lunedì 22 agosto 2016

Diario di un mese di libri... Luglio 2016


Fonte: Toughts By Milky


Libri comprati:

"L'opera struggente di un formidabile genio", David Eggers - Mondadori Editore (usato)
"La nuova generazione perduta", David Leavitt - Mondadori Editore (usato) 
"La figlia dello straniero", Joyce Carol Oates Mondadori Editore (usato)
"Denti bianchi", Zadie Smith - Mondadori Editore (usato)  
"Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", Robert Louis Stevenson - Mondadori Editore (usato)
"Villa tre pini", Marco Polillo - Rizzoli Editore (usato)  
"La provincia addormentata", Michele Prisco - Rizzoli Editore (usato)  
"una spirale di nebbia", Michele Prisco - Rizzoli Editore (usato) 
"La dama di piazza", Michele Prisco - Rizzoli Editore (usato) 
"Tre uomini in barca", Jerome K. Jerome - BUR (usato) 
"Oltre le parole", Luca Giachi - Hacca (usato)
"Non dire madre", Dora Albanese - Hacca (usato)  
"Schiavi di New York", Tama Janowitz - Bompiani (usato) 
"Giobbe", Joseph Roth - Adelphi (usato)
"Le ceneri di Angela", Frank McCourt - Adelphi (usato) 
"La cittadina dove il tempo si è fermato", Bohumil Hrabal - Edizioni E/O (usato)
"L'enigma dell'alfiere", S. S. Van Dine - Corriere della Sera (usato)
"Poesie", Sylvia Plath - Corriere della Sera (usato)
"Tutti i racconti del mistero dell'incubo e del terrore", Edgar Allan Poe - Il Messaggero (usato)
"L'uomo per il quale non esistevano segreti", Jurij Korolkov - Edizioni FER (usato)
"Fratelli di sangue", Ernst Haffner - Fazi Editore (usato)
"Ognuno sta solo", Chiara Valerio - Perrone Editore (usato)
"The circle", David Eggers - Random House US (Alfred A. Knopf) (usato)
"Girl with green eyes", Edna O'Brien -  Penguin UK
"Italian art, life and landscape", Bernard Wall -  William Heinemann Medical Books (usato)
"Oscar e la dama in rosa", Eric-Emmanuél Schmitt -  BUR (usato)    

Libri regalati

"Il cacciatore celeste", Roberto Calasso - Adelphi
"Topkapi", Eric Ambler - Adelphi
"Io sono vivo, voi siete morti", Emmanuel Carrère - Adelphi
"La Triomphante", Teresa Cremisi - Adelphi
"Gli ultimi libertini", Benedetta Craveri - Adelphi
"La borsa di Miss Flite", Bruno Cavallone - Adelphi
"Paura reverenza e terrore", Carlo Ginzburg - Adelphi
"Paris was a woman", Andrea Weiss - Counterpoint
"Geografia e drammi", Gertrude Stein - Liberilibri
"La passione e il dubbio", Henry James - Marsilio
"Vivid Faces: The Revolutionary Generation in Ireland, 1890 -1923", R. F. Foster - Penguin UK
"Fratello John, sorella Mary. Le avventure semiserie dell'operatore sociale precario Mauro Eliah", Marco Ehlardo - Edizioni Spartaco




Libri letti

"Senza nome", Wilkie Collins - Fazi Editore
"Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano", Eric-Emmanuél Schmitt - Edizioni E/O
"Intrigo scolastico", Tom Perrotta - Edizioni E/O
"Fratello John, sorella Mary. Le avventure semiserie dell'operatore sociale precario Mauro Eliah", Marco Ehlardo - Edizioni Spartaco
"L'anima di Hegel e le mucche del Winsconsin", Alessandro Baricco - Feltrinelli Editore
"Ruggine", Anna Luisa Pignatelli -  Fazi Editore
"WUH", Andrea Paolucci - Edizioni Gorilla Sapiens
"Una cosa piccola che sta per esplodere", Paolo Cognetti - MinimumFax Editore


Libri in lettura

"Girl with green eyes", Edna O'Brien -  Penguin UK
"Gli ultimi eretici", Vasile Ernu- Hacca Edizioni (in lettura)
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (in lettura)
"Alla ricerca del tempo perduto Vol.1: Dalla Parte di Swann", Marcel Proust - Mondadori Editore (in lettura)



Premessa: Non sarò lunga, perchè il post lo è, e anche tanto. Noterete forse un cambio di registro nel post perché era talmente lungo e complicato che l'ho dovuto scrivere in tre momenti separati. Mi scuso in anticipo, magari qualcuno non lo noterà, ma io lo so e tanto basta. Buona lettura!


Non cominciamo con le facce basite, chiudete quelle bocche che, come diceva mio padre, "poi ci entrano dentro le mosche!". Lo dovreste sapere dallo scorso anno che, Luglio, è il mese del mio compleanno e, se a Giugno sono stata brava, qui non ho acquistato solo io, ma mi hanno decisamente aiutata! Tra parentesi sono stata anche brava perché dei libri che vedete fra i comprati, solo l'ultimo è stato effettivamente comprato da me, gli altri invece sono stati regalati con un dono tardivo che ha coperto più che ampiamente la spesa fatta in un solo giorno (26 libri, di cui uno appioppato a Librangolo Acuto cui ho detto che, di quell'autore, quel libro va letto e basta, gli altri può anche tralasciarli!). Sì, lo so che siete tutti curiosi di sapere che libro è! Parliamo di un libro spassosissimo che si intitola "Mia suocera beve"  libro veramente divertente e ben fatto. Prima e dopo, nonostante conosca un sacco di persone che apprezzano questo scrittore, per me non c'è nulla. 

Questo mese una novità grossa c'è, ed è il libro in inglese ovvero "Girl with green eyes", Edna O'Brien, è una vecchia edizione Penguin UK del 1975. Il libro è del 1962 ed è il secondo della serie "Country girl" scritta dalla O'Brien all'incirca negli anni '60 quando era ancora sposata e si era già trasferita a Londra. Ovunque si dice, e lo dice anche lei, che per la franchezza dei toni - in particolare la parte riguardante il sesso - in cui era scritta, questa saga, venne vietata in Irlanda e lei fu messa al bando perché condannata, moralmente, per l'aver scelto non solo di sposare prima un uomo divorziato (in verità stavano insieme già prima che divorziasse dalla precedente moglie ed ebbero un figlio prima di sposarsi come dice nella sua biografia), ma anche di divorziare e di scrivere libri del genere. Ora, quando ho trovato il libro all'usato, sapevo chi era la scrittrice e anche la storia che stava dietro a Country Girl, ma non sapevo che fosse una trilogia. Quando l'ho preso e ho postato le foto, avevo sbirciato la prima pagina e, stupita del fatto di riuscirla a leggere senza un grande aiuto del dizionario, ho proseguito e ora sono a praticamente a metà libro. Certo non è sempre semplice, ci sono termini irlandesi che ci metto anche mezz'ora a capire che significano, però sicuramente è più scorrevole del distopico che avevo iniziato qualche tempo fa, per il quale leggere due pagine di battaglie era un'impresa da mezzo pomeriggio! Detto questo, l'edizione mi ha un po' fregata: avevo visto 213 pagine e mi sono detta "va bene, magari in due mesi ce la faccio!" ma è scritta "alla Feltrinelli" ovvero la dimensione dei caratteri è decisamente ridotta, quindi, a parte le maledizioni di quando mi perdo fra le righe, se abitaste con me o foste con me a pranzo in ufficio, mi sentireste tradurre ad alta voce e magari qualche volta esclamare "Edna, e quanto la fai complicata!". 
Il "si dice" di poco più su è perché "Girl whit green eyes", proprio proprio esplicito sessualmente non è e, in più, Cath, la protagonista, a metà libro manco si è lontanamente concessa. Suppongo sia utile sapere che a parte lo spoiler di dove si trova non ve ne siano altri, perché è la prosecuzione di una vita, almeno per ora. Cath che nel precedente libro era una ragazzina cresciuta in un paesotto della provincia della provincia irlandese (Country Girl) si trova sempre in Irlanda ma a Dublino e lavora in una drogheria. Ha conosciuto Eugene, uomo sposato (non vi ricorda qualcuno?) che ha rispedito la moglie in America dopo un evento luttuoso. Eugene lavora nel mondo del cinema e Cath la sua amica Baba, che razza di nome, lo hanno conosciuto ad una festa; poi Cath lo ha incontrato qualche volta, lo ha invitato a casa dove gli ha presentato Johanna, la sua padrona di casa e gli altri inquilini e lui l'ha invitata a vedere la casa sua e a passare le feste con lui insieme ai suoi amici. Cath ha scoperto Eugene per gradi, ma qualcuno ci ha messo lo zampino e ha scritto ai suoi datori di lavoro e a suo padre, dicendo che sta frequentando un uomo sposato e, mentre Eugene è partito per Londra, il padre di Cath piomba a Dublino costringendola a tornare al paese per evitare che si conceda al diavolo (Eugene). Io sono arrivata sin qui, ne riparleremo quando lo finisco!

Tra gli altri libri in lingua che ho preso ci sono:
- "Italian art, life and landscape", Bernard Wall, avrei voluto farvi vedere la faccia di Irene quando ho detto "questo lo prendo!" perché c'era davvero da ridere, ma sapevo quello che stavo facendo. E' una guida ai luoghi e alla cultura italiana del 1956 e a me non mancano informazioni sul mio paese, ma ho trovato straordinariamente divertente che quando parla di Roma dedica un intero capitolo ad un luogo cui assegna proprio il nome di "Campagna Romana". In quella porzione di libro parla della crescita di Roma, che per chi non lo sapesse, fino al 1.400 era tutta dal lato di Trastevere e San Pietro e solo successivamente, dopo l'arrivo di Bramante, Raffaello e il Rinascimento che guarda al classico come spunto per trovare la perfezione, comincia a popolarsi dall'altro lato. Quindi, secondo il racconto dell'autore, sbirciato in velocità, la "Campagna Romana" - non ve lo sto traducendo "Campagna" è scritto proprio così come "Roma" - si riduce mano a mano diventando solo la zona dei Castelli romani.
"The circle", David Eggers - Random House US (Alfred A. Knopf) che invece è una sorta di distopico, stavolta niente guerre, ma un mondo che ricorda molto il quartier generale della Google. La protagonista che vuole veramente entrare a fare parte del "Cerchio" è disposta a rinunciare alla sua privacy, il motto della società è "Se non sei trasparente, cos'hai da nascondere?". Lavorare là significa che la propria vita si svolgerà tutta all'interno del cerchio che diventa una società a parte; tutto bello e dorato, il mondo di Mae comincia a crollare quando una collega le fa notare che la perdita, che subisce mettendo in piazza se stessa, è superiore ai benefici che ne ottiene e che, mettere in modalità sociale, il proprio io non è così semplice e come sembra.

Sempre di Eggers, ma stavolta in italiano, ho trovato anche "L'opera struggente di un formidabile genio", che è un romanzo autobiografico e che narra della vita di due fratelli un ventenne e un ragazzino di otto anni che improvvisamente perdono i genitori. Il più grande vende tutto, prende il fratello minore e si trasferiscono in California in cerca di una vita nuova e di fortuna. Lo hanno definito un "inaspettato capolavoro". Eggers è il fondatore di una rivista che mi piace molto, McSweeney's, ha fondato anche una scuola di scrittura ed ha un sacco di idee geniali. Lo avevo in lista da un po', e ora posso togliere ben due libri dall'elenco dei "da comprare"!
Ho comprato anche altri Mondadori e in particolare "La nuova generazione perduta" di David Leavitt che è un saggio sulla letteratura gay e  sugli scritti sull'AIDS, tema molto importante per questo autore che da anni vive con il suo compagno (anche lui scrittore) prima a New York e poi a East Hampton. Poi ho preso "Denti bianchi" (Zadie Smith), della stessa autrice ho letto "L'Ambasciata di Cambogia" che mi era veramente piaciuto e molti, Irene compresa, mi avevano detto che Denti bianchi era altrettanto bello. Siamo nell'Inghilterra degli anni '60, dove la convivenza pacifica delle diverse culture non è ancora stata raggiunta: in questo momento si rincontrano due uomini che si sono conosciuti alla fine della seconda guerra mondiale. Uno è inglese e l'altro è bengalese, il libro narra delle improbabili avventure di questa particolare rimpatriata con famiglie annesse.
Per "La figlia dello straniero" di Joyce Carol Oates, è più l'autrice che mi ha ispirato che il libro, diciamo che di suo al mercatino ho trovato solo questo, il resto ce l'ho da parte in qualche emulatore di e-reader. La storia parla di una famiglia che è appena giunta in America e si sposta alla ricerca di non sa nemmeno cosa. Lui beve e picchia la moglie, lei è attaccata morbosamente al figlio e una lettera racconta loro degli orrori dell'olocausto che nemmeno loro vorrebbero sapere. Sì, lo so, una cosa allegra non guasta mai, vero?
Posso invece dire tranquillamente dire che io, questo libro di Robert Louis Stevenson, lo conosco a memoria! Questo perché questo è uno dei libri che ho ascoltato per un paio di mesi in audiobook. Sono quegli audio che ascolto prima di addormentarmi... beh? E' un po' come la favola per la buona notte solo che Stevenson ha un modo un po' "macabro" per augurarmi il buon riposo con "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde". Lo avevo letto a scuola ma non ho mai avuto il libro, ora sì. 

Rizzoli. "Villa tre pini" di Marco Polillo l'ho presa semplicemente perchè avevo letto il giallo successivo, "Il convento sull'isola" (Rizzoli) che mi era anche piaciuto parecchio e quindi, visto che c'era l'opportunità, non ci ho pensato due volte. Mi piace lo stile di Polillo che addirittura non si perde in descrizioni fini a se stesse; la descrizione dei luoghi e delle persone avviene sempre nel mezzo di un'azione, di cui spesso la descrizione è parte integrante, così uno non s'annoia e si gode la vista. E' il primo della serie del vice commissario della Questura di Milano Enea Zottia. Marco, ma senti un po', ma un cognome più semplice no, eh?
Poi una cavolata la dovevo pur fare no? Voi che dite? Ecco che si sappia, l'io della lettrice sconclusionata vuole proprio leggere Prisco, vuoi per il titolo del libro o vuoi per il fortuito ritrovamento di qualche tempo fa di un volume, che testimoniava l'immenso amore per questo autore, del suo ex proprietario/a. Insomma ho tre libri uguali! uno lo avevo trovato al bookcrossing ed è della stessa edizione di quella che ho preso ora, solo un po' più vissuto, uno l'avevo preso appunto al mercatino di Ciampino e uno ora. Che libro è? "Una spirale di nebbia". Ora il volume Rizzoli (di cui vi ho parlato nel Diario di Aprilenon lo darò via, ma mi scoccia dar via uno della collana che ho preso ora perché della stessa collana ho trovato altri lavori di questo autore. "La provincia addormentata" è una raccolta di racconti che narrano la vita napoletana e in particolare ai piedi del Vesuvio. Fu la raccolta con cui esordì e venne pubblicato per la prima volta nel 1949 da Mondadori. Mentre "La dama di piazza", che nel 1962 vince il Premio Napoli - che vincerà nuovamente nel 1971 con "I cieli della sera" (Rizzoli) -,  è una storia familiare, una sorta di saga ma più stretta nei tempi (dal 1919 alla fine della seconda guerra mondiale), che ha per protagonista una donna, ambiziosa e passionale, che, dice la quarta di copertina, "tende a elevarsi dalla sua condizione di piccola borghese alla quale resta sempre irrimediabilmente legata".


Veniamo a qualche classico "Tre uomini in barca"di Jerome K. Jerome (Bur) e "Tutti i racconti del mistero dell'incubo e del terrore", Edgar Allan Poe (Il Messaggero), "L'enigma dell'alfiere", S. S. Van Dine (Corriere della Sera). Anche per Jerome e in particolare per "Tre uomini in barca", posso dire tranquillamente di saperlo a memoria, anche questo l'ho audiobook, ma la storia in questo libro è diversa come genere da quella di Stevenson. Al liceo, avrò tentato di leggerlo un milione di volte salvo poi annoiarmi e metterlo da parte mentre, invece, con la lettura di Silvia Cecchini, l'ho trovato straordinariamente divertente - ecco questo non è un libro che aiuta tantissimo a combattere l'insonnia... ma almeno riderete di gusto! -, così dopo averlo sentito almeno sei volte buone posso dire di essere pronta e preparata a riprovare con il libro! Ah! Se vi state chiedendo che ascolto ora per dormire, l'audiobook è "Grandi speranze", Charles Dickens, letto da, tanto per cambiare, Silvia Cecchini. Quasi quasi vi aggiungo una categoria apposta fra quelli in lettura!
Per S.S. Van Dine, e quindi "L'enigma dell'alfiere" , invece non stento a dirlo, è una pura questione di principio. Lui è palloso, il suo personaggio uno snob so-tutto-io, quelli che gli stanno attorno, giusto per farlo sembrare più antipatico, sono decisamente degli allocchi. Oltretutto, tanto per volermi male, avevo una raccolta , in ebook, della Newton Compton la cui traduzione non aiuta affatto. Quindi visto che c'era, ho preso il libro in questione, sperando in una traduzione migliore, e con il puntiglio di finirlo. Difficilmente credo che mi entusiasmerà, ma io almeno questo lo devo finire, poi io e Van Dine possiamo prendere anche strade differenti!
"Tutti i racconti del mistero dell'incubo e del terrore" li avevo e, da quando mi sono trasferita, non li trovo più e, qualora riemergessero - e succede sempre così quindi ritorneranno fuori! - lo scambierò con qualche altro volume. 
Invece, grossa azione di buona volontà è quella fatta prendendo le "Poesie" di Sylvia Plath (Corriere della Sera). ALT! Tu, scrittore di poesie, che per caso sei capitato qui, io come recensore di poesie sono una pessima idea! L'unica raccolta di poesie citata in questo spazio è quella di Nazim Hikmet ma non è una raccolta di poesie romantiche, bensì di prose in rima che raccontano una profonda nostalgia e potremmo dire che sono poesie "civili". Mentre a spingermi a comprare la Plath c'è un sospeso che ho con Ginevra Bompiani che con "Lo spazio narrante" (Et.al) racconta magistralmente il pensiero di Jane Austen, Emily Brontë e Sylvia Plath. Ecco, mentre delle prime due, si può dire che conosco vita morte e miracoli, per la Plath invece ammetto la mia ignoranza, la rima non mi è amica affatto e io non è che le lascio poi molto spazio. Così, giusto per farmi un'idea e rileggere il pezzo a lei dedicato con altri occhi, ci darò uno sguardo.

Tu, eretico rivenditore dei tuoi libri! Tu, come hai potuto separarti da due volumi Hacca manco letti?! Pentiti!!! Ma comunque, eretico, grazie! Libri in ottime condizioni praticamente nuovi.
"Oltre le parole"di Luca Giachi. Di questo vi metto un estratto della sinossi poi ditemi voi se non vi sale la curiosità: 
"Una vecchia 500 gialla cade dal cielo spingendo i due protagonisti, Matteo e Alessia, a trasformarsi in veri e propri investigatori. E mentre ricostruiscono una complessa vicenda che si fa via via più toccante ed intensa, ritrovano le ragioni dell'amore. Imparano a guardarsi, a parlarsi a "cuore aperto", a condividere un'esperienza che li cambierà per sempre."
Mentre per "Non dire madre" di Dora Albanese si tratta, se ho ben capito, di saggi sotto forma di racconti che, nello svolgimento, indagano sui retroscena della maternità e della figura femminile dal periodo post bellico in poi nel sud Italia. E devo ammettere che non sapevo che avessero questo libro in catalogo.

Quando sono tornata a casa dal mercatino, sono andata a vedere chi fosse Tama Janowitz perché, la raccolta di racconti "Schiavi di New York", veniva presentata come "la raccolta che ha rivelato la nuova star della narrativa americana" e, possibile mai che io mai l'avessi sentita nominare? Ecco, è possibile. Tama, oltre ad aver, in passato mi auguro, adottato delle mise, permettemi, un po' (tanto) al di là del mio gusto - come in questo caso in un vecchio Letterman Show -, ha effettivamente scritto sette romanzi/raccolte di racconti ma, da questa, è uscito un film che porta lo stesso titolo e che ha avuto come regista James Ivory che pure io, che mai guardo la Tv e mai vado al cinema, conosco! La New York rappresentata in queste storie è sregolata e anaffettiva, è fatta di lustrini e di feste, di persone che si mettono insieme per noia e si lasciano senza traumi. E, vi dirò, alla fine, non mi sono pentita di averlo preso!
Sempre in tema un po' oscuro, ma stavolta siamo a Berlino nei primi anni trenta, c'è "Fratelli di sangue"di Ernst Haffner che avevo adocchiato da un po' e figuratemi la mia faccia quando l'ho visto là! Fratelli di sangue, è il nome di una gang di orfani che sopravvive, cercando di farsi spazio nel mondo dei bassifondi berlinesi, con piccoli e grandi espedienti come il furto e la prostituzione. Nelle presentazioni che avevo visto il giro, l'autore ci tiene ad evidenziare non solo la questione stoica ma, soprattutto, le dinamiche di un gruppo che vive di regole non scritte e che su questo basa i rapporti all'interno e all'esterno del gruppo stesso. E, in questo periodo, direi che cade a "fagiuolo".
Sempre "nero" ma stavolta è un mistery è "L'uomo per il quale non esistevano segreti" di Jurij Korolkov. Herling da lassù mi perdonerà ma, quando ci domandava se ci eravamo mai chiesti perché non c'erano gialli russi in "Da Gorky a Pasternak. Conversazioni sulla letteratura sovietica", libro di cui prima o poi dovrei anche fare una recensione, e ci diceva che, in fondo, la vita sovietica del periodo "da Gorky a Pasternak" è esso stesso un grandissimo giallo - come peraltro tantissimi altri periodi compreso quello che si legge in "C'era una volta la DDR" di Anna Fuller - non poteva sapere dell'esistenza di questo autore (anche perché testo di Herling è del 1958) che, credo, negli anni '70 fu pubblicato anche in Italia. Si parla di spionaggio e quando lo avrò letto vi dirò di più, perché non è che ci siano così tante notizie nella quarta di copertina.

Quello di Chiara Valerio invece mi ha fatto capire perchè le è tanto piaciuto "Panorama" di Tommaso Pincio. In fondo era in sintonia con questo tema, ovvero "Ognuno sta solo", perché anche qui si parla di una corrispondenza fra un lui e una lei in via digitale. Nasce qualcosa ma lui è impegnato e le cose, come sempre succede, si complicano. E' un libro abbastanza lungo, 478 pagine, ma secondo la sinossi è un libro che lascerà scosso il lettore. Nel caso succedesse qualcosa di grave, vedetela così, vi lascio i miei mensili, contenti? E' decisamente impossibile resistere alle sinossi di Perrone... vero?
Libro invece decisamente strano è quello di Bohumil Hrabal, che non poteva non stare nel catalogo di E/O, e che riguarda una storia abbastanza bislacca ma con un profondo risvolto morale ovvero una riflessione sul valore del tempo e su quanto, permettetemi la ripetizione, la percezione del passaggio del tempo influisca nelle nostre vite e sia veloce o meno. Ne "La cittadina dove il tempo si è fermato" il tempo pare davvero essersi cristallizzato. Forse è perché l'uomo sta agendo in maniera sistematica a distruggere i segni materiali del passato oppure perché all'interno del cerchio dei suoi abitanti la vita non sembra cambiare. Chi c'è pare stia lì da secoli e non sembra volersene andare.

Mondo Adelphi, di cui riapriremo il vaso di pandora con i regali, comprende due libri "Giobbe" di Joseph Roth potrebbe essere la svolta per risolvere il mio problema di "aridità" - non chiedete è una cosa alquanto complicata da spiegare! - oppure essere una debacle completa. La storia, seppur totalmente diversa da quella di Stoner,  racconta di un uomo, Giobbe appunto, che è immerso nel mondo che lo circonda, lavorando allo studio e all'insegnamento della Torah e creandosi una famiglia con moglie e tre figli. Il problema è che nulla di quello che sembra accadere pare ripagarlo della sua vita operosa e una sventura si somma all'altra. 
Questione invece totalmente diversa per Frank McCourt che dimostra che si può essere taglienti e spietati come solo un ragazzino può essere, grazie alla logica semplificata ed estremamente realistica, che racconta, nel periodo fra le sue guerre, la sua visione del mondo irlandese. Nella sinossi si scrive che "la sua famiglia è talmente povera che può guardare la povertà dal basso" ed è una descrizione irresistibile per un libro come "Le ceneri di Angela", giudicato da più parti come un vero capolavoro.

Quando ho preso i precedenti libri di Schmitt avevo intenzione di leggerli tutti. Intenzione che non è sparita, ma, leggendo "Monsieur Ibrahim e i fiori del corano" mi sono accorta che:
- avevo ragione sul fatto che alcuni titoli di somigliassero. Come detto a Marzo nel Diario la storia de "Il lottatore di sumo che non diventava grasso" somigliava decisamente troppo a "Monsieur Ibrahim e i fiori del corano". Non mi sono sbagliata. entrambi sono da inserire in un disegno più grande che mira ad indagare nel mondo dell'integrazione e di convivenza di credo, culture e nature differenti. Nel caso di "Oscar e la dama in rosa", la storia sembra una riflessione sul valore della vita ma anche questa, per certi versi, può rimandare allo stesso disegno di cui sopra.
- non mi è piaciuta la mossa editoriale, adoro Schmitt per il suo essere un indagatore dell'umana natura, ma questi racconti dovrebbero essere pubblicati tutti insieme. nel caso di Monsieur Ibrahim il commento della post fazione è lungo quanto, se non più, del racconto stesso. L'effettivo racconto, al netto dei mega margini e dei caratteri per ciechi, sarà di 40 pagine scarse (esclusa la postfazione) per un prezzo originale di 9,00€. Ecco se lo avessi visto in libreria così, confesso, non lo avrei mai preso. ALT! Non è un'ideona E/O oppure BUR (Oscar e la dama in rosa è BUR ripubblicato anche da E/O), perché ad uno sguardo sui canali internazionali, i libri vengono comunque pubblicati separatamente, quindi probabilmente è una scelta dell'autore, che non condivido ovviamente. 

E arriviamo al folto gruppo degli altri regali: io ho due fratelli e da loro - e grazie anche a Roberta, Martina e Lorenzo - ho finalmente in mano dei titoli che cercavo da tempo.
"La passione e il dubbio" (Henry James - Marsilio), "Vivid Faces: The Revolutionary Generation in Ireland, 1890 -1923" (R. F. Foster - Penguin UK) e"Paris was a woman" (Andrea Weiss - Counterpoint) sono in ordinati per periodo.
Il primo, "La passione e il dubbio", mi sono un po' pentita di averlo preso e, infatti, se non avesse contenuto un "racconto", mettiamolo fra virgolette che James non ha mai conosciuto la sintesi, che è un po' introvabile ovvero il "Il carteggio Aspern"; Marsilio io ti adoro, ma stavolta l'hai fatta grossa! 28€ per una raccolta di racconti, già pubblicati singolarmente e di cui quindi già detenevi le traduzioni, di un autore morto (a livello polvere, quindi i diritti sono stati svincolati da parecchio!) scritto a caratteri grandi. Non si fa! L'ho acquistato online con lo sconto, cosa che consiglio caldamente di fare a chiunque abbia un interesse per questa raccolta, ma in generale, in libreria preferite i racconti singoli e prima di acquistare controllate se davvero ne vale la pena.
"Vivid Faces: The Revolutionary Generation in Ireland, 1890 -1923" è invece il primo libro che avevo cominciato a leggere in inglese, pure qui, come è successo con la O'Brien, leggendo la prima pagina mi ero accorta di riuscire a comprendere il testo senza stare sempre a cercare le parole. Lo avevo preso in ebook, ma il limite dell'ereader per il mio livello di inglese, è che ogni volta che mi apre il dizionario e wikipedia le finestre mi coprono il testo! Quindi per una come me, che vede il significato della parola e lo deve correlare alla frase in cui essa è inserita, è un limite non da poco. Ma siccome questa storia scritta in maniera appassionata e anche un po' romanzata mi aveva preso non poco ho sempre avuto il pallino di averla in cartaceo per poi finirla di leggere et voilà, fatto! Adesso non rimane che leggerla!
Con "Paris was a woman" invece torniamo a Parigi con Gertrude Stein, Adrienne Monnier e Sylvia Beach e tante altre donne che hanno contribuito ad una rivoluzione culturale a 360°. È la trascrizione di un bellissimo documentario del 1996 che ho visto, qualche tempo fa girava per la rete - adesso le versioni in circolazione sono a pagamento, un assaggio free lo trovate qui sulla vita di Gertrude Stein e qui l'intervista a Sylvia Beach -, e che però è stato cancellato. Il dvd costa 60$ come fino a qualche tempo fa costavano anche le rare copie di questo libro, fortunatamente ripubblicato ad un prezzo accettabile. Attenderemo che il prezzo diminuisca o che Netflix, che credo lo abbia reso disponibile per il pubblico americano, lo renda disponibile anche per il pubblico italiano.

Rimanendo a Parigi, Irene di Librangolo Acuto, mi ha fatto una sorpresa non da poco, regalandomi "Geografia e drammi" della Stein di una casa editrice che, davvero, non avevo mai sentito: Liberilibri. Avevo trovato i libri ma il prezzo, decisamente poco abbordabile, mi aveva lasciata un po' perplessa. Ne avevo parlato con lei e, lei, signora delle maratone casa-libreria-biblioteca e via dicendo, non solo ha verificato di persona ma mi ha regalato questo bel volume il cui prezzo è giustificato dalla cura con il quale è stato realizzato. "Geografia e drammi" è una una biografia alternativa - come poteva non essere alternativo uno scritto della Stein?! -. Si racconta attraverso le sue esperienze personali e a contatto con il mondo culturale parigino visto dall'occhio di una espatriata americana che si sente molto più parigina di quello che si potrebbe pensare.

Ve l'avevo detto che io amo gli Adelphi? Ah non s'era capito? La fatina della lettura lo sa, e come ogni anno mi ha sommersa di libri, tra cui spicca l'ultimo libro di Calasso "Il cacciatore celeste". La sinossi cita: "Ci fu un'epoca in cui, se si incontravano altri esseri, non si sapeva con certezza se erano animali o dèi o signori di una specie o demoni o antenati. O semplicemente uomini. Un giorno, che durò molte migliaia di anni, Homo fece qualcosa che nessun altro ancora aveva tentato. Cominciò a imitare quegli stessi animali che lo perseguitavano: i predatori. E diventò cacciatore." Come per tutti i libri di Calasso, non sarà una lettura semplice, ma ci adopereremo per farla. Magri riesco a farci anche una recensione...
Io amo, a livello Schmitt-Perrotta-Hornby, Carlo Ginzburg dai tempi de "Il formaggio e i vermi". Autore incontrato per caso per un esame universitario di storia moderna e la cui critica al libro mi è valsa anche un bel 30 e lode. Mi piace come scrive, come parla e anche quello che pensa. Magari non sono sempre d'accordo con i risultati finali della sua ricerca ma, ragazzi miei, Ginzburg è il più interessante storico in circolazione in Italia (ed è anche il figlio della famosa Natalia, qualora ve lo steste chiedendo). "Paura reverenza e terrore" è un saggio sulla potenza dell'immagine e delle relazioni ad essa connesse. Il messaggio, in qualsiasi modo venga dato, porta con se tutta una serie di reazioni che indotte regalano, a chi le mette in circolazione, il potere sulle opinioni in base alla recezione del contenuto. Ginzuburg ci riporta indietro ad immagine storiche famose per analizzare l'impatto che queste hanno.

Sono anni che la Fatina della lettura mi dice che devo leggere Carrère e io invece, sino ad oggi almeno, ho sempre fatto la vaga. Il suo problema? Che tutti dicono che è bravissimo e questa cosa smorza un po' il mio entusiasmo. Ora però il titolo di questo libro mi piace un sacco, indipendentemente dal suo contenuto, e temo che, stavolta, dovrò cedere sicuramente a "Io sono vivo, voi siete morti". Per il contenuto sarà invece una lotta: lui ama Philip K. Dick e io, invece, devo ancora finire "Una svastica sul sole" - cosa che peraltro mi fa incavolare non poco, perché io amo i libri distopici! - perché stento a capire il punto. Quindi, questa dichiarazione d'amore per questo autore di Carrère sicuramente mi metterà alla prova ma, magari, mi aiuterà a capire meglio quel grande uomo contorto di Dick.
Per la "La borsa di Miss Flite"  di Bruno Cavallone siamo sempre in area saggistica - molto labile questo confine con la narrativa in questo caso -, ma parliamo di un autore che conosce bene il mondo di cui tratta: la giustizia e tutte le sue derivazioni. Cavallone è stato per una vita avvocato ma, rileggendo dei classici, ha deciso, se ho capito bene, di rivedere le carte di alcuni "processi" di cui si narra in tanti classici riscrivendo le regole del gioco. Questo libro mi intriga non poco... sappiatelo!
Autrice che non conoscevo ma che invece, Alessandra di Una lettrice conosce benissimo, è Benedetta Craveri con il suo nuovo saggio "Gli ultimi libertini" che segue il precedente che si chiamava "Amanti e regine: il potere delle donne" - e anche altri, controllando le uscite -. Il commento dell'autrice in prefazione racchiude il senso del libro: "Questo libro racconta la storia di un gruppo di aristocratici la cui giovinezza coincise con l'ultimo momento di grazia della monarchia francese": sette personaggi emblematici, scelti non solo per "il carattere romanzesco delle loro avventure e dei loro amori", ma anche (soprattutto, forse) per "la consapevolezza con cui vissero la crisi di quella civiltà di Antico Regime ... con lo sguardo rivolto al mondo nuovo che andava nascendo".

Anche gli ultimi due autori non li conoscevo affatto e sono Ambler con "Topkapi" e la Cremisi con "La Triomphante". Il primo è una via di mezzo fra un giallo e una spy story: Topkapi viene pizzicato dalla sua vittima, un inglese, mentre sta cercando di rubargli qualcosa in aeroporto ad Atene. Per evitare una denuncia accetta di fare quello che lui gli chiede ma che lo metterà in serio pericolo alla frontiera e per sfuggire alla sorte a cui è destinato accetterà di collaborare con il controspionaggio turco. 
Invece per "La Triomphante", Adelphi mi perdoni e anche la Fatina della lettura, dalla sinossi del libro non si capisce praticamente nulla. Succede eh, anche ai migliori, ma succede. Quindi ho cercato informazioni sugli articoli scritti in merito, e in questo caso in una recensione del Corriere della Sera "Infanzia fiabesca, cadute, successi. Il cammino trionfante di un'esule." di Isabella Bossi Fedrigotti  :
"È un romanzo oppure un’autobiografia per prima cosa, ovviamente, si chiede il lettore curioso, pur sapendo che non ha alcuna importanza; e la risposta non può che essere: autobiografia (un poco) romanzata. Nel senso che l’autrice, Teresa Cremisi, una vita dedicata ai libri in veste di editor, direttrice editoriale, direttrice generale e, infine, presidente di grandi case editrici in Italia e in Francia (dove era soprannominata «primo ministro»), sostanzialmente ripercorre le vicende della sua vita permettendo ogni tanto alla fantasia di prendere il sopravvento: per il puro piacere d’inventare o, anche, per discrezione, per quella sua antica abitudine, che, nonostante gli sforzi, confessa di non essere mai riuscita davvero a superare, di stare comunque sempre un passo indietro."
Grazie Isabella!

Questo invece è un libro che mi è arrivato da Edizioni Spartaco. come ho scritto nella recensione di "Fratello John, sorella Mary. Le avventure semiserie dell'operatore sociale precario Mauro Eliah", di Marco Ehlardo e, come detto nel caso di Pezzoli giusto a Giugno nel Diario di Maggio, io ho sempre l'ansia quando devo leggere un nuovo lavoro di un autore di cui ho amato il libro precedente. Il che potrebbe far pensare che io non abbia molta fiducia nei miei piccoli idoli ma non è così: la ragione semplice e pura è che mi affeziono talmente tanto alle emozioni provate con il libro con cui li ho conosciuti che temo sparisca se poi adoro di più quello successivo. Fisime da lettrice lo so, ma che ci dobbiamo fare? Per le informazioni sulla trama vi rimando alla recensione linkata, ma ricordatevi di tenerlo in considerazione. Anche questo è un libro da leggere, garantisco io!

Visto che con l'ultimo arrivo siamo arrivati ad un libro letto proseguiamo velocemente con gli altri che ho finito.
"Senza nome" di Wilkie Collins: se dovessi farvi un paragone è come un filo di lana, sarà che ultimamente ho filato come non ci fosse un domani per rilassarmi, ma avete presente quei fili che sono formati da tanti piccoli fili minori che si arrotolano tutti insieme? Ecco questa è la costruzione della trama di questo libro che lascia, momentaneamente, la costruzione a catena (questo romanzo è stato scritto fra "La donna in bianco" e "Armadale") per provare una forma nuova. I capi che compongono le storie individuali di questi personaggi si intrecciano e si slegano per poi ricollegarsi sempre all'intreccio principale.
Al di là di quanto già detto per l'operazione commerciale "Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano" è veramente un bel libro e anche decisamente toccante. Se l'intento di Schmitt è quello di sviscerare il mondo della difficile convivenza fra culture, religioni e pensieri differenti, l'obiettivo è perfettamente centrato. Mou e Ibrahim sono talmente descritti bene da sembrare persone conosciute e il racconto vi toccherà le corde dell'anima.
MAGISTRALE, veramente , Tom Perrotta e il suo "Intrigo scolastico". Nel suo liceo ci troviamo poco prima delle elezioni e viviamo, in scala ridotta l'eterna lotta delle candidature americane, con intrecci e intrighi che non impallidiscono rispetto a quelli delle vere campagne su scala nazionale.
Non ero molto ottimista quando ho ritrovato e riesumato dai meandri della libreria dei libri da leggere questo titolo. Inizialmente proprio non ricordavo perché avevo preso "L'anima di Hegel e le mucche del Winsconsin" di Alessandro Baricco , che è una raccolta di quattro saggi che esplora il mondo della musica classica passata e contemporanea, poi, già al primo saggio mi è venuto in mente che l'ho preso nel periodo in cui leggevo un altro saggio sull'estetica di Adorno. Sì, lo so, sono sempre stata decisamente sconclusionata nelle mie letture, non ve ne eravate accorti?
Bella prova anche quella di Paolucci che però mi ha inizialmente spiazzato, perché io Paolucci l'ho conosciuto a Roma, in uno degli incontri di #nonsonosole, e, a dirla proprio tutta tutta, era così gentile - lo è davvero eh - che non immaginavo che scrivendo potesse avere questa penna così tagliente e dannata. "WUH" è una raccolta di racconti noir, dove il mondo non è affatto tutto rosa e fiori, anzi è tutto nero come la notte e bianco come la droga, a volte psichedelico come le pasticche e lui riesce perfettamente a rendere l'idea di questo luogo. Un libro veramente da tenere in conto e da leggere, stupisce parecchio!

Conferma, perché lui è una conferma ed è anche nell'olimpo di Schmitt - Hornby-Perrotta è Cognetti con la sua splendida raccolta di racconti "Una cosa piccola che sta per esplodere". Perché leggere Cognetti? M;e lo chiedevo l'altro giorno, mentre pensavo a cosa potrei scrivere per rendere l'idea e mi è venuta in mente questa frase: ci sono molti tipi diversi di scrittori, ma in un mondo in cui la moda definisce uno scrittore alto come colui che scrive di situazioni buie e asfissianti, Cognetti è la dimostrazione che si può fare vera e, anche alta, letteratura con dei racconti e tenendo per mano i propri lettori per tutta la trama. Pure nei racconti più tristi, ne esci sempre con un velo di serenità e sicurezza ed è sempre un piacere leggerlo.
Cosa che però non posso dire per "Ruggine" di Anna Luisa Pignatelli è stata un'impresa finirlo perchè, nonostante l'idea fosse buona, l'atmosfera era decisamente pesante e tetra, talmente tanto da incupire anche un placido pomeriggio d'estate. Ruggine e Ferro sarebbero stati personaggi perfetti ed erano anche perfettamente inseriti nell'ambiente congegnato dall'autrice ma la narrazione e le situazioni di troppo, hanno reso questo libro troppo cupo per renderlo completamente apprezzabile. Attenderemo il prossimo libro della Pignatelli, per vedere se andrà meglio!

Sotto vi metto la soluzione del cruciverba di Luglio e per il prossimo rimandiamo a Settembre, ha fatto troppo caldo perchè io riuscissi a concentrarmi sulla costruzione delle parole crociate, perdonatemi!
Spero siate arrivati vivi fin qui e vi ricordo che avete quasi un mese per leggerlo, contenti? Magari ad Agosto sono stata brava! Lo so, lo so... le ultime parole famose!
Buon inizio settimana e buone letture,
Simona Scravaglieri












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