insieme tirano avanti una vita normale ma in un’aria decisamente pesante. Lavorando di sera, Chicco ha l’opportunità di crescere con suo fratello del quale a mano a mano ha anche lui un bisogno viscerale di approvazione. La storia, nelle sue quasi trecento pagine, narra un momento di crescita di questi due fratelli e di un’affinità o appartenenza fra loro ora rifiutata e ora accettata.

I temi che ne vengono fuori sono molteplici, ma purtroppo sono un po’ abbattuti dall’aura pesante che circonda e avviluppa tutto il romanzo. E’ un pò come girare una città in una calda ma grigia giornata, non piove, le nubi trasmettono abbastanza luce da apprezzare i volumi dei palazzi e dal certificare che stai girando di giorno, ma il caldo, che potrebbe essere una cosa buona, diventa opprimente perché l’aria è ferma e sembra che le nuvole impediscano all’umidità di lasciare il luogo ove si trova. Sensazione brutta? La medesima che accompagna tutto il libro. Ora, non ho letto i racconti della Di Gregorio, ma nonostante al Festival, nella sua presentazione dello scritto, io avessi capito altro, mi sono ritrovata un libro potenzialmente bello, ma “attufante” e forse scritto troppo di fretta.

“La vita è una ruota” si dice spesso qui da noi, per dire che gira che ti rigira, sempre allo stesso punto si ritorna, oppure in un’accezione un po’ differente, indica che oggi quel che succede a me potrebbe succedere domani ad un altro. Barbara sembra aver preso come riferimenti la prima versione di questo detto e su quel significato ha improntato il suo racconto. La vita ha anche un motivo per essere generata, motivo per il quale si studia si cresce e e ci si alza ogni giorno. Il problema è comprenderlo prima che i giri della giostra della vita siano finiti, perché arriva sempre il momento di scendere per far spazio a qualcun altro. Chicco e Leonardo, presi nel momento in cui si affacciano alla vita, stanno cercando chi sono e cosa sono, circondati da personaggi che credono essere vuoti ma che , in fondo, sono parte della spiegazione come anche gli affetti che sembrano sempre di "carta" in confronto a questo legame non coltivato fra i due fratelli. Tanto più Chicco cerca Leonardo tanto più quest’ultimo s’isola dal mondo. L’immensa sensazione di rifiuto subita da piccolo in Leonardo s’ingigantisce ogni anno e non gli da pace. In più ogni storia, sembra suggerire l'autrice, è un cerchio nel quale si incastrano i cerchi delle vite di coloro che entrano a vario titolo nella nostra esistenza come affetti amicali o amorali o semplicemente familiari. Tutti anelli connessi fra loro. E tutti in qualche modo dipendenti dagli altri. 

Detta così è un capolavoro, ma, e c’e’ sempre un “ma”, il tema viene svolto in maniera confusionaria. Sembra quasi che la storia sia, sì, apparsa in un momento, quasi in un sogno, ma che nella fretta di scriverla, per non perderla negli appunti abbia perso qualche parte o abbia invertito qualche situazione, e che fino all’attimo di stampa essa non sia stata rivisitata. La difficoltà di leggere questo libro è data da questo, dallo stare dietro all’autrice come se si stesse percorrendo una galleria di quadri e lei dicesse le informazioni in velocità e nel momento in cui tu arrivi davanti all’opera lei avesse già concluso la spiegazione e fosse già incamminata al successivo. Quindi si perdono i tempi e si confondono, alcuni dialoghi spuntano, senza un’apparente ragione e te li devi ricordare qui e li quando li cita. Anche i personaggi si ripetono nel tempo, ma sono talmente poco descritti o accennati all’inizio, che fai fatica a capire che si erano incrociati già quando te li vedi spuntare nello scorrere della storia. Il tutto sempre circondato da questa coltre pesante che sembra incombere, non solo su Pescara, ma anche sul libro stesso e che riesce a rendere sbiadito anche il giubbetto rosso con la toppa a banana di Leonardo. Leggere questo libro è un’impresa vera per chi si avvicina per la prima volta ad un autore e questo genere (che è a metà fra un romanzo classico con declinazioni quasi da noir, che nicchia ad una forma nuova, ma rimane comunque saldamente ancorato all’impianto classico del romanzo) di certo non aiuta. C’e’ però da dire che l’idea c’è, la motivazione per raccontare pure, si sente lo sforzo dell’autrice nel voler proporre una cosa affatto scontata e c’e’ talento, che magari deve farsi le ossa, ma c’è.

Non è un libro per tutti per le caratteristiche citate anche se, devo ammettere, che se anche non avessi conosciuto l’autrice, probabilmente avrei comprato lo stesso il libro attirata dal format accattivante e dal  titolo, perché spesso le mie scelte sono dettate anche da questo e in particolar modo quando quel che trovo non fa parte dei generi o scrittori che comprerei ad occhi chiusi. Però è un libro che consiglio di tenere presente per tanti motivi fra cui spicca la forte voglia di proporre temi profondi, cosa rara nei romanzi editi ora da alcune grandi case editrici (meno per i piccoli editori), e perché secondo me Barbara, con la sua verve esplosiva e con il suo non prendersi per forza sul serio, saprà ancora stupirci in futuro.
Buone letture,
Simona

Le giostre sono per gli scemi
Barbara Di Gregorio
Rizzoli Editore, ed. 2011
Prezzo 18,00€



domenica 19 giugno 2011

"Mia suocera beve." Diego de Silva per la Città del Libro nel Salento

Ecco Diego De Silva per me e' stata una vera scoperta! Ho adorato il "Mia suocera beve" e non è detto che non acquisti anche i libri precedenti. Nonostante questa sua aria tra il malinconico e il timido sa essere estremamente pungente e ironico accompagnando il lettore nelle sue peregrinazioni di pensiero per nulla spicciole. Una filosofia solo in apparenza "de noialtri" ma esposta in una maniera decisamente originale!
Sotto i riferimenti del libro.


La recensione di questo libro è già stata pubblicata e la trovate qui.

Mia suocera beve
Diego De Silva
Einaudi Editore, Ed. 2010
Collana "I coralli"
Prezzo 18,00€

venerdì 17 giugno 2011

"Torre di controllo" Giuseppe Foderaro - Contemporaneamente classico...

Immagine presa da qui

Giuseppe è stato una delle più belle scoperte del 2010 ad opera di una amica comune, Saskia, che non finirò mai di ringraziare. E la fregatura, di aver conosciuto e chiacchierato con uno scrittore è che quando lo leggi non lo puoi sbolognare con un semplice “E’ bello Giusè” perché, almeno nel mio caso, lui si aspetta di sapere il perché e scritto per filo e per segno per giunta!

Il protagonista di questa storia gialla è Sauro Badalamenti, che abbiamo già incontrato in un altro racconto e che è, come avviene per ogni scrittore suppongo, l’amico invisibile di Giuseppe da anni, visto che ne delinea i tratti in maniera così decisa e minuziosa da sembrare veramente reale. Siamo nella Milano dei nostri giorni, i riferimenti delle fermate della metro e di piazzale Loreto sono descritti con un’accuratezza che ci permette quasi di vederli, come ci fossimo passati davanti ieri. Il nostro investigatore è un uomo schivo, ha un passato un po’ burrascoso che lo ha forgiato e che lo ha reso un uomo diverso, non sta a noi giudicare se migliore o peggiore e a lui, fondamentalmente, non credo importerebbe poi molto. Il suo lavoro è investigare su incendi, furti o altre situazioni che richiedono rimborsi milionari per trovare il dolo laddove esso si presenti. Ma l’investigazione assicurativa non è la sua unica attività accetta anche casi differenti, come quello di un ragazzina sparita senza alcun motivo da mane a sera e di sua madre, reduce da una separazione burrascosa, che la cerca disperatamente.

E’ un giallo, per cui quel che vi posso dire è che a Sauro viene chiesto di scoprire se un incendio occorso in uno stabile di Piazzale Loreto sia doloso o no, ai fini del rimborso. Un caso che all’apparenza è molto semplice apre a scenari differenti e improvvisamente fa, attraverso un reperto trovato sul luogo del misfatto, da rintocco funereo di eventi che avverranno nei mesi successivi. di più non dirò, anche se non è facile!

Io ho letto anche un altro libro di Giuseppe, anche se lui non vuole che io glielo ricordi, e leggo il suo blog saltuariamente perché quando scorro quelle righe, lui lo saprà solo oggi, io sento la sua voce narrante che pronuncia quelle parole. Quello che mi piace di lui è che i suoi libri e i suoi scritti anestetizzano i suoi demoni e delle volte anche i miei. Ci vuole del profondo coraggio nel non rifilare storie che siano troppo commerciali o da libro usa e getta e in questo Foderaro è sempre stato prode fin dai tempi dei suoi primi lavori, che qui non nominerò, ma che non prometto di recensirvi prima o poi (almeno l'unico che sono riuscita a reperire io!) perché, a me, anche quello era piaciuto tantissimo. La differenza da ieri a oggi è una scrittura più scorrevole e meno sperimentale ma il cuore è sempre lo stesso quello di un uomo che non ha bisogno nemmeno “de visu” di alzare il tono della voce e che riesce a parlare con gli occhi in un assoluto silenzio. E nei suoi scritti avviene la stessa cosa, i suoi protagonisti hanno sempre una grande umanità non dovuta e nemmeno ricercata, ma che è frutto dell’esperienza di una vita che non sempre è gradevole ma che, se sai coglierne il messaggio, sa darti grandi lezioni.


Contestualmente nel giallo odierno, come detto, Giuseppe rifugge dalla facile narrazione contemporanea, che vuole effetti speciali ed evoluzioni pirotecniche, per scegliere invece un impianto classico, che sicuramente è più difficile da seguire e organizzare, con risvolti noir che accompagnano la sua personale visione di Milano che ama alla follia e in cui vive tutt’ora. L’adesione ad una struttura classica però non è accettata per intero, ma viene reintermpretata e riformulata in maniera tale da fornire gli elementi man mano che si presentano, ma non in funzione del dare ogni componente al lettore per trarre le sue conclusioni, ma proprio per coinvolgerlo nelle indagini (motivo per il quale Foderaro mi deve 25 km di strade sbagliate imboccate il giorno che stavo per finire il libro e tentavo di arrivare in ufficio con il pensiero fisso di chi fosse il colpevole!).

Questo libro è scritto in maniera estremamente scorrevole ed editato in una maniera particolare (Foderaro ha un morboso rapporto con le macchine da scrivere e credo che questo sia il motivo per il quale il carattere scelto è quello che ricorda gli scritti con le macchine da scrivere antiche) ma io ve lo consiglio non perché ne conosca l’autore, ma perché sarebbe veramente un peccato non entrare nel suo mondo e non conoscere autori come Giuseppe che, in barba alle correnti che li vogliono tutti uguali e ripetitivi, scelgono di scrivere in modo diverso aggiungendo il proprio contributo alle forme di scrittura contemporanea reinterpretando stili passati, eludendo forme compiaciute e retoriche, e confezionando un prodotto valido quanto e credibile in ragione di un metodo di approfondimento tipico di scrittori d’altri tempi.


Torre di controllo
Giuseppe Foderaro
Sangel edizioni, Ed. 2011
Prezzo  12,90

p.s. se lo volete avere a spedizione gratuita direttamente a casa acquistatelo direttamente sul sito della casa editrice: Sangel Edizioni



giovedì 16 giugno 2011

Un bell'evento in programma a Roma

Volevo farvi conoscere questa iniziativa che avrà luogo il 18.06.2011 a Rocca di Papa. Il coro che ospita lo conosco bene e siccome gli ospitati vengono dall'America e mi dicono che sono veramente bravi, mi piacerebbe che che ama il gospel e il canto "corale" prendesse parte a questo evento. 


Volevo inserirlo stamattina ma Blogspot non ha collaborato!
Buone letture...e ci leggiamo domani!
Simona

mercoledì 15 giugno 2011

[Dal libro che sto leggendo] Un peso sul petto



"Secondo voi fa le messe nere quello là?", si erano chiesti poco dopo, durante la riunione che i ragazzi della troupe avevano indetto per scegliere il candidato ideale."Ma figurati, non lo vedi che è uno sfigato? Fa così per darsi un tono."Nel loro ingenuo mondo postadolescenziale i "cattivi" si presentavano con un grugno malvagio, le sopracciglia arcuate in un'espressione infida, la pelle segnata dal vizio, gli occhi offuscati da pensieri inconfessabili e dalla colpa che essi si portavano dietro. Non sapevano ancora che il Male spesso corrisponde al vuoto: è l'assenza di colpe, l'assenza di pensieri, l'assenza di segni e di espressioni. Il Male non ha coscienza e di conseguenza, non pensa, non si tormenta, non si consuma. Il Male non ha bisogno di farsi pubblicità, è liscio come una fortezza di alabastro, senza profondità, viene agito senza essere interiorizzato ed è capace di riflettere sempre una sola immagine: il delirio di superiorità del suo perpetrare. Il Male ha bisogno solo di qualcuno che se ne faccia carico. Un volontario zelante, una vittima entusiasta: uno come il fido Barney, ad esempio, il servo goffo del Baratro.


Un peso sul petto
Vittoria a.
Eclissi editrice, ed 2011
Collana "I dingo"
Prezzo 12,00€

domenica 12 giugno 2011

L'ha detto...Thomas Fuller


Defiance - I giorni del coraggio Immagini del film Iddo Goldberg Yitzchak Shulman


Ci sono persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. 

Thomas Fuller


venerdì 10 giugno 2011

Giochiamo!



Se cliccate sull'immagine si ingrandisce!


Come anticipato il 5 Giugno, per il compleanno del blog, ho deciso di regalare qualche libro e visto che i libri acquistati sono parecchi, ho poi deciso di metterne in palio 1 al mese finché le finanze mi aiutano. I libri scelti, sono quelli che ho amato e di cui ho scritto anche qui sul blog. Quindi, tranquilli, non ho deciso di rifilarvi fregature di libri che non mi sono piaciuti o libri usati! I libri sono tutti nuovi, acquistati doppi o ricomprati, magari in offerta, ma comunque intonsi! Chiaramente per Giugno visto che si festeggia, i libri in palio sono due, uno oggi e l'altro l'ultima settimana di Giugno, se non dovessero essere aggiudicati, saranno rimessi in palio nei giochi dei mesi successivi in coda agli altri.

Bando alle ciance e parliamo di regole. 
Chi vince un libro non potrà partecipare ai giochi mensili per vincerne altri per almeno 2 mesi. 
Nel caso del cruciverba di oggi vale la prima risposta nel commento sotto questo post. Al vincitore qualora non fosse profilato su blogspot, chiedo di inserire un indirizzo email in modo da poterlo contattare, magari insieme alla risposta.
Le caselle che vedete in violetto lette partendo dal basso verso l'alto per righe, vi daranno Nome e Cognome dell'autore il cui libro oggi è in palio. 
Sopra c'e' il cruciverba (se cliccate sull'immagine dovrebbe apparire più grande) e sotto vi metto le definizioni. Ora, siccome il cruciverba l'ho montato io, abbiate pazienza, non sono una professionista, ma sicuramente è più facile di tanti altri!
Buona fortuna a tutti!

Definizioni:

Orizzontali
1. Autrice di “Un peso sul petto”
2. Cercava Beatrice
9. Stai cercando di risolvere questo cruciverba
10. Terni - Sigla di provincia
11. Difficili da reperire
13. Lo sono quelle del gioco
16. IL contrario di "post" inteso come posteriore
18. Si danno per iniziare a giocare
20. Lo era “il dolce stil” agli albori della letteratura italiana
21. Modo antiquato per dire “mia”
23. Il rintocco ne decreta l’inesorabile scorrere
24. Quando ti assale, il tempo non passa mai!
27. Gli A67 hanno fatto una cover della sua fortunata canzone “Io non mi sento italiano”
29. Rosso a Londra
30. Se non è mia e né sua…
32. Sono famose quelle di Marzo ai tempi della Roma imperiale
34. L’autore di “Una vita violenta”
36. Ha recentemente scritto e pubblicato “L’ardore”
40. Se non è qua, sicuramente è…
41. Né mio e né tuo
42. Si prepara per pescare
43. Li spezzò Gesù distribuendoli con i pesci agli affamati accorsi ad ascoltarlo
44. Quando non c’è non è una coniugazione al condizionale
45. Negazione secca, inappellabile
46.. Autore de la “Visera”
47. Alla fine di…”Fine”!
49. Catania in breve (Sigla)
50. Quando si chiede … fare, si ricevono istruzioni
51. “Tu spii” conversazioni dietro le porte! Detto in termini desueti
53. La Francesca conduttrice de “La bellezza contro le mafie” e autrice di “Quarto comandamento”
54. Luoghi non illuminati
56. Materiale prezioso per “fedi”
58. “Lui” al femminile
60. Ci attraccano le barche e alcuni sono privati
61. Il nome di Lucarelli
64. Il nome di Ciavatta, giornalista e critico
67. Sinonimo di spostare da inserire nella fra “lui sposta una cosa”
68. Un tempo si usava dare del ... al posto del più contemporaneo "Lei"
69. Sesta nota nella scala musicale


Verticali
1. “Finche la barca …” nel verso di una famosa canzone
2. L’ultimo libro di Giuseppe Foderaro
3. Gruppo musicale famoso, soprattutto su Youtube con il brano “Il gigante” con l’introduzione di Paolo Rossi
4. Dea della sapienza e della guerra, figlia di Zeus
6. 365 giorni
7. Arrivati al numero, si parte!
8. Sono pari in “mela”
9. Alla fine di millantate
12. Così sono le frasi in poesia
14. Il protagonista di uno dei vecchi film di Spielberg col pallino delle telefonate!
15. Lo è la “Budella” in un titolo di un libro di Aldo Busi
16. Antenato
17. Napoli in breve
18. Lo era “L’amor” ai tempi dei feudi e delle corti, cantato alle damigelle
19. Alla fine di “Camminare”
22. E’ in titolo (sigla) di un telefilm abbastanza famoso che rese famoso George Clooney
25. Sono pari nel Tofu
26. Esclamazione campana che in qualche caso significa “Essù!”
27. Il nome in italiano di Herling, autore di “Un mondo a parte”, come si usava fare fino agli anni ’60 inserendo lo scrittore sotto il titolo
28. Il cognome di Giambellino, pittore veneziano famoso nel rinascimento italiano
31. Lo sono le “Scatole” in un giallo di Monica Lombardi
33. “Data” senza la parte centrale
35. “Sia” senza la consonante
37. Si dice di averlo nella manica, quando si ha una soluzione vincente
38. Ci ha lavorato per 16 anni Don Aniello Manganiello
39. Si usa per condire i piatti che non sono nella categoria dessert
43. Famoso fiume lombardo
48. Quando “è grande” si corre il rischio di risultare antipatici e altezzosi
49. Lo era il “colle” per Leopardi in una famosa poesia
50. “Casa” a metà
52. Sinonimo di colpevoli al femminile
53.  Acronimo di Byte Order Mark
54. il “salto” dell’eroe, detto in termini desueti
55. Quelli della … bianca, fecero una vera strage in Emilia Romagna
57. Si è fusa con il partito di Berlusconi alle ultime elezioni nazionali (Sigla)
59. Sinonimo di utilizzo
62. Alla fine del “tema”
63. Lo è il marito della Regina
65. La metà di “L” scritta per esteso
66. la quarta nota sulla scala musicale


Attendo le vostre risposte!

mercoledì 8 giugno 2011

"Il quarto comandamento", Francesca Barra - La gestione del ricordo...

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L’ho terminato giusto stamattina (21 maggio) e, sì, Francesca è riuscita a strapparmi anche una lacrimuccia. A cosa è dovuta starà chi leggerà questo libro capirlo, però sappiate che la delicatezza di Francesca nell’accostarsi alle storie e ai protagonisti è presente per tutta la durata di questa storia. Ci sono persone nate per fare i giornalisti, gli indagatori dell’occulto o del giallo ci sono quelli che sono capaci di raccontarvi cose scritte da altri fissando la telecamera senza sbattere nemmeno una volta le ciglia, e poi ci sono persone come l’autrice di questo bel libro che entrano in punta di piedi e con la delicatezza dei modi, che la contraddistingue, vi introducono in momenti bui della vita italiana, con il cipiglio del giornalista raggruppano nomi, cognomi, situazioni e storie parallele e le organizzano in maniera che siano comprensibili a tutti e ve le propongono senza per questo dovervi assediare o rivoluzionare la vita, ma con il chiaro obiettivo di dirvi: “Fermati, guarda a fondo, rifletti e comprendi dov’e’ l’errore e troviamo una nuova via”.

26 Gennaio 1979, Palermo, Via Campania orario serale della cena. Un giornalista, l’ennesimo, e nemmeno l’ultimo, viene ucciso a sangue freddo e in maniera vigliacca con 4 colpi di calibro 28, mentre volta le spalle al suo assassino, praticamente sotto le finestre di casa sua. Nonostante vi sia una testimone e un capace investigatore di nome Boris Giuliano, che dopo pochi mesi anch’esso cadrà vittima della mafia, a questo omidicio seguiranno circa 20 anni di silenzio colpevole e omertoso. Il giornalista è Mario Francese padre di 4 figli Giulio, Massimo, Fabio e Giuseppe e marito di Maria. Morto per fare silenzio sugli appalti truccati e pilotati dalla mafia e in particolare dalla nuova cupola che sta venendo piano piano fuori e sta contagiando come un virus tutto ciò che tocca.

La storia è vera, non è inventata, ma il libro di Francesca fa di più. Sottolinea un fattore nuovo, il “ricordo omertoso”. E’ forse una delle prime che sceglie di sottolineare questa caratteristica del nostro tempo, molto in voga (perché come siamo tutti allenatori sotto ai mondiali, con il tempo e il martellamento pubblicitario di questo o quel rivoluzionatore della storia politica o letteraria, diventiamo improvvisamente tutti professionisti dell’antimafia) e che ho visto trattato solo in maniera quasi accademica da Marcello Ravveduto in “Strozzateci tutti”. La differenza dei due scritti è che il saggio di Ravveduto guarda a tutto il mondo delle vittime e la percezione che esse hanno dell’essere colpite da un lutto per mano mafiosa ma per motivi legittimi o per puro caso. Il libro di Francesca Barra invece analizza un caso "esempio" facendo proprio parlare chi in questa brutta storia ci si è trovato e ha agito per tentare di uscire dalla casistica dei “Cold Case” indipendentemente dal ricordo dei palermitani che, comunque, riconosce come colpevole.

La moda imperante del dissenso è perfettamente logica e condivisibile, il problema è che oggi, sovente, si dissentisce e si ricorda solo perché qualcuno ci ha detto di farlo o per pulirsi la coscienza o in base di una scelta politica. E’ sempre qualcun altro il colpevole, oppure è troppo lontano, nel tempo e nello spazio il luogo per il quale manifestare e così, per impegni personali e di famiglia, si preferisce accendere la candela, scrivere che si è contro questo o quello, magari in rete, partecipare a commemorazioni virtuali e chiuso l’evento o il pc si ritorna alla propria quotidianità certi di aver fatto quel che si doveva. Come finita una manifestazione si ritirano i cartelloni e si contano quelli che le hanno prese e si torna a casa, indipendentemente dal motivo che ci ha mosso per manifestare e se il messaggio sia passato o no, insomma siamo talmente specializzati nell’indignarci da non accorgerci che a forza di esserlo, non lo siamo veramente più. Ricordare persone vive o morte appioppando l’appellativo di “Eroi” non basta e non serve, anzi spesso i congiunti non vogliono e rifuggono da questa etichetta. Gli eroi sono morti e sepolti e di solito sono morti in azioni impossibili da riprodurre o in situazioni catastrofiche.
Mario Francese, i suoi figli e tutte le vittime morte per il loro lavoro e il loro impegno giornaliero devono essere considerati “Esempi”; perché se tutti avessimo sempre seguito un codice di comportamento legale e civile, Mario come tanti altri, non sarebbe mai morto. Perché l’omertà nelle morti di mafia non viene tirata su come un velo luttuoso quando viene ucciso qualcuno, ma prima ogni volta che questi uomini o donne sono stati messi all’indice silenzioso che è percepibile come un distacco pre-morte. L’ “esempio” non vuole essere ricordato solo l’anniversario della sua morte perché così muore ogni giorno! L’esempio dev’essere sempre presente e vivo ogni momento della vita di tutti e deve essere principio e base di ogni nostra scelta di vita e nella nostra quotidianità.
Ha necessità di essere raccontato, perché non abbia a disperdersi nel tempo e nell’oblio, ma non come un modo per sentirci colpevoli ma come ulteriore modo per spronare la nostra attenzione e guidare i nostri passi giornalieri. Ed è questo il fattore che brucia di più queste famiglie e a questa famiglia, cui il congiunto è stato tolto troppo presto e senza alcuna giustificazione o aiuto, ed è per questo che i 4 ragazzi Francese, e in particolare il più piccolo fra loro Giuseppe, si sono battuti per anni. Per mantenere vivo in prima persona l’ “esempio” di vita e di lavoro del padre e per trovare gli assassini e le motivazioni che ha impedito loro di poter vivere una vita tranquilla e serena come tutti solitamente si aspettano.

Questo è quello che traspare spesso anche dalle trasmissioni in cui Francesca è protagonista e presentatrice come “La bellezza contro le mafie” e “Wipress” su La3 su satellite. Non a caso è difficile che ci siano polemiche dopo gli interventi da lei, perché fare il giornalista non significa decostruire sottolineando solo in marcio in virtù del sensazionalismo vuoto e col solo fine di tenere appesi spettatori per un paio d’ore ma come dice Don Aniello, nella sua autobiografia uscita in contemporanea con questo libro, bisogna conoscere chi cosa e come e sopratutto l’ambiente che si era creato prima e nel quale le storie di violenza nascono e si sviluppano, matrice che sembra collegare tutti coloro che hanno, anche, dato la vita per questo motivo ovvero lo “sguardo analitico del momento pregresso”. E tutto questo deve essere fatto da un lato, quello del giornalista, con la delicatezza di un adulto che deve spiegare a dei giovani, il suo uditorio, una nuova storia ogni volta che però porta sempre con se una piccola morale, che non condanna nessuno ma ammonisce sempre a non abbandonare la via, pena il ritorno ad uno status quo vuoto e ripetitivo. Il tutto deve essere fatto e appreso senza preconcetti e senza secondi fini.
Al di la di quello che dicono Saviano in copertina e Lucarelli in quarta, questo libro è di una bellezza disarmante. Racconta una storia vera e marcia, ma con una sensibilità unica. E’ una storia che mi mancava, perchè come sa chi mi segue ho scelto di approfondire le mafie un po’ per settori stagni, partendo dalla camorra. Però come avviene per le storie che colpiscono particolarmente, rimarrà con me anche a libro chiuso.
E’ un libro che sono contenta di aver comprato e che consiglio veramente a tutti non solo di comprare e leggere, ma anche di regalare. Non importa che il destinatario abbia un particolare interesse sull’argomento perchè lo stile della scrittura è così particolare e mai retorico da permettere a Francesca Barra di essere apprezzata veramente da tutti.




Mi ero dimenticata di aggiungere che c'e' anche un blog dedicato a Mario Francese qui:
http://www.fondazionefrancese.org/
E anche una pagina Fan:
http://www.facebook.com/pages/Mario-Francese/141068472588584


Nonchè le pagine relative alle attività di Francesca:
quella di Francesca Barra 
http://www.facebook.com/pages/Francesca-Barra/148587205184857
e quella della "Bellezza contro le mafie"
http://www.facebook.com/group.php?gid=150582092279



Il quarto comandamento
La vera storia di Mario Francese che sfidò la mafia e di suo figlio Giuseppe che gli rese giustizia.
Francesca Barra
Rizzoli editore, ed. 2011
Collana "Saggi Italiani"
Prezzo 17,90€









domenica 5 giugno 2011

Tanti Auguri!!!!!

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Questo blog, oggi compie un anno! In effetti era nato sei mesi prima a gennaio ma, nonostante io cercassi uno spazio così dove leggere recensioni e dove magari dire la mia, non avevo idea di come organizzarlo o di come muovermi.
Poi ho scoperto Anobii e ho scoperto che la lettura non era solo un hobby da solitari "topi di biblioteca", come lo era stato fino a quel momento per me, ma che era possibile trovare tantissime persone che avevano voglia di confrontarsi e di dire il perché un determinato libro doveva essere letto o no.
Nel frattempo ero entrata in Facebook, nonostante la mia storica repulsione per il mezzo in questione, e ho avuto la possibilità di conoscere e ritrovare amici vecchi e nuovi e di trovare ulteriori luoghi ove incontrare persone che amavano parlare, disquisire e commentare di libri e lettura. Ho trovato persone che mi hanno fatto conoscere il “Festival della letteratura di Roma” e che mi hanno fatto scoprire che partecipare ad una presentazione di un libro non è cosa da pochi eletti e mi hanno dato ulteriori strumenti e tantissime dritte per poter seguire scrittori e libri non necessariamente seguendo le mode del momento. Cosa che per me è vitale perché io e le mode non andiamo molto d'accordo!
Per il resto, i percorsi letterari che mirano a completare informazioni e dubbi instillati da qualche scritto, sono sempre stati componente essenziale del mio modo di approcciare con il mondo letterario, e sempre ne saranno caratteristica di un metodo, forse curioso, di ricercare tutte le posizioni per poter decidere qual è la mia.

Quindi all’ennesima modifica Anobiiana che non permetteva la visualizzazione a chi non era iscritto a questo social-group di vedere le mie recensioni, il 5 giugno 2010 ho dato il vita a questo spazio per poter inserire quello che di più importante mi hanno insegnato tutte le persone conosciute o ritrovate lo scorso anno (cui nel tempo se ne sono aggiunte molte altre,) ovvero che non basta dire che un libro ci piace o no, ma che per dire veramente che è stato per noi bisogna spiegare il perché e, nel mio caso, corrisponde a fermarsi e scriverlo. Solo nel momento in cui ci si mette davanti ad un foglio bianco virtuale o reale viene fuori quello che realmente pensiamo del libro ed è il foglio bianco, una volta compilato, che ne decreta il successo o l’insuccesso e che restituisce con onestà il nostro feedback allo scrittore stesso in maniera veramente ragionata; e quindi, questo spazio, nel tempo è divenuto proprio un luogo di scambio e di risposta scritta a chi, inconsapevolmente, entra nelle mie letture (e che questo sia per loro una fortuna a no, non sta a me dirlo). Non importa che lo scrittore legga ma, il fatto che il riscontro sia onesto e il più possibile mirato, rende giustizia, a mio personalissimo avviso,  a chi si è impegnato a fornire un prodotto da affidare alla stampa per essere apprezzato dal proprio lettore.

Pertanto con questo post voglio ringraziare (non c’e’ ordine sono tutti sullo stesso piano di importanza) tutti quelli che si sono confrontati con me nel tempo, che mi hanno affidato i loro scritti o hanno fatto con me lunghe discussioni su questo o quel libro e che mi hanno presentato i loro autori preferiti facendomi conoscere una sacco di belle storie e di piccole e grandi lezioni di vita:
Federica R., Stefania S., Cristina G., Davide M., Giusi M., Saskia S., Andreana B. , Massimiliano B., Massimo B., Manuela N., Federica F. alias Darling,Francesca C e Book Republic, Fiamma, Marco M.(Sicilia), Assaggi letterari, Felizberto e Maeco di Anobii, Giuseppe F., Marco M.(Campania), Pietro N., Daniele S., Ciro C.,Vincenzo A., Emilano D.M., Sergio N., Marcello R., Chiara M. (con gli auguri per la sua laurea appena conseguita), Monica L., Virginia P.,Vittoria a., chiunque ci sia dietro il profilo di BookSprint, Francesca B. e Roberta D. C. Monica M. e si ci mettiamo anche lui Roberto S. grazie al quale, per lui inconsapevolmente, ho conosciuto buona parte dei gioielli di persone/amici/scrittori vivi e morti.
E tutti coloro che magari ho dimenticato di nominare ma che ho opportunità di apprezzare ogni giorno e che con i loro commenti e indicazioni, qui, su Anobii e su Facebook mi hanno dato consigli di lettura. Grazie a loro e al loro supporto, questo blog, anche contro ogni mia previsione, ha tenuto banco un intero anno e si affaccia ad affrontare quello nuovo con sempre la voglia di migliorarsi e continuare a essere una voce indipendente.
Per ringraziarvi, ho raccolto una serie di titoli comperati, a volte volutamente doppi, o acquistati nei miei pellegrinaggi ora in questa ora in quella libreria (perchè nonostante io sia donna da acquisto in rete ogni tanto in libreria ci vado anche io!!!) che metterò in palio questo mese per giocare festeggiando questo traguardo insperato. Per questo, vi rimando al post del giveway, per il resto vi ringrazio di cuore tutti conosciuti o no e mi auguro che l’interesse mostrato per questo blog mi sia di stimolo per continuare con perseveranza e con la medesima onestà intellettuale anche in questo nuovo anno.

Grazie ancora a tutti, 
Simona




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venerdì 3 giugno 2011

Comunicazioni - Programmazione estiva e novità :)

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“Ma quanto leggi Simò?” E’ una domanda che mi viene rivolta spesso e io rispondo sempre nella medesima maniera: leggo tanto e soprattutto leggo ovunque non appena posso.
Ma non è un obbligo, è proprio un piacere dato dalla curiosità e dal piacere di aver, nel tempo, conosciuto scrittori, scritti e altri lettori che riescono a suscitare in me la curiosità. E quindi, quello che è stato sempre hobby, ha oggi uno sfogo più organizzato non nel leggere solo alcuni temi ma nel pormi davanti a quello che è il libro in sé al netto di quel che penso di chi l’ha scritto.
Questo perché se un libro m’è piaciuto o l’ho odiato vi devo spiegare il perchè e dare spiegazioni esaurienti. C’è una novità che è occorsa in questi mesi, negli ultimi per dire la verità, ovvero che mi sono re-iscritta all’università e stavolta in una facoltà più consona ai miei interessi. Forse, scriverlo qui, fa sì che il mio impegno sia ancora più serio come è successo con questo blog nato per dare un luogo visibile ai miei amici, indipendentemente che siano Anobiiani o no, delle mie recensioni.
Nel tempo, l’organizzazione del blog, ha assunto le fattezze di un mini-lavoro perché l’organizzazione è stata costruita mano a mano e in base ad una programmazione molto rigida ma che mi permetteva di organizzare le mie “letture sconclusionate” in maniera tale da restituire uno spazio che fosse un luogo d’incontro e un prodotto fruibile per tutti. Tutti i miei post hanno lasciato la possibilità di essere commentati anche quando lo scrivere liberamente ciò che penso, mi ha dato l’idea che potesse dar fastidio a qualcuno. Non ho mai permesso a me stessa di imporre il mio pensiero e sono sempre stata aperta ai commenti sulle mie conclusioni, che qui sono poco visibili, ma che si ritrovano sulla mia bacheca di Facebook. E qualcuno, più di uno a dir la verità mi ha suggerito di inserire una pagina fan per quest blog su FB, ma ancora non mi sono convinta a farlo ma forse prima o poi lo farò.

La novità che riguarda la programmazione non è dovuta al fatto che interromperò le mie recensioni, ma che le mie letture dovranno lasciare lo spazio allo studio, anzi un pochino lo hanno già fatto, e siccome ho scelto l’indirizzo “Lettere, spettacolo e cinema” ho pensato di condividere l’oggetto di studio con voi in alcuni post “ad hoc”. Quindi non potendo più garantire tutte le recensioni che escono mensilmente che sono tra le sei alle otto al mese, almeno per il periodo estivo, troverete una diminuzione delle recensioni (invece di uscire a settimane alterne, una una settimana e due in quella successiva) che usciranno per il periodo estivo una a settimana e alcuni post che escono il lunedì è possibile che entrino nella programmazione effettiva che prevede pubblicazioni il mercoledì il venerdì e la domenica. 
Forse, questa organizzazione e magari un pò di tempo libero, mi permetterà di accumulare un pò di recensioni per poter riprendere a Settembre con la programmazione classica o comunque di migliorare e variegare i contenuti.
Chiaramente, nei post dedicati, a quello che sto studiando non ci sarà la semplice ripetizione di quel che studio ma anche le mie impressioni, che come al solito terranno conto dei miei pensieri sconclusionati, quindi nonostante io incrementi quello che pubblico, lo stile rimarrà il medesimo...avevate dubbi?
Io no! Ma da questo momento siete anche voi responsabili e controllori dell’andamento del mio studio...quindi augurandovi buona lettura e sperando di non annoiarvi, vi ringrazio per quest’anno bellissimo che mi avete regalato convincendomi anche in silenzio, con le condivisioni in rete e con i commenti sulla mia bacheca in Facebook a continuare e a migliorarmi.

GRAZIE!
Simona


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