mercoledì 20 luglio 2016

[Dal libro che sto leggendo] Intrigo scolastico

Tom Perrotta
Fonte: Real Media


Siamo qui riuniti oggi a commemorare l'ultimo libro tradotto in italiano di Tom Perrotta che avevo ancora da leggere, d'ora in poi mi toccherà rivolgermi ai testi americani  (credo ci siano ancora altri cinque libri che aveva pubblicato prima della triade per la quale è conosciuto). Ma con questo si chiude il ciclo dei "magnifici tre" che hanno reso famoso a livello internazionale tra il 2003 e il 2006 questo autore. I libri della triade sono quindi quello odierno, L'insegnante di astinenza sessuale (Edizioni E/O) e Bravi Bambini (BUR). Intorno al 2005 Hornby si dichiarava onorato che Perrotta venisse definito l'Hornby americano definizione che, a parer mio, calza meglio dello stile "Maupassant". Questo perché, pure in questo caso, se cercate storie convenzionali Hornby non ve ne darà nemmeno in The leftovers, Perrotta non è un narratore interessato alla storia ma ai suoi personaggi e alle loro scelte.

In questo caso siamo in un liceo dove si sta per tenere la votazione per le elezioni del rappresentante d'istituto. Da un lato c'è Tracy arrivista, solitaria, con una strada ben definita e che non guarda in faccia a nessuno pur di raggiungere le proprie mete. Dall'altro c'è Paul, sportivo, simpatico, disponibile, bello che non pensava di candidarsi ma poi spinto dalle lusinghe del Prof ha deciso di provarci. Poi c'è Tammy, la sorella minore di Paul al secondo anno di liceo che d'improvviso, dopo aver litigato con la sua migliore amica, tenta anche lei la sorte: non vuole più essere emarginata e nemmeno riconosciuta perché sorella di Paul, ma nasconde qualcos'altro che nemmeno Lisa vuol dire a Paul.
Chi vincerà? Si legge in meno di un pomeriggio, quindi non sperate che sia io a dirvelo!

Come detto, sono i personaggi e le loro scelte ad interessare l'autore e che devono essere oggetto dell'attenzione del lettore: nella cosmologia perrottiana della letteratura la storia è solo il tramite che ci permette di guardare come funziona il mondo in un dato momento, qui siamo nei primi anni novanta, e che ci permette di seguire i spostamenti e le scelte che fanno, a seconda delle situazioni in cui si trovano a dover interagire, sul momento. Un modo come un altro per mettere a nudo l'uomo con tutti i suoi limiti ma anche con tutta la sua magnifica diversità e bellezza. E solo Tom ci riesce.
Libro davvero consigliatissimo, si legge in un attimo perché è decisamente scorrevole e sono certa che non ve ne pentirete!
Buone letture,
Simona Scravaglieri 




Capitolo primo

 IL PROF 

Ho sempre desiderato insegnare. A differenza di tante altre persone, non ho mai dovuto chiedermi cosa fare della mia vita. Il mio unico sogno è sempre stato quello di sedermi sul bordo della scrivania in un’aula piena di ragazzi curiosi e parlare dei fatti del mondo. 
L’elezione che ha fatto di me un venditore di automobili ebbe luogo nella primavera del 1992, quando le vicende di Clarence Thomas e Anita Hill erano ancora fresche nel ricordo di tutti e Gennifer Flowers era la star passeggera di riviste e talk show. Gli alunni del penultimo anno del mio corso di Attualità tornavano di continuo sullo stesso argomento, quello che i media avevano preso a chiamare “il problema della reputazione”: che rapporto c’è tra virtù privata e responsabilità pubblica? Si può essere un marito infedele e allo stesso tempo un buon presidente? Un maniaco sessuale e un membro della magistratura efficace e imparziale? 
È giusto dire che simili questioni interessavano più me che i miei alunni. Come gran parte degli adolescenti americani, i ragazzi di Winwood High non prestavano molta attenzione alla Corte suprema o alla corsa alla Casa Bianca. Le loro preoccupazioni erano più concrete –scuola, sport, sesso, la spietata politica di spogliatoi e corridoi. 
Ma per i nostri dibattiti avevamo anche lo stupro di Glen Ridge. I miei alunni erano affascinati da questa storia triste e sordida, che diventò il punto di collegamento tra i loro interessi personali e quelli della democrazia in senso lato. All’epoca il caso non era ancora finito in tribunale, ma i ragazzi di Winwood ne conoscevano i dettagli per filo e per segno. Un gruppo di atleti di un liceo –i “ragazzi d’oro” di Glen Ridge –erano accusati di aver attirato una ragazza ritardata in uno scantinato, di averla costretta ad avere rapporti sessuali di vario genere e di averle poi penetrato la vagina con una mazza da baseball e con il manico di una scopa. Gli imputati non negavano che questi eventi si fossero svolti. Secondo la loro linea di difesa, la ragazza era stata consenziente. 
Anche da noi a Winwood c’erano giovani disabili ed eroi del football; la distanza tra i due gruppi era immensa, quasi medievale. Non era così difficile immaginare come una ragazza sola e leggermente ritardata potesse considerarsi per certi versi onorata dalle molestie e gli schiamazzi dell’olimpo sportivo del suo piccolo mondo. Gli atleti avevano il potere di conferire identità e appartenenza. Se loro ti vedevano, allora voleva dire che esistevi. 
Data la somiglianza tra Winwood e Glen Ridge –a separarci c’erano solo un paio di uscite sulla Parkway –non fui molto sorpreso quando la schiacciante maggioranza dei miei alunni, ragazze incluse, si schierò con gli imputati e col loro diritto a spassarsela un po’. Se una ragazza, foss’anche ritardata, era così stupida da andare in uno scantinato con uno squadrone di atleti focosi, allora chi poteva biasimare quei giovani se approfittavano di una simile manna dal cielo? 
Io avevo la mia personale opinione sugli imputati –volevo vederli condannati e sbattuti in prigione, dove avrebbero potuto imparare a loro spese cosa significa sentirsi deboli, spaventati e soli –ma in aula la tenevo per me, optando per i ruoli più neutrali di moderatore e avvocato del diavolo. 
«Loro erano forti e lei debole» feci notare. «E non è forse vero che i forti hanno la responsabilità di non ferire o umiliare i deboli?». 
Lisa Flanagan azzardò la prima risposta. Era proprio il tipo di alunno che ambivo a coinvolgere, una ragazza intelligente e infelice che voleva solo essere accettata dall’aristocrazia di atleti e cheerleader di Winwood e non si rendeva conto –come poteva? –del sollievo che avrebbe provato una volta scoperto il nuovo mondo del college, col suo sistema di valori ben più caritatevole. 
«Prof» disse in tono gentile, come per istruirmi sulla natura del mondo, «non è così che funziona. I forti si prendono quello che vogliono». I
narcai le sopracciglia. 
«La legge della giungla, Lisa? È di questo che stiamo parlando?». Indicai Dino Mikulski, il mostro di steroidi del nostro gruppo, centotrenta monolitici chili di muscoli e foruncoli che già facevano sbavare gli allenatori di football dei college più importanti. «Se la tua analisi è corretta, allora propongo che Dino venga dichiarato presidente degli Stati Uniti. Sono sicuro che potrebbe battere George Bush in un combattimento regolare e di conseguenza merita di essere il nostro leader». 
Lisa capì dove volevo arrivare. Il volto le si tese in una smorfia di sgomento quando Dino e i suoi lacchè presero a darsi il cinque per celebrare quell’improvvisa ascesa alla guida del Mondo Libero. Fui lieto di vedere la mano di Paul Warren scattare verso l’alto. 
«Quei tizi di Glen Ridge sono feccia» dichiarò il ragazzo, zittendo tutta la classe con la perentorietà del suo giudizio. «La poveretta non meritava quello che le hanno fatto». 
Se dovessi appuntare uno spillo sulla mappa del passato e dire Ecco, è cominciato tutto da qui, credo che sceglierei proprio quel momento.

Questo pezzo è tratto da:

Intrigo Scolastico
Tom Perrotta
Edizioni E/O, ed. 2009
Traduzione di Nello Giuliano
Collana "Dal mondo"
Prezzo 16,50€

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