sabato 31 luglio 2010

"Caino", Jose Saramago -Assaggi Letterari. Prima puntata, 14 maggio 2010



Una nuova casa editrice con sede a Marsala che fa delle segnalazioni interessanti e questo e' il video introduttivo del canale per presentarsi.



Il libro citato in ultimo e':
Caino
Jose' Saramago
Feltrinelli Editore,Ed. 2010
Prezzo 15,00





Cia' e cosi' inauguriamo anche un nuovo tag.

venerdì 30 luglio 2010

Herling e il tarlo...






Una delle cose che piu' mi piace dopo aver finito un libro e' la "Curiosità". La Curiosita' e' quel piccolo tarlo che ti circola nei pensieri, non e' fastidioso intendiamoci, ma c'e' e ogni tanto si palesa.
Non importa che quella "cosa indefinita" che ti ha lasciato in dubbio sia o no attinente al tuo quotidiano e nemmeno che per questo sia vitale ma se spunta quando meno te lo aspetti, tra un pensiero e l'altro, perche' non darle soddisfazione.

Herling sostiene che le forme che il male assume nella societa' sono molteplici. Ci tiene a precisare di appartenere alla corrente di pensiero "manichea" per la quale il "male" e il "bene" sussistono nella realta' senza dover dipendere uno dalla presenza dell'altro.
E nelle "Conversazioni sul male" cita testi e aforismi di filosofi, oratori, pensatori e scrittori che hanno affrontato il tema. Accenna anche ai suoi lavori, che provengono da un unico testo iniziale che si chiama "Diario scritto di notte" che per questioni di scelte editoriali in alcuni paesi e' stampato e venduto nella versione integrale e in altri viene suddiviso in una serie di racconti, raggruppati fra loro, piu' la parte identificata come un diario, perche' a questa forma di scrittura e' piu' affine.

Quel che suggerisce con particolare insistenza e' il fatto che ogni scritto mira a sviscerare le forme del male quasi a darne volta per volta una lettura differente; sembra suggerire che nei testi che cita nei suoi racconti, dove non e' solo voce ma protagonista narrante, si trovi la chiave dell'ispirazione per la storia che sta scrivendo, anche se, puo' accadere, che le conclusioni fra cio' che ha ispirato la riflessione e l'effettivo svolgimento herlinghiano non arrivino alla medesima conclusione. Non si parlera' solo di rappresentazione del maligno, ma anche delle forme di autotutela della tradizione, in particolare Italiana, e di molto altro ancora. Herling affronta il discorso nelle piu' svariate declinazioni.

Visto che ho trovato questa particolarità estremamente *curiosa* ho deciso di verificare fin dove mi e' possibile; pertanto tutti i libri, che faranno parte di questa ricerca, avranno come tag "Il sottile filo di Arianna..Herling" e avranno informazioni sia della storia di Herling cui si fa riferimento e sia dei testi che lui suggerisce. Medesima cosa sara' fatta anche per le note dove inserisco le citazioni dei parti che mi hanno piu' colpito.

Testo di partenza:
Variazioni sulle tenebre. Conversazioni sul male.
Gustaw Herling
L'ancora del Mediterraneo editrice, ed 2000



mercoledì 28 luglio 2010

"Scorre la Senna", Fred Vargas - Noir.....decisamente noir


Sono tre racconti gialli con risvolti noir ambientati a Parigi in Francia ai tempi odierni. I canoni dei gialli contemporanei sono stati tutti rispettati. C'e' un comandante riflessivo e molto introverso, il collaboratore arso dalla voglia di azione e una serie di casi all'apparenza inutili o risolvibili nelle metodologie della deduzione della prima ora che , invece, portano il comandante ad una serie di riflessioni sulla volonta' e l'azione dell'essere umano.

Inizialmente, pensavo mi ricordasse Paul Auster ma, in effetti non e' lui a cui sembra rifarsi la Vargas. Alla fine, dopo attenta riflessione, potrei dire che potrei scambiare questo comandante riflessivo e amante della pioggia e delle passeggiate solo con un altro commissario famoso in Francia ovvero il classico di Simenon "Il commissario Maigret"; questo per due motivi ovvero perche' lo stile francese nei gialli con risvolti noir non mi sembra sia molto cambiato negli ultimi anni e la scrittura di Simenon pare essere stata anticipatrice dei tempi in questo modo lento e riflessivo di risolvere i casi. Il secondo e' appunto queste riflessioni interiori, che non sempre vengono spiegate al lettore che viene abilmente distratto dall'animosita' dei collaboratori e manca, a volte, degli indizi per poter provare a risolvere il caso lui stesso, sempre che, non decida di darsi un finale ipotizzando lui stesso indizi e motivazioni dell'omicidio.

Probabilmente questa raccolta e' affascinante per questo e perche' offre una serie di spunti di riflessione sui modi di agire in situazioni di stress dei personaggi che sono sempre estremamente verosimili.
E altrettanto probabilmente questo non sara' il mio ultimo incontro con la Vargas;)

Simona


Scorre la Senna,
Fred Vargas
Einaudi, Ed 2009
Prezzo 13,00€



lunedì 26 luglio 2010

[Dal libro che sto leggendo] Don Ildebrando



"Una frase sentita da qualcuno, ronza come una vespa, non si lascia scacciare. Quanto piu' e' petulante nel suo girare e nel suo ronzio, tanto piu' irrita. "Restare faccia a faccia con la solitudine", probabilmente non era la prima volta che mi imbattevo in quella formulazione del genere, eppure in bocca a don Fausto mi aveva colpito. Mi resto' appiccicata in mente per tutto il tempo del viaggio fino a Montenero, con una ostinazione tale che a tratti mi arrivavano brani della conversazione in automobile [..]
Segreti della parola parlata e scritta! Non cambia il suo suono nel parlato e né la disposizione delle lettere nello scritto. Ma si arricchisce immediatamente o gradualmente di involucri che sono l'esatto corrispondente delle sfumature nei quadri, nei loro colori e nelle loro composizioni figurative, quando li guardiamo da diversi punti di vista. Miracolosa è la ricchezza semantica delle stesse parole, miracolosa come la diversita' delle medesime espressioni pittoriche. Comunichiamo per sfumature, a volte simili ai ciechi che decifrano le forme con dita sensibili o ai sordomuti che sentono piu' plasticamente di noi grazie alla lettura delle labbra altrui."


Don Ildebrando,
Gustaw Herling
Feltrinelli Editore


sabato 24 luglio 2010

"Variazioni sulle tenebre. Conversazione sul male", Gustaw Herling - Conversazioni sul male..



La formula delle conversazioni la conoscevo gia' dal libro precedentemente recensito "Ricordare raccontare". Ma mentre, nel citato si fa riferimento a Salamov che ne e' l'oggetto di conversazione, in questo caso si sviscera la concezione filosofica del male e, contestualmente, Herling commenta i suoi contemporanei e affronta anche i propri scritti (Don Ildebrando, Diario scritto di Notte, alcune novelle scritte qua e la e poi raccolte proprio in Ritratto Veneziano e Un mondo a parte) di cui il "Male" ne e' spesso oggetto o soggetto.
E quindi, dopo le riflessioni sulla quantita' del male presente nella societa' odierna si arriva ad analizzare i tipi di male e le sue rappresentazioni, letterarie e reali, guidati dal "fil rouge" del confronto fra concezione manichea e concezione cattolica.

La conversazione riportata su carta per la pubblicazione nel 2000 e' ancora attualissima nelle sue varie analisi del mondo che ci circonda. Si affrontano i grandi totalitarismi del secolo scorso e passando per il confronto fra democrazia e dittatura e si arriva fino alla guerra in Serbia prendendo in esame anche e devastazioni che la tecnologia compie.

Tra concetti che piu' mi hanno colpito ci sono:
-il male nei nostri tempi e' piu' presente e piu' pericoloso grazie alla tecnologia. Oggi basta un dito e il pulsante giusto per ammazzare migliaia di persone.
-il male si puo' combattere, ma essendo componente anche del bene, non si puo' sconfiggere.Il male si rigenera, adattandosi alle nuove condizioni.
-la visibilita' del male e' data dalla concezione del tempo,ovvero, ci sono mali o azioni malvagie che fino a ieri non venivano prese in considerazione; nel momento in cui si palesano se ne scopre parte dell'entita', ma non per questo il fenomeno nasce quando se ne parla ma ha radici profonde.

In fondo al libro c'e' anche una generosa selezione di scritti in ordine cronologico di filosofi o scrittori che nel tempo hanno affrontato il medesimo tema.
Un testo scorrevole da leggere ma, nonostante la conversazione si svolga in 50 pagine, e' veramente ricca di spunti ed e' una buona chiave di lettura dei suoi scritti. Vale veramente la pena di soffermarcisi.

Simona

Variazioni sulle tenebre. Conversazione sul male.
Gustaw Herling
Edizioni L'ancora del mediterraneo
Collana Le gomene, Ed. 2000
Prezzo: 6.71€

mercoledì 21 luglio 2010

"Scatole cinesi", Monica Lombardi - M'e' molto piaciuto..




...ho sempre odiato questi inizi, ma mi e' difficile non utilizzarlo in questo caso, per piu' motivi. Intanto e' un giallo molto ben scritto, e poi e' una scrittrice che ha il dono della descrizione del gesto e dello sguardo.

Nelle descrizioni dell'omicidio (non ho anticipato nulla e' un poliziesco un morto ci deve pur essere!) e nelle fasi successive di indagine c'e' una sottile attenzione alla descrizione dei particolari... che tra parentesi inganna il lettore (a mo' di un moderna Agata) distogliendo l'attenzione dagli indizi disseminati qua e la. Nonostante sembri un giallo simile con i nuovi filoni in voga da 6 anni a queste parti, dove la premessa sembra anticipare una situazione o un gesto o il racconto che si svolge per orari e per giorni, per fortuna la scrittrice non sembra rinunciare alla classicita' dello svolgimento della matassa piano piano,invece che tutta insieme all'ultimo capitolo. E' un libro molto bello e sopratutto coinvolgente, scritto in maniera attenta e che nel capitolo finale risolve un possibile pensiero che si potrebbe avere alla fine di una storia cosi' ben orchestrata....ma lascio a voi scoprire qual'e' il dubbio...e quale la risposta:)

Scatole cinesi,
Monica Lombardi
Domino Edizioni, Collana Icriptex
Ed. 2005
Prezzo 16.00€


sabato 17 luglio 2010

"Ricordare, raccontare.Conversazione su Salamov", Gustaw Herling - E' un libro da leggere...



..ma forse non e' per tutti. Racchiude una appassionata riflessione sul mondo Salamov e sulla realtà che purtroppo contro ogni speranza ancora non e' come sperava Herlig. Il tema della discussione viene generato in occasione dell'intenzione della Einaudi di pubblicare "I racconti della Kolyma" e questa introduzione (rifiutata con futili scuse) che secondo me andrebbe letta dopo il libro e non prima, spiega con lucida semplicità il mondo culturale e letterario che si affaccia all'occidente per raccontare di lager comunisti.

Il concetto di base è che in Italia Salamov non ha presa perche' non c'e' identica voglia di verita' per capire che i lager comunisti sono in tutto e per tutti identici a quelli nazisti. L'unica differenza e' l'azione di sterminio, nel primo applicata con una lenta conduzione ad una morte fatta di freddo, fame stenti e lavoro massacrante e la seconda fatta di camere a gas.

Per chi ha amato Salamov, amera' anche Herling (anche lui scrittore di lager) e Sinatti (il primo traduttore italiano di Salamov) nella strenua difesa e analisi di uno scrittore da loro definito uno dei piu' grandi scrittori russi del '900.
Davvero consigliato..

Simona

Ricordare, raccontare
Conversazioni su Salamov
Gustaw Herling, Piero Sinatti
Edizioni L'ancora del mediterraneo
Collana Le gomene, 2000
Prezzo: 6,20€


mercoledì 14 luglio 2010

"Dormendo con la luce accesa", Stephen Rodefer - Mirabolante



Mirabolante. E' una delle parole che mi vengono in mente pensando a questo testo. Tutto sommato mi e' piaciuto anche se, questo, e' il mio primo approccio a questo tipo di poesia/prosa contemporanea.
Al di la degli aggrovigliamenti musicali delle parole...ci sono una serie di massime che mi hanno colpito e che non metterò tutte per non rischiare di divenire autoreferenziale.
E' un buon punto di partenza da cui iniziare a capire, forse piu' approfonditamente, questo tipo di scrittura.
L'ho letto con piacere, da novellina, con un pizzico di curiosità e di stupore.
Vi lascio con una sola delle massime...quella che mi e' piaciuta di più perche' mi ricorda un discorso che facemmo con una amica molto tempo fa sul valore da assegnare ad un lavoro:
"Getta sguardi e sii quotidiano, e renditi conto che la storia non ti intrappola ma ti libera.
Calcola il tuo lavoro in termini di fame. Sottraiti al dovere
di dare consigli ai giovani, cosi' da continuare a cercare di capirlo tu."

Dormendo con la luce accesa,
Stephen Rodefer
Edizioni Nazione Indiana
Collana Murene, Ed.2010
Prezzo In abbonamento su www.nazioneindiana.com 20€
(l'abbonamento comprende la fornitura di 3 titoli per l'anno 2010)



lunedì 12 luglio 2010

"Visera", Varlam Salamov - Pensieri e riflessioni.




"Leggere Varlam Salamov mi ha cambiato la vita". E' questo l'inizio della prefazione di Saviano a questo libro. In effetti, e' difficile rimanere indifferenti. E' quasi impossibile a volte non domandarsi il perche' di tutto cio' che ha vissuto. Questo testo, pero', chiarisce un po' perche' il tutto ha avuto inizio ma al contempo non e' solo il punto di partenza di una lunga storia durata 18 anni di sofferenze interrotte solo dopo la prima detenzione alla Visera.

Questo testo riunisce piu' libri. Non ci troverete sofferenze o, almeno, ci sono ma sono di altro tipo. Ma quello che piu' colpisce e' l'analisi e il racconto puntuale della crescita ed evoluzione dei gulag sovietici, che culmina con questa riflessione:
" Capii anche un'altra cosa: il lager non e' l'inferno contrapposto al paradiso. Il lager è un calco della nostra vita. Niente di piu'.
Perchè il lager e' il calco del mondo?
La prigione e' una parte di mondo [...] con i suoi diritti e le sue norme, le sue leggi speciali, le sue speciali speranze e disillusioni.
Il lager e' fatto a immagine del mondo. In esso, nel suo ordinamento sociale e spirituale, non c'e' nulla che non sia presente anche fuori."

Ora, io sono arrivata a conoscere la sua vita al contrario di come lui l'ha vissuta e raccontata. Nei racconti della Kolyma, era un uomo che per anni ha camminato sul sottile confine tra l'ultimo dei lavoratori e quelli che definivano "scoppiati" ma le ragioni di questa posizione non sono da ricercarsi nella contrapposizione al potere sovietico o a quella accusa infondata di trokismo da cui poi fu riabilitato troppo tardi.
Le ragioni le troviamo proprio in questo testo.

Nel '29 viene arrestato per aver stampato "Il testamento di Lenin"e, in effetti, in questo testo lui dichiara di aver lasciato l'universita' ma le carte ci dicono che ne fu espulso per aver dichiarato il falso, ovvero di essere il figlio di un ex appartenente al clero. Di vero c'e' che stampera' questo testo al ciclostile ed e' altrettanto veritiero che gia' al suo ingresso in carcere, Salamov, non e' totalmente convinto di quel movimento per cui sta immolando la sua vita. Pertanto la sua prigionia inizia arsa dal sacro fuoco delle intenzioni di cambiare il mondo e piano piano lo porta alla stesura di una serie di regole che gli permetteranno di sopravvivere. In una di queste parla distintamente di lavorare al suo meglio ai compiti che, volta per volta, gli verranno assegnati. Perche' l'essere rivoluzionari e' innanzitutto essere "onesti". Il suo comportamento cambia nel momento in cui arrivera' alla Kolyma e cambia per un motivo ovvero perché, rispetto ai suoi nuovi compagni di tradotta, lui sa dove sta andando e quale sara' il programma di ricondizionamento che lo vedra' coinvolto per 5 anni e poi per altri 10.

Conosce gia' cio' che va ad affrontare perche' anche lui ha collaborato alla costruzione di quello che e' un regime carcerario volto allo sterminio. Collaborando alla costruzione di un lager ha l'opportunita' in qualita' di funzionario, anche se detenuto, di vederne l'evoluzione con l'arrivo di Berzin e, gia' lì, gli e' chiaro che un mondo autogestito, dove i carcerati non hanno bisogno di controllo, e' un mondo che carcera persone innocenti e ne culla le disillusioni con la speranza della riduzione della pena con il "lavoro percentuale" che irrimediabilmente si trasforma sempre in una ulteriore condanna. Il detenuto che diviene ora giudice del lavoro dei compagni di tradotta meno fortunati, come anche gli uomini liberi che si adoperano nella tortura di chi e' rimasto imbrigliato nelle beghe giudiziarie, domani diverranno anche loro carcerati o verranno fucilati. In questo c'e' una sorta di giustizia, che pero' mira a sterminare chiunque sappia o abbia visto o si sia adoperato per il potere sovietico. Ed e' forse per questo che arrivando alla Kolyma cambia anche il tipo di rapporto con i suoi aguzzini. Non c'e' la ricerca di un posto migliore ma una attesa, senza la benché minima speranza, di quel che verra' di qualsiasi natura esso sia. Che sia il lavoro con il badile o la richiesta di trasportare legna in un forno o anche la proposta per la scuola infermieri non ha alcuna importanza. L'unica cosa che importa e' sopravvivere senza creare a se stesso inutili problemi e quindi osservando chi gli passa di fronte da fuori, da lontano, senza doverlo per forza conoscere.

E quando sostiene che il lager non e' altro che un calco del mondo, in fondo concordo con lui. Perche' leggendo queste pagine ad un certo punto ho avuto l'impressione di leggere di qualcosa che vedo tutti i giorni ovvero la mancata onesta' di comportamento sul lavoro, nei rapporti lavorativi e pubblici e perche' no a volte anche personali. Ma se diamo a questi racconti il valore che Herling gli attribuisce, troverete solo una semplice e mirabile descrizione di un "male". Ed e' per questo che ci sembra di conoscerlo bene. In pratica e' quel "male" che trasforma colui che lo subisce ingiustamente in colui che punira', ma non in virtu' della rivalsa del bene sul male, ma solo perche' la vittima verra' pervasa dallo stesso male che popola i cuori di coloro che lo torturano. E di questo Salamov porta piu' e piu' esempi.

Nonostante il fatto che, come scrisse nel racconto "Il guanto", gli fosse veramente difficile raccontare quel che aveva visto negli anni '70 e fin quasi alla sua morte sopraggiunta nell'82, Salamov riesce a ricordare con gli occhi di quando era giovane facce e comportamenti di chi, con lui, visse quel triennio dal '29 al '31. Ne analizza i comportamenti ma non riporta grandi giudizi sulle loro scelte; forse perchè non reputa necessario riflettere sul comportamento del singolo come su quello di una collettivita' che viene portata alla corruzione. Lo sguardo e' il medesimo di colui che racconta dei compagni della Kolyma e forse la differenza sta solo nel fatto che le descrizioni sono piu' pungenti e le termina dicendo in continuazione, quasi fosse una nenia, " dopo fu arrestato e fucilato". Questa pero' non e' una testimonianza di giustizia "divina" ma e' espresso come un dato di fatto; a testimonianza che questo cerchio della vita deviato che e' il mondo dei lager puo' terminare solo in un modo: la fucilazione. La riconversione non e' una soluzione ne per gli Articoli 58 e nemmeno per i malfattori o malversatori. L'unica soluzione e' solo ed esclusivamente la fucilazione.

Alla fine delle mie riflessioni si potrebbe pensare ad un racconto crudo o triste o anche terribile. Assolutamente no. E' un racconto serio, a volte disincantato, che trasforma l'uomo sconfitto in un piccolo eroe. Un giovane ventenne che vive in un mondo che tende a marcire e che riesce a darsi delle regole di condotta e a vivere, mai prescindendo da esse, che e' da ammirare. Il testo e' scorrevole e la traduzione e' puntuale ed e' corredato da una serie di note molto interessanti.
Magari chi ha fatto percorsi di conoscenza di questo autore differenti potra' non concordare, ma io questo testo l'ho amato per queste motivazioni.

Simona

Visera,
Varlam Salamov,
Adhelphi, 2010
Prezzo: 18,00€





domenica 11 luglio 2010

"I racconti della Kolyma", Varlam Šalamov- Così bello da essere difficile da commentare...


....pero' grazie ad una mancata introduzione a questo libro (edizione Einaudi e non Adelphi) "Ricordare, raccontare. Conversazioni su Salamov" forse ci riesco:)


Si parla di lager, quelli Russi attivi nei primi anni del '900. Salamov scrive piu' volte sulla Kolima, tant'è vero che non e' un libro unico ma sono 4, composti di tanti mini racconti che focalizzano e ogni tanto riprendono quelli precedentemente già raccontati. In effetti Salamov non scrive per il lettore ma scrive per se stesso, citando Herling "La scrittura è una specie di terapia.[...] Quello che è accaduto non può essere cancellato, quindi bisogna riviverlo giorno per giorno affidandolo alla pagina scritta".

Ci sono una marea di pensieri che popolano queste pagine, che descriverli tutti sarebbe lungo e forse inutile perché estromessi dal contesto in cui sono scritti forse perderebbero di potenza ma un paio ve li cito raccontandoveli:


sulla forza dell'uomo: l'uomo e' forte e riesce a sopravvivere a questi posti perché in questa forma estrema di prigionia annulla tutti sensi non necessari per concentrare le proprie forze sul senso che ne ha maggior bisogno (il contrasto della fatica e del dolore) e in un altro racconto riprende questo tema dicendo che alcuni, nella propria alienazione "cancellano anche le parole"...


sul futuro della cultura: ricordandosi di libri letti in passato, in un altro passo, dice che fino ad allora c'erano due tipi scrittori e scritti ( e una parte li vede direttamente fa i suoi compagni che condividono con lui l'articolo 58) ci sono gli scrittori semplici che parlano di frivolezze e non hanno attinenza con il peso del presente (ma hanno dalla loro il dono della potenza del linguaggio) e gli specialisti che invece lo analizzano ma non hanno la poesia insita nella "alta scrittura" esprimendosi in terminologie troppo tecniche e il futuro volgerà a favore di un nuovo tipo di scrittura quella degli scrittori specialisti che avranno dalla loro il potere dell'analisi specialistica e la potenza del linguaggio in forma d'arte; se si pensa allo scalpore e successo di tanti scritti di oggi, si deve ammettere che ha avuto ragione.


Non e' un libro che vi terra' svegli con gli incubi, non e' un libro accusa, troverete pochi colpevoli, e tanti sguardi di disperazione e di fame, ma anche una serie di mani, parole e disponibilità che si oppongono alla cattiveria diffusa, a testimonianza, che anche in un mondo così al limite può esistere la compassione e l'aiuto.

Questo libro e' grande perché, alla fine, Salamov riesce a perdonare i suoi aguzzini non c'e' una frase che termini con "vi perdono", ma e' insita in molti passaggi dell'ultimo libro.

Il perdono e' la forma più alta di ribellione,perché egli diceva spesso che hanno imprigionato il suo corpo ma non la sua indipendenza e la sua anima. Con il perdono salamoviano il potere perde l'ennesima volta contro l'uomo e la sua anima, dopo il sopruso che lo doveva riconvertire e ammansire, ottenendo un perdono che si da a chi ha sbagliato.


E per finire affido ad Herling un pensiero che condivido:

" Non si può trovare uno scrittore che descriva, come sa fare lui, tutti questi orrori, uno scrittore che usi la materia dei lager e riesca a farne un'opera d'arte."


Non si può non leggerlo e non amarlo.

Simona

I racconti della Kolyma.
Varlam Salamov
Adelphi, ed. 1999
collana Gli Adelphi
prezzo : 15,00€


venerdì 9 luglio 2010

[Dal libro che sto leggendo] Visera




A Pavlovskij devo un aforisma che mi valse per il resto della vita. Ex ufficiale, era un grande estimatore del generale Gurko, celebre pubblicista militare del tempo dello zar nonchè autore dello statuto militare [...]
Pavlovskij[...] si ricordava la conclusione di uno dei tanti discorsi del generale Gurko. Che suonava cosi':
"Soldati! Non dite che vi immolerete e che il nemico passera' soltanto sui vostri cadaveri. Lasciate che si immoli lui e passateci voi, sul suo cadavere!"

Visera
Varlam Salamov
Adelphi, ed Giugno 2010





"Inchiosto Vivo", Michel Franzoso - Da non perdere assolutamente!



Questo libro e' capitato fra le mie mani proprio per caso. Faccio parte di alcune catene di lettura e l'autore era colui che stava davanti a me in una di queste. Essendo una inguaribile curiosa, ho visto il libro e, notando le recensioni degli utenti di IBS, ho deciso di acquistarlo. Beh dire che e' un piccolo castone e' dire veramente poco. Di solito io leggo molto poco 2°,3° e quarta di copertina...e volendo rimando a dopo la lettura anche le introduzioni, perche' un testo me lo voglio gustare per quel che è, per come mi appare, e non secondo lo sguardo di qualcun altro.

E così, iniziato in coda venerdì finito ieri (sabato), mi sono ritrovata ad aspettarmi un finale che non era quello che mi aspettavo, abilmente disillusa dallo scrittore che mi ha accompagnata fra finzione e realtà per mano per tutto il libro.
Ho amato ogni paragrafo di questo libretto di 139 pagine...mi sono ritrovata a ridere del pensiero maschile in contrapposizione cosi' evidente alla natura femminile, a sperare che l'individualità cocente che consuma i due protagonisti maschili uno reale e uno no cedesse il passo all'amore..e mi sono ritrovata a pensare altresi' che, forse, Michel delle donne ha capito molte cose..non tutte ma piu' dei suoi coetanei..
il finale mi ha lasciata senza fiato.. segno che, veramente, il crescendo, nel quale si articola il racconto, mi ha preso veramente tanto... da non aspettarmi che arrivasse cosi' presto.

E' veramente un libro da consigliare a tutti..e chiaramente aspetto il prossimo lavoro, certa che ha ancora molto da dire... come dice il suo protagonista, scrittore anche lui "sono diventato scrittore perche' le storie non mi stavano piu' dentro"... In fondo, quale ragione migliore vi puo' essere??

Simona

Inchiostro vivo
Michel Franzoso
Effequ Editore, 2009
Collana Libri Volanti
Prezzo 9,00€

mercoledì 7 luglio 2010

"L'impero", Gigi Di Fiore - Dopo non puoi dire di non sapere!!





E’ un bel testo scritto bene, curato nei particolari e nei riferimenti e soprattutto estremamente puntuale.
Per quel che ho letto sin’ora in materia esistono piu’ categorie di libri scritti in materia e si possono racchiudere in:
-Saggi
-Enciclopedici
-Storico/folcloristici
-Romanzi
-Di inchiesta

Questo libro si pone nella categoria degli enciclopedici. Si ripercorre la storia da prima dell’avvento del fascismo, fino al 2008. Vengono analizzati i clan in funzione della loro evoluzione e gli scontri che ne variarono nel tempo gli equilibri. E’ un testo da leggere proprio per farsi una idea. Nonostante questa sua categorizzazione Gigi Di Fiore, che attualmente come giornalista collabora con Il Mattino Di Napoli, ricorda sia lo stile Capacchione mettendo i riferimenti degli interrogatori e delle condanne e, in parte, anche quello romanzato di Roberto Saviano quando descrive omicidi delle vittime innocenti.

Nell’ultimo capitolo, c’e’ un’analisi accurata degli anni 2005-2008 e in piu’, c’e’ una bella riflessione sugli effetti del giornalismo e su quale sia la mancanza di attenzione che tanti intellettuali e campani lamentano da parte dello stato italiano e dai suoi cittadini. Che vi sia attenzione va bene, ma questa deve essere costante e indipendente dai media che ne parlano perche’ solo con il costante disdegno, lo stato si sentirà in dovere di fornire a chi lavora sul territorio ancora piu’ strumenti per supportare la lotta alla camorra e non lasciare sola la parte buona di Terra di Lavoro.
A fine libro c’e’ anche una corposa documentazione su capi, vittime, sentenze e bibliografia di riferimento.


Simona

L' impero. Traffici, storie e segreti dell'occulta e potente mafia dei Casalesi
Gigi Di Fiore
Rizzoli Editore, ed. 2009
Prezzo: 19,00€

giovedì 1 luglio 2010

"Breve racconto di me stesso",Gustaw Herling - Condivisione



Io so. No, non e' quello di Pasolini, e' un altro tipo di conoscenza. Non e' rabbia. E' una certezza che hanno in pochissimi. E di solito e' quella di coloro che non vivono pensando a quando moriranno. Perché sanno. E' la stessa certezza e la serenità di coloro che hanno una fortissima appartenenza ad un culto. Vedono un dopo. Vivono anche in funzione del dopo, della salvezza. E se vi capita di osservarli sono sempre sereni, candidi anche nel sorriso e si avverte un grande senso di quiete parlando con loro. Loro sanno.
Anche Herling sa. Conosce il suo "momento" (quel periodo di tempo concesso ad una vita) e conosce il male; lo ha visto nella faccia dei suoi compagni di Gulag, nei regimi totalitari che hanno caratterizzato la vita e la morte degli uomini nel '900, nel viso degli amici e della prima moglie morta, nell'isolamento intellettuale che ha trovato perché i suoi racconti non erano in linea con le idee politiche e letterarie Italiane e Polacche.
Ma con se stesso e' sereno. Ha mantenuto la promessa fatta ai suoi compagni di Gulag quando fu liberato.
"Parla di noi, non fare che tutto questo venga dimenticato!"
Si, ha scritto. Ma ha fatto di piu' ha trasformato e plasmato il suo compito dal punto di partenza, ovvero l'esigenza di raccontare del Gulag, in uno studio di una vita sulle sfaccettature del male. L'unico cruccio? Non essere letto. Non perché i suoi scritti non erano disponibili, lo dice lui stesso, non c'era la volontà di conoscere quella realtà.

Anche Herling, come Salamov, non scriveva pensando alle tirature e non era per lui importante divenire famoso. L'importante era passare l'informazione, il messaggio. Far arrivare il frutto del suo studio. Non c'era altro. Poco importa se, suo malgrado, viene definito lo "scrittore del male" (fama immeritata, perche' proprio nelle "Conversazioni sul male" ci tiene a precisare che non fa morire volentieri i suoi personaggi perche' spera che fuggendo abbiano una possibilità di salvezza) e men che meno che sia accettato per le sue idee politiche. Lui scrive per se stesso e pretende il ruolo che si e' ritagliato: quello dell'intellettuale. E, in proposito, e' lui stesso a dire come vuole essere percepito:
"So benissimo che molti hanno verso di me un atteggiamento ostile poichè affronto e richiamo alla memoria le questioni scottanti del nostro secolo. Un tempo gli intellettuali venivano ascoltati e considerati proprio perche' avevano qualcosa di importante da dire per tutti noi; adesso, invece, accade che molto spesso non si tiene in alcun conto ciò che dicono."

E' nel percorso sull'analisi del male, che non necessariamente e' una entita' astratta o immaginaria, che coglie lo spunto per rapportarsi con i grandi temi della vita. La saggezza, l'amore la religiosità sono punti fermi che ricorrono nei suoi scritti e trovano la loro definizione con il confronto proprio con il "Male" che tentano di sconfiggere. E cosi', in questo libro, viene raccontato un Gustaw Herling inedito per l'Italia per la quale gli scritti pubblicati sono relativamente recenti (fine anni '80 inizi del 2000).
Che amasse parlare del lavoro di una vita era chiaro dalle due conversazioni, pubblicate nel 1999, "Ricordare, raccontare- Conversazioni su Salamov" e "Conversazioni sul Male", ma qui la figlia, Marta Herling, mette insieme una serie di discussioni private e interviste raccolte nella sceneggiatura di un film realizzato per la televisione polacca di A.Czernecka e M. Baran.

La sensazione che si ha di quest'uomo e' che lui, nell'esilio scelto, sia sereno perché ha ben chiara la chiave interpretativa dei temi che gli stanno a cuore, la cui analisi lo occuperà per tutta la vita, e che, finalmente, gli venga data la possibilità di condividerli attraverso le sue parole. Non c'e' ansia e nemmeno fretta. Ogni tema viene snocciolato con estrema tranquillità e vi capitera' anche di sorridere in qualche punto del libro. Ogni aspetto della vita ha un suo capitolo a parte.

Una vita non si puo' giudicare si puo' solo conoscere per trarne insegnamenti e consigli per vivere la propria quotidianita'. In fondo sembra questa la massima che percorre le pagine del libro saltando da un argomento all'altro, senza soluzione di continuità. Ogni argomento e' trattato senza orpelli ma con lucida semplicità perchè quando si ha ben chiaro in mente quello che si vuole dire non serve abbellire il concetto.
E' quello che è successo, sono le scelte che ha fatto, gli amori che ha amato e i dolori che ha sofferto e gli insegnamenti che ne ha tratto.
E' una persona che ha vissuto.
E' un libro da leggere.



Breve racconto di me stesso,
Gustaw Herling
Edizioni L'ancora del mediterraneo,
collana Odisseo,
prezzo: 12,91€


"L'oro della Camorra", Rosaria Capacchione - L'oro della camorra c'e'...ma non si riesce a trovare!


E' un po' il filo conduttore di questo libro di inchiesta che ho apprezzato da morire!..
-Apprezzato talmente tanto che e' pieno di sottolineature e appunti provenienti da altri libri letti o da altri reportage o interviste lette o sentite.
-Apprezzato, perche' è scritto con l'ausilio di vagonate di documentazione di indagine e di giudizio dei processi. Ogni argomento e' affrontato con la cura chirurgica che Rosaria ci mette nel raccontare ai suoi lettori del Mattino di Napoli, questa o quell'inchiesta, specificando nomi e ricordando situazioni precedentemente accadute.

Pero' come prima o poi, quando mi deciderò che ne e' venuto il momento, quando scriverò la recensione di Gomorra, consiglierò a chi non ha letto entrambi i libri di leggere prima "Dire camorra oggi". Questo perché, in entrambi i casi, il senso più profondo che muove questi due scrittori, e' la rabbia per quello che e' stato fatto e che difficilmente si contrasterà (vuoi per ignoranza o per mancate professionalità da impiegare per le indagini o disinteresse o connivenza con i poteri statali o parastatali o delle borghesie camorriste) perché la camorra e' talmente ben radicata e in continua evoluzione non solo nella riorganizzazione ma anche nelle estensioni delle sue radici nell'economia del paese; sentimento, questo, che e' facilmente condivisibile al lettore che di sociologia della camorra conosce poco (come lo ero anche io) e lo sdegno che ne deriverebbe sarebbe solo superficiale e rischierebbe di cadere nel manierismo ricorrente che accompagna molti famosi e non, letterati e non a farne una battaglia di moda e non di contrapposizione effettiva. Finche' non vi sarà una cultura della condanna consapevole, Rosaria, Roberto, Raffaele e tutti gli altri continueranno ad urlare la loro rabbia e indignazione soli culturalmente anche se in compagnia fisica dei fans che li cercano e li adorano.

Tra i processi trattati in questo libro ci sono: Spartacus, Regi Lagni,l'Alta velocità in Campania, le inchieste sull'ecomafia e sugli appalti, sull'affare Santa Lucia e le connivenze a Parma, l'ospedale di Caserta, le connivenze per le facilitazioni elettorali. Una caratteristica molto particolare da sottolineare e' che il primo libro che leggo dopo Dire Camorra oggi che scrive nero su bianco dei Crimini dei colletti bianchi e ne sottolinea in una sottile sfumatura (ecco perché il riferimento all'altro libro) la facilita' di riduzione della pena o assoluzione perché certi crimini, per determinate figure professionali, passano facilmente da "Illecite" a "Irregolari" e quindi oltre ad essere difficilmente da riportare a galla sono difficilissime da punire.

Simona Scravaglieri

L'oro della camorra
Come i boss casalesi sono diventati ricchi e potenti manager. Che influenzano e controllano l'economia di tutta la Penisola, da Casal di Principe al centro di Milano.
Rosaria Capacchione
Rizzoli Editore, 2008
Prezzo 10,00€

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