lunedì 30 maggio 2016

Le letture della Centuriona: "Brando", Paolo Longarini




A maggio ho avuto qualche intoppo con le mie letture. Come dicevo l'ultima volta, leggere più di un libro contemporaneamente rappresenta la normalità, per me, e non faccio nessuna fatica, ma questo mese la lettura di più libri, uno più boooooring dell'altro, mi ha quasi uccisa.

Inizialmente, infatti, avevo deciso di recensire il libro della Elizabeth Strout ("Mi chiamo lucy barton"), in uscita il 3, che mi dava anche un grande margine di tempo per la lettura e la recensione. Anche se, devo dirlo (ma lo avrete di sicuro capito), io le mie recensioni le scrivo 'di pancia', per cui non è che ci studio troppo, prima di buttarle giù. Comunque non era quello il motivo della mia decisione: avevo letto recensioni entusiastiche del libro 'Olive Kitteridge' della stessa autrice e, non essendo mai riuscita a leggerlo (per mancanza di occasione, non per altri motivi), ho pensato di 'testare' l'autrice con questa novità. Diciamo che pensavo di andare sul sicuro. Niente di più sbagliato. Non ho impiegato molto tempo a leggerlo (10 gg per me non sono tanti, ci posso mettere anche di più, anche quando il libro mi piace), ma ogni volta che lo prendevo in mano pensavo 'chi me lo fa fare??'. Il libro non è male ma non ero proprio dell'umore adatto per una storia così 'intima' e triste.

Quando, già prima di metà, mi sono accorta che il libro non era affatto nelle mie corde, sono passata a un libro Iperborea. Casa editrice che apprezzo molto a livello estetico e professionale, ma che conosco poco a livello di letture personali. Ho iniziato a leggere 'Una moglie giovane e bella' (di Tommy Wieringa) con le migliori intenzioni ma, ecco! Ancora più intimista dell'altro, ancora più noioso e inconcludente e triste, con in più una vena (forse ce la vedo solo io, ma tanto...) di sessismo, razzismo e superficialità che mai mi sarei aspettata di trovare in un autore nordico.

Nel frattempo mi è anche venuta la splendida idea di leggere qualche saggio sulla letteratura e sulla lettura, che non è che sprizzino divertimento da tutti i pori. Così, triste e avvilita, sono stata immancabilmente attratta dal libricino semplice e divertente che, alla fine, ho deciso di recensire:


IL LIBRO DI MAGGIO

titolo: Brando
autore: Paolo Longarini
casa editrice: Edizioni Efesto

Forse alcuni di voi conoscono questo personaggio con il nome della pagina facebook che gestisce 'Servitevi DA SOLI'. parlo dell'autore, non del protagonista del libro, eh! Lo definisco personaggio perché, dal primo giorno in cui ho iniziato a seguirlo, l'ho considerato un po' una macchietta, una maschera di umorismo e vitalità che non poteva esistere realmente. Mi sono ricreduta, sinceramente. Ma continuo a considerarlo un 'personaggio', un po' come (ma non me ne voglia Longarini) Checco Zalone. Non così tamarro, fortunatamente, ma un po' sopra alle righe. Del resto nessuno, forse, è così forte da mettere proprio tutto se stesso in qualcosa di pubblico, come facebook.

Romano, quarantina passata, ha raccolto in un primo libro le sue migliori 'performance' della pagina Facebook. Quando ancora vendeva elettrodomestici. Poi, un giorno, inaspettatamente, rivelò di essere stato licenziato. Un altro, al suo posto (io di sicuro) si sarebbe buttato giù e avrebbe chiuso la pagina. Lui no, ha continuato a creare queste perle di ilarità che dispensa saggiamente e, apparentemente, senza fatica. Ha condiviso il periodo di ricerca di un nuovo lavoro con episodi esilaranti, fino alla condivisione del nuovo lavoro e alla ripresa completa dei suoi 'aneddoti lavorativi'. Devo ammettere che mi fiondo sulla pagina ogni volta che mi arriva una notifica.

Nonostante questo mio 'amore' per il personaggio 'servitevi da soli', ho cercato di essere obiettiva nel recensire il libro ma una cosa la devo dire subito: è divertente, sarcastico e cattivo. Proprio come piace a me. Ma ha anche risvolti più intellettuali (il capitolo ambientato nella libreria l'ho adorato) e seri, e tocca argomenti spinosi, nonostante la dichiarata poca pretesa di essere un libro 'serioso'.

Una particolare importanza, a mio avviso, è da dare alla struttura del romanzo. L'autore, non chiedetemi perché, ha deciso di far partire il suo romanzo dal capitolo 9, ambientato in un presente in cui un vecchio dispotico e arrogante ci racconta le sue giornate di acido misantropo, a cui seguono altri capitoli non sequenziali, alcuni ambientati sempre nel presente, alcuni ambientati durante l'occupazione nazista. L'alternarsi delle vicende ci racconteranno qualcosa di importante, fino alla 'sorpresa' finale.

Sinceramente il personaggio del vecchio acido non poteva riuscirgli meglio. Mi sono rivista, tra 50 anni, solitaria, infastidita dal mondo, con i libri a farmi compagnia: spero di riuscire a conservare (e a farmi venire) un po' del sarcasmo del protagonista. Sarà cinico e cattivo, ma è irrimediabilmente verosimile e dolce, a modo suo.

La storia è anche più di quanto mi sarei aspettata di trovare.
Unico neo? Misteriosamente l'autore ha voluto aggiungere, alla fine del libro, un'assurda versione di una fiaba classica. Assurda, la versione, di per sé, magari non lo è neanche. Fa ridere. E' un punto di vista inedito che ti fa pensare 'ahahahaha pensa un po' se i Grimm l'avessero davvero scritta così!'. Però trovo davvero poco accettabile l'accostamento di questa 'storiella macabra' a chiudere un libro che andava benissimo com'era fino a lì.
Lo vogliamo considerare un 'bonus track'?? evvabbeh! se ne faceva anche a meno, a mio avviso.

Per riassumere: non un libro imperdibile, ma, se come me avete avuto un periodo stressante, di letture troppo pesanti, è esattamente quello che vi ci vuole.

A presto!

Natascia Mameli
Marassi Libri
via Casata Centuriona 31 r
16139
GENOVA
tel 010815182

venerdì 27 maggio 2016

"Maestra", Lisa Hilton - Il diavolo veste Prada perchè Dio ha occupazioni più intelligenti...


Fonte: Arte.it


"Tired of striving and the slow crawl to the top, Judith has a realization: If you need to turn yourself into someone else, loneliness is a good place to start. And she’s been lonely a long time.
Maestra is a glamorous, ferocious thriller and the beginning of a razor-sharp trilogy that introduces the darkly irresistible Judith Rashleigh, a femme fatale for the ages whose vulnerability and ruthlessness will keep you guessing until the last page."
Potremmo definire questa di oggi come la prima sòla presa da un sito americano inconsciamente. Ero veramente convinta che dietro ci fosse almeno qualcosa. E invece no, l'inizio di questa trilogia è talmente disastroso che c'è da sperare che la Hilton decida di tornare ai saggi invece di continuare a scrivere queste "cose", perché storie non si possono definire. Di solito sono brava a subodorare queste cose o almeno do ascolto a Librangolo acuto, ma stavolta la frase - a questo punto da "acchiappo" - "If you need to turn yourself into someone else, loneliness is a good place to start." mi aveva proprio convinta. Così non solo l'ho comprato, ma addirittura prenotato!

Ma chi è Judith? Come dice la scheda della Penguin e anche quella di Longanesi, suppongo perché non l'ho vista, Judith è un'assistente del proprietario di una casa d'aste. Ha un passato buio, con una madre che beveva e la mancanza cronica di soldi, ma è riuscita a studiare e a laurearsi e, infine, a farsi assumere da questa società. Peccato che, a tre anni dalla sua assunzione, si sente meno valorizzata di come pensa che dovrebbe essere - non è che ci siano tanti elementi per capire se ha ragione o no, ma lei lo sa! -e, visto che i soldi sono quelli che sono e ha un debito scolastico cui far fronte, si fa assumere in un bar con hostess che fanno compagnia a uomini soli, invitandoli a fare consumazioni in cambio della loro compagnia. Un bel giorno perde il lavoro, quello serio, per non aver rispettato i dictat del suo capo riguardo un quadro che per lei è "sospetto" e viene licenziata. Quando se ne lamenta con un suo affezionato cliente, questo, le propone una vacanza a Cannes dove potrà portare anche una sua amica. Peccato che, però, Judith e la sua amica, dopo nemmeno un giorno, ammazzano il loro accompagnatore pagante sbagliando le dosi dei barbiturici e si ritrovano a dover porre rimedio alla situazione separandosi e prendendo strade diverse per non dare nell'occhio.

Fin qui, anche se con molta pazienza e fantasia, la storia un minimo di senso ce l'ha. Il problema viene dopo perché la nostra saggista Hamilton - così c'è scritto nella sua biografia non me lo sono inventata io! - secondo me rimane senza cosa da dire e così parte per la tangente. Ha messo in campo un sacco di cose: il quadro certificato come uno Stubbs, la morte del cliente, la mancanza di lavoro, il secondo lavoro da hostess. Ma tutto questo non le basta, e quindi trasforma la nostra fidata Judith, che qualche vizietto ce l'ha giusto per far contenti i fanatici delle Cinquanta sfumature, in una mantenuta e successivamente in una spietata killer che, al suo primo omicidio spende un pacco di soldi per i vestiti per fare il lavoro sporco! Ma non finisce qui! La prima vittima è rea di aver ordito il complotto per far passare il falso Stubbs come il vero e lei, per vendicarsi - almeno suppongo perché né l'autrice e tantomeno la protagonista spiegano quello che fanno e il perché e non hanno grosse connessioni logiche le varie situazioni -, lo uccide cercando di imitare la scena di un quadro. Lo Stubbs!! Lo so che ve lo state mentalmente dicendo, la connessione avrebbe una certa logica ma, e dico ma, la Hilton della logica se ne frega! La nostra Judith vuole uccidere il mal capitato come in un altro quadro che ha visto agli Uffizi di Atermisia che si chiama Giuditta decapita Oloferne

Ora, io sarò anche puntigliosa, ma immaginatevi la scena. Siete una ragazza abbastanza giovane, avete il vizio di partecipare a feste un po' sporcaccione, ma fino ad oggi vi siete comportante come brave ragazze e, magari, il massimo del trasgressivo è stata una serata osé o una coscia in vista. Dopo aver ucciso per sbaglio uno, solo perché volevate una serata libera e tranquilla, vi siete messe in viaggio per l'Italia, vi siete accodate ad uno che è ricco, solo perché ha soldi e barca e non perché vi piaccia, per farvi portare in giro per le vacanze e avete fatto la "finta" ragazza di uno, sempre il ricco di cui sopra, che non vuole storie con nessuno e lui, per questo servizio, vi ha anche dato qualche extra - con annessa scena di spy story in cui rubate dei segreti segretissimi scattando foto con un cellulare che vi nascondete nella vagina per evitare che perquisendovi lo trovino-, arrivate a Roma dopo qualche mese incontrate un tizio che vi dice che è lui il proprietario di quel quadro sospetto. Intanto, fino a ieri di finanza non capivate un'acca e ci mettete due secondi netti a capire come gira il fumo?  E' cosa da non credersi, ma va bene diciamo che vogliamo passar sopra il particolare. Ma voi, giovin virgulte, decidete di ucciderlo, andate al centro a fare spese pazze con tanto di acquisto di un vistoso spolverino Kenzo (che la marca è importante) e comprate vestiti Zara (e voi non li comprate che la Hamilton dice che i vestiti Zara sono dozzinali e di pessima fattura! Cattive!) gli assorbenti - non ha le sue cose che si sappia! - per commettere un omicidio. E al dunque, dopo tutta una serie di descrizioni di cui non si capisce il senso - ma di cui parleremo dopo -, siete sotto un ponte di Roma con il tizio che deve morire, avete il coltello in tasca e dovete ucciderlo che fate? Già vi sento "Lo accoltello al cuore!" oppure "Gli taglio la gola!" No e no! Principianti!! Anzi manco, perché Judith è principiante e sa perfettamente che deve fare! Lo accoltella alla caviglia!
Non sbarrate gli occhi, lo accoltella proprio lì, lui poi si gira e le darà un pugno, di cui lei non avrà segni né dolori perché non ne parla mai - è Wonder Woman probabilmente -, ma lei riprende il coltello e in una scena confusa come nemmeno la Roth o la Collins riuscirebbero a scrivere, alla fine lo finisce... ma non mi chiedete come perché, pur rileggendo per incredulità la scena ben tre volte, io non l'ho capito! 

Dunque ricapitoliamo fin qui abbiamo avuto:
- un romanzo di quelli motivazionali: ti va tutto storto, ma puoi cambiare la tua vita!
- un falso romanzo erotico: ho scoperto che non solo la Hilton non conosce la differenza che passa tra la parola "erotismo" e quella "porno-soft" e il "porno";
- un giallo: il mistero dello Stubbs falso;
- un altro giallo: un morto per caso;
- un rosa stile Wikham (alias pmeno famoso di Kinsella): vedi come mi faccio mantenere dagli uomini!;
- un thriller fai-da-te con tanto di pannolini e psicologico: della serie, "sorella se lo dovevi far fuori ma non potevi evitare tutto sto' casino?";
Che rimane? Stiamo in Italia, a Roma, che ci possiamo mettere? Io me la vedo la Hilton che sta lì e si sgrattugia con grazia i capelli appena fatti da James Brown, l'hair stylist di Kate Moss, e pensa. Ma sì, mettiamoci la mafia! E che non ce lo vuoi mettere un fattore di suspence? Ecco, peccato, che la signora Hilton conosce solo quello che ha visto, credo, su Vogue sulla mafia. Questo perché la nostra Judith gabba la mafia che non fa assolutamente nulla. Scusa Lisa, ma sei sicura che era proprio proprio un colluso con la mafia questo tizio? No, perché non so se te l'hanno detto, ma se gabbi la mafia, ammesso che tu ci riesca, quelli te vengono a cercare e ti trovano ovunque, anche in Svizzera! E invece no, la nostra Judith la fa franca manco a dirlo! Questo perché tutti gli uomini che incontra lei, che siano esperti maghi finanziari, artisti, poliziotti, mafiosi, magazzinieri, capi d'industria e chi più ne ha più ne metta sono tutti immancabilmente cretini. Non hanno personalità, né vengono caratterizzati, per farli contenti generalmente basta dargliela, e dopo questo ritornano zitti e buoni nei loro ranghi come bambini che hanno soddisfatto un capriccio.

A questo poi aggiungiamo un giallo finanziario, con spostamenti di fondi che manco un mago della borsa di New York riuscirebbe a pensare, un detective, che non si capisce se è un poliziotto o uno che si è messo ad investigare da solo, il ritorno di Mercedes - la ragazza con cui ha ucciso per caso il cliente - e poi del mafioso e tutte le conseguenti stragi che manco la Fletcher, in tutta la sua vita, ha fatto. Insomma, Judith è una spostata di capoccia come vengono rappresentate le eroine degli Young Adult, cambia idea e personalità con la stessa velocità di come si cambiano le mutande che, stando a quel che scrive la Hilton, quasi mai mette.

Analizzata la trama, passiamo alle epocali dichiarazioni della Hilton, che sappiate non ha una gran simpatia per la nostrana Canalis perchè le fa fare una comparsata sullo yacht di un riccone come se fosse merce in mostra e la rappresenta come "un'attrice e modella italiana con un abito di paillette scollato fino all'ombelico, un viso che riconobbi dalle pagine di gente. Aveva firmato una linea di intimo e in passato aveva avuto una storia con George Clooney. Immaginai che avesse incassato un gettone di presenza, visto che lei e Balensky si ignoravano completamente.".
Ma poco prima una chicca spettacolare nella quale la nostra astutissima Judith scende a Ponza, per andarsi a cercare un vestito per questa cena sullo yacht, e ci dice "Come tutti i deliziosi villaggi di pescatori che avevamo visto lungo la costa, anche il porto di Ponza da tempo non viveva più solo di pesca. Quasi tutte le casette colorate che si affacciavano sul mare ospitavano pied-a-terre da milioni di euro, anche se qua e là si scorgevano ancora panni appesi alle finestre e anziane signore locali sedute sulla soglia di casa. Forse erano solo comparse scritturate dal governo per offrire un po' di colore locale".
A parte che la domanda sorge spontanea ma quelli che hanno acquistato i "pied-a-terre da milioni di euro" che fanno la biancheria non se la lavano? Ma vabbé. Ma tra tante cose che potevi dire di Ponza, ma come cavolo ti è venuta in mente questa "genialata" delle comparse? Perché io, e infatti io non scrivo ma mi limito a leggere, una cosa così non l'avrei mai pensata! E chissà come questo pensiero spunta tra i pochi che percorrono le sinapsi di Judith che, come L'Incantevole Creamy, si trasforma con un "parimpapum" in assistente-hostes-assassina-mantenuta-mercante d'arte- astutofinanziere? Eh però questa giovine è piena di sorprese, chissà come mai in tre anni non ha fatto carriera? E' anche l'autrice di questa pensiero epocale "La ricchezza ti si insinua sotto pelle, come un veleno. Ti cambia la postura, i gesti, il modo con cui ti presenti.".

Ma Judith ci tiene a farci capire che conosce i luoghi e quindi a Roma, mentre racconta che sta andando a pranzo con la sua futura vittima, dopo che ci ha detto che è notorio che, a Roma, scippano i turisti come se non ci fosse un domani, ci da questa dritta: "Dopo la coltre dorata di polveroso calore che ricopriva i grandi spazi aperti," - Judith a Roma lo chiamiamo smog e non è affatto dorato!- " le viuzze meno illuminate apparivano sinistre e misteriose. Arrivammo in una piazzetta la cui trascuratezza lasciava presagire la buona qualità del ristorante." Eh? Ma che avete in Inghilterra "Guida alle piazze più zozze di Roma dove mangiar bene"? Comunque, non è in questa occasione che ammazza la sua prima vittima, ma quando lo fa, si premura, senza averci dato avvisi preventivi che potessero giustificare il gesto (nel senso che si capisce dopo perché lo fa! Comincio a scrivere come una rincoglionita), di tranciare il pollice al malcapitato e come lo fa? Ma semplice! Con un bel trancia-sigaro! Confesso, avrei voluto chiedere se questa cosa fosse possibile a mio cugino che è un medico legale, ma mi sarei vergognata di spiegare come mi fosse venuta in mente una cosa così balzana e quindi non l'ho fatto, ma rimango perplessa di questa "presunta operazione"- e no non ve lo spiego che ci fa con gli assorbenti!-. Comunque il dito rubato lo ritroviamo nella stanza di lui con la nostra killer sopraffina che lo usa e poi lo appoggia sul lavandino e ad un certo punto dice - vi ricordo che stiamo parlando di un dito mozzato appartenente ad uno che è cadavere e che sta affondando tra le acque del Tevere eh! - "Il pollice mi guardava vispo." Non ci sono frasi preparatorie né prima e ne dopo questa frase che facciano capire come le possa essere balzato in mente questo pensiero... ma sì il pollice la guardava vispo... Vispo?!?!
C'è anche una scazzottata di due tipi, di cui uno le sta salvando la vita e sempre la nostra eroina si distingue: invece di dare una mano pensa che, quello che la sta difendendo, è brutto e grasso ma ha una forza inaspettata. Eh? Tutti noi lo faremmo in quei momenti, giusto? Giuro che, a quel punto, avrei voluto che il difensore avesse la peggio e l'assassino li facesse fuori entrambi!
Potrei davvero andare avanti per ore, ma vi risparmio e siatemene grati. 

L'unica cosa che mi ricorderò di questo libro, che chiaramente è un dimenticabile tranne forse il "dito staccato ma vispo", è la pubblicità. Per me che ho smesso di guardare la tv perché c'è troppa pubblicità, che non compro i giornali per lo stesso motivo e che odio quella che trovo su internet, leggere un libro in cui c'è un trionfo di marchi di stilisti, di società (tipo Trenitalia, Italo alla Hilton non pare piacere o Malboro bianche), di giornali (Gente, Gioia e via dicendo) non c'è altro. Ci sono due pagine di descrizioni di due quadri di Artemisia, pagine che potrebbero essere state prese da libri d'arte - perché visto quanto detto sopra mi sento autorizzata a non fidarmi dell'affidabilità di Lisa e provate a darmi torto!-. Un po' di sesso di cui una scena pare decisamente ispirata a "Historie d'O" e null'altro. La nostra Judith non ha un comportamento lineare e quindi non si capiscono le sue improvvise azioni, si capisce solo che probabilmente avrebbe bisogno di un bel ricovero. Troppa moda, troppi cocktail, poco cibo, sesso mal fatto - a imitazione di cose che dimostra di conoscere poco -, pessima pianificazione degli omicidi e conoscenza dei luoghi e delle loro usanze, fanno si che abbia costruito delle situazioni che anche un giallista in erba o  un poliziotto negato sarebbe riuscito a risolvere con il minimo sforzo. Gli uomini della storia non sono affatto credibili e così come le donne che li accompagnano, sono lì, solo ed esclusivamente, per fare da contorno alla nostra Judith.

Questo romanzo è stato osannato da riviste come Vogue, Vanity Fair e Glamour, il che mi fa pensare che nonostante Miranda Priestly, alias - in "Il diavolo veste Prada" - di Anna Wintour, si dannava a spiegare quanto sia profonda la moda e la ricerca tecnica e artistica che la alimenta, in fondo: "Il diavolo veste Prada perché Dio ha cose più intelligenti da fare e da guardare". Magari Dio legge e speriamo che questo libro, però, non lo legga mai!
E' un best seller, solo perché ha gabbato tante persone che pensavano che fosse un bel libro e quindi lo hanno acquistato ed è il libro adatto per chi non ha la passione per la lettura e per le belle storie e che magari non legge nemmeno. Se non lo apri, infatti, in libreria fa la sua figura!
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Maestra
Lisa Hilton
Longanesi Edizioni, ed. 2016
Traduzione di Giorgio Testa
Collana "La gaja scienza"
Prezzo 16,90€

Fonte: LettureSconclusionate


mercoledì 25 maggio 2016

[Dal libro che sto leggendo] Non è un vento amico


Una foto pubblicata da @leggendolibri in data:


Tra le belle scoperte, in ritardo - per colpa mia! - perché questo volume lo avevo registrato nel Diario di un mese di libri di Ottobre, c'è il libro di oggi ovvero "Non è un vento amico". In quella occasione vi avevo scritto che mi era stato proposto alla lettura e che, prima di accettare, avevo controllato in rete ed avevo trovato una recensione che mi era molto piaciuta. Oggi posso sinceramente dirvi che è stato un vero colpo di fortuna, Vincenzo ha talento da vendere anche perché il suo romanzo ha retto anche se letto dopo "Anime baltiche". Stessi temi? No, ma stessi luoghi sì. Tempi diversi, ma le "atmosfere" molto simili.

Metà del 1800, lo zar Nikolaj ha chiesto un favore personale ad uno dei  collaboratori per far rientrare dai paesi baltici qualcosa che non si deve sapere in giro. Contestualmente un giovane ufficiale, Georges Stroganov, viene incaricato di andare in quei luoghi e indagare su quanto stia succedendo lì. È un luogo che è considerato un "purgatorio", l'anticamera per una possibile riammissione in Russia dopo gli anni scontati in Siberia, per misfatti vari, ed è facile che le cose sfuggano al controllo dello zar, a meno che non vi sia un uomo fidato a mantenere le fila della situazione e a far rapporto in maniera tempestiva. Georges parte non sapendo a cosa si troverà di fronte ma deciso a guadagnarsi  l'apprezzamento dei suoi superiori.

Bello e anche di più. E' stata una vera rivelazione! Una storia che denota una grande ricerca, una ricostruzione delle atmosfere ottocentesche baltiche ben fatta, che non è cosa da tutti i giorni. In più oltre alla base romanzata, si aggiunge un giallo a tinte decisamente forti e che riserva parecchi colpi di scena. Tiene in tensione dall'inizio, ovvero l'apertura del segreto della cassa, fino alla fine. 
Un libro davvero da leggere di cui vi parlerò dettagliatamente anche in recensione. Oggi ho copiato il testo a mano, ed ho iniziato dal secondo capitolo, proprio perché vi volevo far calare nel bel mezzo della vicenda e, sono sicura, che sarà irresistibile anche per voi!
Buone letture,
Simona Scravaglieri



II 

25 ottobre 1854. Le vie di san Pietroburgo erano grigie e buie e, a pomeriggio inoltrato, si completavano alcuni lavori per strada.
Città che non avevano mai pace erano queste: Londra, Parigi, la più lenta Roma e la rinata Mosca. Tutti luoghi nati e glorificati dalla fatica e persino dalla morte. Si narrava di migliaia di uomini che avevano perso la vita per dare lustro a San Pietroburgo, e che la città si reggesse sugli scheletri. Nessuno poteva dubitarne, giacché non vi era stato altro che un acquitrino prima che vi sorgesse la capitale. Tronchi, pietre, metalli e tutto ciò che era stato indispensabile a edificare quella nuova potenza mondiale era stato trasportato da molto lontano, attraverso foreste, terreni impervi e paludi che nascevano dal nulla e si spostavano a ogni capriccio dei fiumi. 
Non vi era nessuna certezza su quando sarebbero finite le piogge che avevano arrecato gli ultimi disagi e vi erano ancora cumuli di fango e di pozze da eliminare. Colpa dell'ennesima esondazione della Neva, della natura che spesso detta legge e dell'uomo che vi pone rimedio o arranca nel tentativo di farlo.
In quel periodo, gli allagamenti si susseguivano uno dopo l'altro, e i cittadini erano sfiancati. La città che era stata il desiderio e il più ambizioso obiettivo di Pietro il Grande, dopo un secolo appariva efficiente e moderna e aveva, con grande apprensione degli altri Stati, aperto la Russia alla ricchezza e alla mondanità.
Ma la natura inclemente non mancava di beffarsi di tutto ciò. Ingrassava i fiumi con acqua e fango e tormentava la costa con i forti venti da nord; la città affogava e le isole fluviali sparivano, lasciando un gran mare dorato a ricoprire ogni cosa.
Nonostante ciò, San Pietroburgo puntualmente rinasceva. Poco per volta s'asciugava e appariva bella, con i suoi lunghi viali e i canali su cui si affacciavano i palazzi imponenti, fastosi; con il suo popolo in continuo movimento ad arricchirla con la propria opera, fatica e con tutto il sudore di una vita.

Proprio sulla Neva si affacciava il palazzo governativo dove, quella mattina, era attraccata una piccola nave con un carico speciale. Il palazzo era la sede della compagnia che gestiva lo stesso battello e si occupava di organizzare i viaggi e le varie imprese per conto dello zar.
Le pellicce, il sale, raramente anche le costose spezie, erano gestite in quel luogo e nei magazzini attigui. La merci erano pesate e catalogate, e tutto ciò che doveva essere scaricato o spedito veniva registrato e poi archiviato nel grande palazzo.
Godunov era la mente di tutto quel complesso meccanismo: il suo ufficio si affacciava sulla Neva e, da lì, poteva ammirare il passaggio costante dei grandi battelli e il caos delle piccole imbarcazioni. Di sotto, operai erano intenti in mille occupazioni, ma la maggiore attività era il carico e lo scarico delle merci, con il conseguente frastuono, con le grida eccitate di mille odori che nascevano a ogni controllo di un nuovo arrivo.
Quella mattina, Godunov era nervoso e aveva seguito con apprensione l'arrivo di un particolare battello. Aveva il viso spiaccicato sul vetro della finestra e sbuffava ciclicamente, formandovi sopra un alone bianco.
«Non così! Che uomini mi tocca pagare! La feccia! Il peggio che si possa trovare. Poi ci si stupisce che il signo Godunov abbia perso quel carico... Ch abbia rotto quelle statue... che abbia bagnato le pellicce dello zar... Feccia! Il peggio che si possa trovare!»
La sua agitazione aumentava man mano che le manovre procedevano, e non si era mai staccato dal vetro della finestra, nonostante le operazioni di sbarco si protraessero da ore. Del resto, non era semplice: bisognava che la nave uscisse dal fiume per entrare nel primo bacino, dopodiché si serravano le enormi chiuse alle sue spalle e si pompava acqua affinché il livello si alzasse fino ad arrivare alla stessa altezza del secondo invaso. Solo allora a nave poteva entrare nel successivo bacino, alimentato da un piccolo affluente, e poi giungere al vero porto ai piedi del palazzo commerciale. Lì, con l'aiuto delle gru, si poteva scaricare.Godunov, quel pomeriggio, seguì tutta questa complessa operazione borbottando, poi aprì la finestra per seguire la conseguente procedura di scarico mimando con le mani tutta l'operazione. La gru, fissata su uno dei tanti magazzini, fu sbloccata dai suoi ganci sul muro e, una volta aperta, diretta verso il battello. Dopo tutte le manovre concitate e le bestemmie degli scaricatori, in poco più di una mezz'ora fu tirata fuori una cassa.
«C227!» urlò a se stesso Godunov. Iniziò quindi a girare nel suo piccolo ufficio guardandosi attorno con gli cchi spiritati. «Ma dove s'è cacciato?»
L'ambiente dove lavorava non era piccolo, ma il mobilio lo rendeva opprimente; iniziò a frigare sulla scrivania e versò l'inchiostro imbrattando tutto il piano. Imprecò a bassissima voce, mordendosi le labbra, e alzò lo sguardo descrivendo lentamente il perimetro della stanza e fermandosi infine sugli scaffali gravati da grossi volumi foderati in pelle. Tutto ciò che era stato registrato nella compagnia, si trovava lì.Poteva aver messo ciò che cercava su quelle scansie?
No, pensò. È troppo importante e lo avrei smarrito facilmente.
Probabilmente lo aveva portato sempre con sé, e proprio questa cosa poteva essere la ragione per cui ora non lo trovava: gli aveva cambiato troppe volte posto.
Di fronte alla libreria, pile d'incartamenti pencolavano su alcune sedie foderate in pelle e, a un angolo del muro, stavano appoggiate due balle di pezze di pelliccia.
Una stuoia era era e stesa sopra al cumulo a far mirare la sua bellezza e calore, e Godunov, istintivamente, ne alzò qualcuna, come se quello potesse essere un luogo di custodia. In giro e dappertutto, c'era altra carta in fasci, in libri o semplicemente sciolta e sparsa per terra. Sul muro apparivano in odo invadente, rispetto all'arredamento della stanza, un paio di cartine geografiche raffiguranti ambedue le stesse regioni, ma, stranamente, con geometrie territoriali diverse. Il che spiegava l'approssimazione con la quale s'intraprendevano i viaggi commerciali, a quei tempi. La via da seguire  per qualsiasi nuova avventura s'interpretava a seconda del tempo, dell'occasione e, a volte, del giudizio del comandante.
Su quelle mappe erano appuntati cari foglietti con degli spilli. Ma ciò che cercava Godunov non era lì: non era da nessuna parte.
Cercare o semplicemente muoversi in quell'ufficio era arduo; tanto più che Godunov, basso e pingue, si spostava a fatica, senza mai pervenire a una visione d'insieme, senza mai riuscire ad appropriarsi  completamente di quello che, a conti fatti, costituiva tutto il suo mondo. Il colletto della camicia era troppo alto e il vestito europeo gli contrastava qualsiasi movimento. Iniziò a sudare e i pince-nez  gli scivolarono giù dal naso. Godunov si fermò un attimo per raccogliere le forze e la memoria, e si massaggiò il ventre.Uno stupore improvviso gli fece cascare gli occhiali procurandogli un bollore istantaneo alla testa e, a seguire, le gocce di sudore gli rinfrescarono le tempie. 
Godnov accennò ad un sorriso e portò un foglietto ben vicino agli occhi.
Proprio il gilet, in una delle tasche basse sull'ampio panciotto, aveva trovato quel bollettino che tanto cercava, Lo lesse, si asciugò la fronte e si carezzò le folte basette. Era la cassa giusta.


Questo pezzo è tratto da:

Non è un vento amico
Vincenzo Zonno
VociFuoriScena, ed. 2015
Collana "I ciottoli"
Prezzo 15,00€ 

venerdì 20 maggio 2016

"Fuga da Villa del Lieto Tramonto", Minna Lindgren - La pillola del buonumore...

Fonte: BioRadard

Di Minna Lindgren ne avevamo parlato lo scorso anno con il primo libro della "Trilogia di Helsinki" che è Mistero a Villa del Lieto Tramonto. Nel primo libro avevamo incontrato un gruppo di arzilli vecchietti che si trovano, loro malgrado, ad indagare su degli strani casi che colpivano alcuni anziani degenti della casa di riposo e in particolare quelli più problematici perché si impuntavano sui loro diritti. Un'architettura a dir poco geniale che continua anche nel libro di cui vi parlo oggi, che è scritto in maniera altrettanto scorrevole e divertente. Se ieri Irma era colei che dettava i momenti di ilarità che smorzavano le scene chiave e permetteva all'autrice di nascondere qui e lì gli indizi oggi è Margit che, nel momento clou, esce dal bagno e si presenta completamente nuda con la tranquillità di una donna vestita di tutto punto. E vi assicuro che davvero vi capiterà di scoppiare a ridere perché è talmente descritto bene che sembra di vederli con le facce basite. Ma vediamo  di che parla.

Siamo sempre ad Helsinki, sempre a Villa del Lieto Tramonto. Imma è ritornata se stessa, confusionaria, divertente e sempre allegra, Siiri è sempre la sua più grande amica. Anna Lisa e l'ambasciatore fanno sempre parte del gruppo a cui si è aggiunta Margit, il cui marito è in una residenza per malati, chiamiamoli, terminali. Sì è definitivamente spenta la sua memoria, non riconosce più nessuno e passa i suoi ultimi giorni in uno stato quasi vegetativo. poi c'è una ex patologa legale in prepensionamento che è tutta tatuata e ha un modo di porsi estremamente brusco e un pensionato che ha fatto la grande guerra ma, nonostante sia finita, vive la sua vita come se dovesse ricominciare domani. Non sono gli unici cambiamenti in atto. La casa di riposo è stata messa in ristrutturazione e ai suoi ospiti non è stato trovato un altro luogo dove stare nell'attesa ma, per continuare ad avere i pagamenti mensili, è stato detto che l'intervento non avrebbe avuto un grande impatto. E invece i nostri arzilli novantenni si ritrovano sommersi di polvere, calcinacci e rumori di cantiere praticamente tutto il giorno. Qualcuno scappa da parenti e amici e invece Siiri comincia a cercare una casa grande, con più camere da letto, per condividerla con i suoi amici. C'è però qualcosa che non va, per Irma che ha da poco imparato - si fa per dire - ad usare "la tavoletta" ovvero l'Ipad, questa ditta sembra essere una "controllata" di un qualcosa di già visto. Così cominciano le indagini, che vengono intervallate da incontri strani, delle infermiere che vengono ad assistere uno degli anziani della insolita comune che hanno costituito nel nuovo appartamento o dagli amici sud africani che Siiri incontra al mercato vicino al palazzo e con i quali si scambiano le ricette di cucina. Riusciranno i nostri eroi a risolvere il mistero, rientrare in possesso delle loro perdute cose e a rientrare nei loro appartamenti? Io lo so e, se non lo leggete, voi non lo saprete mai!

Quello che mi piace della scrittura della Lindgren e quindi anche della traduzione di Sorrentino è che è un libro che si lascia leggere anche quando si sofferma sulle descrizioni di Helsinki. La storia ti scorre fra le mani senza soluzione di continuità, ti diverte è anche verosimile perché, i nostri protagonisti non sono supereroi ma vengono rappresentati attraverso le loro debolezze e i problemi correlati con l'età. Ridi di loro con loro, visto che sono i primi a notare le proprie particolarità, ma questa ansia di vivere ogni momento come fosse l'ultimo non solo è comprensibile ma anche condivisibile. A questo si affiancano le passioni, di Siiri per i viaggi in autobus e la profonda conoscenza dell'architettura e dell'organizzazione cittadina, la mania per i corsi di Irma che la porta a provarsi persino nel mondo della rete e quella per la lingua e la cultura dell'ex professoressa Anna Lisa. Sono loro che, consapevolmente o no, muovono e caratterizzano le vite degli altri senza mai sembrare impositive o ingombranti. Vedetele come delle leader o delle guru a cui ispirarsi per guardare al nuovo o al diverso.

A tutto questo si appoggia una trama intricata che, come nella migliore tradizione - oramai al secondo libro lo possiamo dire!- della Lindgren, si arricchisce di più casi da risolvere anche se, non tutti, sono effettivamente gialli. In questo romanzo trova spazio anche la storia di Margit che, nel primo volume avevamo visto come un personaggio marginale, e di suo marito che ora vive una vita di cui non ha coscienza. Ed è proprio in questo libro che trova spazio una riflessione appena accennata sull'eutanasia. Non è tanto un riflettere se sia giusto o no quanto un far capire che cosa si vive quando si vede il proprio caro abbandonare questo mondo con la propria anima ma rimanere qui con noi materialmente. Lo struggimento, la paura di pensarlo e anche di parlarne, l'incomprensione e il dolore vengono perfettamente rappresentate nelle maglie di questa storia come fosse una storia secondaria, di sottofondo - un fondale che intravedete appena -, ed è per questo che mi è piaciuto perché è un accenno ben dosato che ti permette di partecipare ai pensieri di Margit senza rovinare il tono divertito di tutto il resto della storia. Questo gruppo di anziani sono un po' come una famiglia e come tali si comportano, ora litigando e ora volendosi bene, con la presenza quando uno ha bisogno dell'altro e con il silenzio quando è necessario farlo.

Va letto perché ogni tanto si ha bisogno di una pillola di buonumore è, in questo caso, è una pillola che funziona. Quindi per me è consigliatissimo!
Buone letture,
Simona Scravaglieri



Fuga da Villa del Lieto Tramonto
Minna Lindgren
Sonzongno editore, ed. 2016
Traduzione di I. Sorrentino
Collana "Romanzi"
Prezzo 17,50€





  


giovedì 19 maggio 2016

Diario di un mese di libri... Aprile 2016

Carmen Echeverría with Lia
Fonte: The Telegraph


Libri comprati:
"America", Charles Dickens - Feltrinelli Editore (usato Marzo)
"Come volevasi dimostrare", Gertrude Stein -  Einaudi Editore (usato Marzo)
"Trono di spade", George R. R. Martin - Oscar Mondadori editore  (usato Marzo)
"Paris France", Gertrude Stein - Edizioni di Torino  (usato Marzo)
"Cronache Marziane", Ray Bradbury - Oscar Mondadori Classici (usato Marzo)
"Il signore degli anelli. La compagnia degli anelli", J.R.R. Tolkien - Bompiani Editore (usato Marzo)
"Il signore degli anelli. Le due torri", J.R.R. Tolkien - Bompiani Editore (usato Marzo)
"Il signore degli anelli. Il ritorno del re", J.R.R. Tolkien - Bompiani Editore (usato Marzo)
"La casa della gioia", Edith Wharton - La tartaruga Edizioni (usato Marzo)
"Le relazioni pericolose", Pierre-A-F Choderlos De Lacos - Garzanti Editore  (usato Marzo)
Libro di Orwell  (Usato Marzo)
"Cronache del fantastico", Gianfranco de Turris Coniglio Editore (usato)
"Creazione", Gore VidalFazi Editore (usato)
"I delitti della camera chiusa", AA.VV. Polillo Editore  (usato)
"Un giorno di gloria per Miss Pettigrew", Winifred Watson Neri Pozza (usato)
"La lettera d'amore", Cathleen Shine Adelphi Edizioni (usato)
"Nella notte un grido", Mary Higgins Clark Corriere della sera Gialli (usato)
"Una Spirale nella nebbia", Michele PriscoRizzoli Editore (usato)

Libri regalati

"A metà di nessuna parte", Julio LLamazaresIl Sole 24 ore (Marzo)
"Perle. Uno straniero", Israel J. Singer Il Sole 24 ore (Marzo)
"Il vendicatore", Thomas De Quincey Il Sole 24 ore (Marzo)


Libri letti
"La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo", Laurence Sterne- Mondadori Editore 
"Fuga da Villa del Lieto Tramonto", Minna Lindgren - Sonzogno Editore
"Anime Baltiche", Jan Brokken - Iperborea (finito Maggio)
"Il profumo", Patrck Süskind- Edizioni Tea(finito Maggio)
"Non è un vento amico", Vincenzo Zonno- Voci Fuoriscena Edizioni (finito Maggio)
"Gli ultimi eretici", Vasile Ernu- Hacca Edizioni (in lettura)
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (in lettura)
"La memoria", Giovanni Battista Angioletti - Bompiani Editore (in lettura)
"Maestra", Lisa Hilton - Longanesi Editore (in lettura)
"Alla ricerca del tempo perduto Vol.1: Dalla Parte di Swann", Marcel Proust - Mondadori Editore (in lettura)


Un po' di paura la fanno tutti insieme non trovate? Eh sì, avete ragione, io ho realizzato solo di recente questa cosa, ovvero che sono un "tantino" sommersa dai libri, ma, quello che ancora continua a stupirmi è che praticamente non spendo quanto si potrebbe pensare. Tutti i libri insieme sono costati in media 1,50€ quelli di Aprile e 2€ la seconda tranche di Marzo. Quindi ora il problema è fare spazio e togliere da casa, secondo la regola aurea di Stefano Ciavatta, quelli che non rileggerei e che non reputo essenziali e le sòle. Solo che io non posso lasciare uscire un libro che non ho letto - sì sono paranoica e strana ma ho scoperto che anche Angela Cannucciari fa come me, quindi mi sento meno sola! - e quindi l'input è: non dormire sugli allori e sbrigarsi a leggere. Ho già due libri pronti per essere rimessi in circolazione (letture di maggio, vi tocca attendere)!

Detto questo ad Aprile il Book Club Klamm si è riunito per l'ultima volta al Klamm, rimarrà con questo nome ma cambierà location magari anche giorno d'incontro così al Lunedì sembrerò meno un cadavere. Ma questa è solo una delle novità perché, per entrare nel mood del libro del mese - che è stato anche il #unclassicoalmese di questo blog-, abbiamo deciso di cercare di calarci anche "culinariamente" nella parte. Abbiamo ribattezzato le buonissime scaloppine  di Maria come "le scaloppine alla Shandy al limone" e con Librangolo acuto, al secolo Irene, abbiamo proposto la Cottage Pie, torta inglese di carne con purè di patate e la Trifle, spettacolare torta al cucchiaio di cui si ha notizia dal 1500,  che ricorda il tiramisù solo per come viene composta. C'è stata la crostata - che gli inglesi mangiano vero? Vero! - di Librinvaligia, al secolo Barbara, e vi assicuro che sembrava di avere da mangiare per un esercito. Quindi d'ora in poi anche le derrate alimentari per il bookclub dovranno essere in tema con il libro!
A finire "La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo" di Laurence Sterne eravamo stati in due, io e Fabio. Stranamente a Fabio, nonostante lo stato polveroso dei resti del povero Laurence - lui predilige i libri di autori morti e sepolti -, non è piaciuto. Quello che mi rimane oscuro è il perché Fabio non lo reputi un romanzo. Un romanzo racconta una storia e Sterne, in questo lavoro, ne racconterà una cinquantina. Anche Sperduti ama questa opera d'arte e per una sera, caso raro come il passaggio delle comete sopra le nostre teste, per una sera siamo stati dalla stessa parte. Sicuramente ha influito lo stile di impaginazione dello scritto che, come detto in recensione, si presenta come un testo compatto ma ho trovato questa storia decisamente illuminante anche se mi ci è voluto quasi tutto il mese di attenzione quasi esclusiva. E infatti i libri letti sono solo due.
Prossimo libro da leggere "Anime baltiche" di Brokken (Iperborea) che produrrà anche una cena baltica, programmato per maggio per il Salone del libro, ma lo avevamo finito in due, è slittato a Giugno. Mentre per Settembre è prevista la discussione, con relativa cena russa, di Vita e destino di Grossman (Adelphi).

Passiamo agli acquisti. Vi avevo detto che vi avrei postato gli ultimi acquisti di marzo ai primi di Maggio ma poi non ho fatto in tempo. Ho avuto un mese abbastanza complicato in ufficio con il risultato che arrivavo a casa e mi trascinavo sbocconcellando la cena per le scale di casa per poi finire a letto a leggere con i gatti che cercavano le mie attenzioni. Il secondo grosso acquisto è stato fatto con la promozione dei reimanders di Libraccio.
"Il signore degli anelli. La compagnia degli anelli","Il signore degli anelli. Le due torri","Il signore degli anelli. Il ritorno del re"di J.R.R. Tolkien (Bompiani Editore) è una saga che richiede la spiegazione di un antefatto. Non ricordo quando ma c'è stato il mese di Tolkien in tv e io avevo deciso di vedere la serie di film per capire il perché tanto piace. Ecco non sono andata oltre i primi venti minuti de "La compagnia dell'anello" - attimo di odio per me modalità ON - che io ho ribattezzato "la compagnia della bigiotteria" perché c'è più di un anello! - attimo di odio per me modalità OFF -. Ecco, mettiamola così, a me il film fa venire sonno e vi giuro che mi ci metto d'impegno ma proprio non gliela posso fare! Così, complici le offerte ho preso l'occasione al balzo e ho acquistato questi volumi perché magari, leggendoli, mi annoio di meno.

Gertrude Stein invece è come Hornby, Schmitt e compagnia bella: se si trova in giro, si compra, punto e basta. Anche perché è davvero raro trovarla in giro. 
"Come volevasi dimostrare", (Einaudi Editore) opera prima del periodo maturo della Stein composta da due racconti. In uno si narra dell'amore fuori dagli schemi di due professori in un rigido college. Lui professore di successo, lei professoressa dall'animo sensibile  nel  secondo è anche un tantinello osè visto che la quarta di copertina dice ad un certo punto "gli arrischiati rapporti erotico-sentimentali fra tre universitarie americane della classe più abbiente". insomma un libro che non vedo l'ora di leggere...
"Paris France", (Edizioni di Torino) una dichiarazione d'amore e di appartenenza alla Francia da parte di una americana che, a 39 anni dal suo arrivo a Parigi, sente questa nazione adottiva come la sua vera patria. Dovrebbe essere un excursus sul mondo che la circonda e che l'ha accolta aprendole opportunità infinite nelle varie sfaccettature in cui l'arte può esprimersi.

Classici. Parlavamo con la fatina della letteratura del fatto che avevo iniziato a leggere Proust e della mia insensata ma molto produttiva passione di quest'anno per il "classico tomico" oppure lungo - vedi Proust con 7 libri per fare un solo romanzo -. E tra un "Beh, ci sono libri che almeno una volta nella vita bisogna leggere!" e un "Mi piacerebbe non avere un classico pesante per il mese di Maggio" se n'è uscita con questi due titoli :"La casa della gioia", Edith Wharton (La tartaruga Edizioni) e "Le relazioni pericolose", Pierre-A-F Choderlos De Lacos (Garzanti Editore). Precisiamo che entrambi gli editori mi vorrebbero cecata, entrambi i romanzi sono scritti in caratteri piccoli maledizione! 
Per "Le relazioni pericolose" parliamo di un romanzo epistolare che fece decisamente scandalo quando uscì, perché trattava dei costumi dissoluti e libertini della nobiltà cortigiana. Un gioco delle parti decisamente pericoloso quello fatto dai due protagonisti che si scrivono che sono un Visconte e una Marchesa, ma che, nei loro discorsi, restituiscono un'immagine quantomai realistica di una classe sociale agiata e annoiata e che ha come unico impegno l'intrigo. Ho visto il film anni fa, ma praticamente ricordo pochissimo.
Invece "La casa della gioia" è più un romanzo d'amore che gioca sull'aspetto che più affascina lettori e scrittrici da secoli. Siamo nella New York degli inizi del Novecento e la nostra protagonista appartiene ad una famiglia benestante decaduta. Il suo dovere è sistemarsi bene, trovando un marito ricco per poter rientrare nei salotti che contano a testa alta. Purtroppo s'innamora di un uomo che non è chi dice di essere...

Altro classico che non avevo è quello di Bradbury, "Cronache Marziane", che invece è decisamente più recente e racconta con fare ironico della colonizzazione umana del pianeta di Marte. Fu un romanzo che segnò una svolta nella narrativa di genere americana, fantascienza, per aver ritrovato, cito dalla quarta di copertina, "l'universalità simbolica della fiaba".  Non so sinceramente se mi piacerà, da quel che ho scritto dovrebbe piacermi visto che si prospetta un romanzo con morale, devo solo sperare che non sia pesante. Vedremo e ne riparleremo.

Per "Trono di spade", George R. R. Martin invece torniamo nel presente, almeno come scrittore, e invece come tema siamo nel mondo del fantastico. Draghi, terre perdute e lontane, ora fredde e ora calde, questo è l'inizio della saga de "Le cronache del ghiaccio". Pure in questo caso, come per Tolkien, tutti impazziscono per questa saga che io invece non ho letto. Avrei potuto prendere anche gli altri, ma non erano convenienti come questo e quindi se mi piace proseguirò la saga, altrimenti, almeno so come comincia! 

E veniamo al saggio, che in questo caso è "America"di Charles Dickens, che è invece una raccolta di pezzi che lui scrisse quando andò in America. In effetti, se non ricordo male, ci è stato più di una volta, ma questi pezzi sono stati scritti in quello che credo fosse il suo primo viaggio. L'America nel 1841 è un grande punto di domanda per l'Inghilterra. Da un lato per alcuni è solo una terra di sbandati altri invece ne sono estremamente entusiasti. Quando Dickens parte è curioso di scoprire se davvero, questa terra lontana, sia  la culla delle libertà e della realizzazione individuale ma il quadro che ne restituisce è decisamente quello di un osservatore disilluso. Potevo lasciarlo lì? No, ditemi... eh!

Per il libro di Orwell, finché l'editore non si metterà in regola, posso dirvi solo che si tratta di una raccolta di saggi.

E arriviamo ad Aprile vero e proprio! Sempre saggi, ma stavolta uniamo, saggio e fantastico insieme e avremo:"Cronache del fantastico", Gianfranco de Turris: che poi io manco sapevo che esistesse una "Coniglio editore", ma ora lo sappiamo tutti e siamo più contenti. La faccia di Irene quando ho detto "Lo prendo!" era fra questa O.O e questa -.-".
E' una raccolta di articoli usciti su una rivista di genere che si chiama, o si chiamava, "L'eternauta" fra il 1988 e il 1995. I generi citati: science fiction, fantasy, horror. E, non dimentichiamo, ha una copertina spettacolare che non vedo l'ora di farvi vedere!
Per rimanere un po' in un genere affine, andiamo nel mondo dei gialli e arriviamo a "I delitti della camera chiusa" di Polillo Editore, collana Bassotti che io adoro, e che raccoglie una serie di racconti lunghi in cui 13 autori si sono cimentati nel delitto perfetto. Di questo genere c'è un altro volume della stessa collana ed è "La casa dei sette cadaveri" che invece è un giallo-romanzo- rompicapo complesso ma molto molto bello. Potreste anche trovarlo nelle vecchie edizioni che Polillo ha fatto per il Corriere della sera che, per un anno, ha pubblicato una serie di gialli selezionati da questa collana polilliana.
Sempre Gialli e sempre del Corriere della sera abbiamo, perché sto distribuendo le proprietà librarie con voi così mi sento meno in colpa, la famosa Mary Higgins Clarke di cui ho sentito parlare in tutti i luoghi e in tutti i laghi ma che mai mi era capitato di leggere. Quindi quando ho trovato questa edizione, peraltro bellerrima, mi sono detta che per un euro e spiccioli si poteva anche provare! "Nella notte un grido", narra della storia di una gallerista sposata che si innamora di un pittore. Divorzia e si sposa con quest'ultimo trasferendosi nella casa di lui con le sue due figlie ma scopre che in quella casa e nella vita che si accinge a vivere con queste tre persone c'è qualcosa che non va...

E arriviamo ad un romanzo, "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew"di Winifred Watson, che se è come il film, è un romanzo leggero. Sì avete letto bene, ho visto il film; lo so che succede raramente e che questa rivelazione potrebbe portare a rivoluzioni climatiche inenarrabili ma ero curiosa di leggere il libro da cui è stato tratto questo lungometraggio e di cui sinceramente non ho capito l'utilità. Miss Pettigrew è una colf decisamente sfortunata e che non riesce ad andare d'accordo con nessuna delle sue datrici di lavoro. Dopo l'ultimo licenziamento arriva alla casa di una bionda svampita che è fidanzata con un poco di buono e che è innamorata di un musicista squattrinato e, la nostra protagonista, più che colf diventa all'occorrenza dama di compagnia, testimone, complice e via dicendo. Se trovo il senso in questo lavoro ve lo scriverò...
Altra storia avviene in New England dove una libraia vive una vita felice nella sua libreria fra libri e acquirenti. Un giorno però fra le pubblicità e le bollette trova una lettera d'amore, non sa chi l'ha scritta ma la colpisce particolarmente e la sua vita cambierà. Questo è il tema dell'altro romanzo comprato che è "La lettera d'amore" di Cathleen Shine. Un Adelphi smilzo e anche decisamente rovinato - maledetto te che ci hai messo una tazza di caffè rovinando la copertina! - e quindi per bilanciare il possibile insuccesso della Watson ho preso questo. C'era anche un altro Adelphi che all'ultimo non ho preso, ma non ricordo sinceramente quale fosse.

Percorso "Il libri dello strega" è un percorso che ho iniziato in tutta calma nel 2011  stregata da "Tempo di uccidere" di Flaiano. In quell'occasione scrissi che mi sarebbe piaciuto ripercorrere i vincitori dello Strega in ordine di vittoria per capire come erano cambiati i gusti letterari italiani. Sono ancora al 1949, con Paolacheunblogancoranonl'apre che mi segue in queste cose strampalate, con "La memoria" di Angioletti anche perché, nella mia insana visione, devo cercare i libri più vicini all'anno di vittoria senza dove sborsare un patrimonio e questo libro che ho trovato, "Una Spirale nella nebbia" di Michele Prisco, è stato stampato in settima edizione proprio l'anno in cui ha vinto lo Strega ovvero il 1966! Udite, udite, questo libro vincitore di prospetta come un giallo. Durante una battuta di caccia Fabrizio uccide la moglie Valeria, va a capire se per sbaglio o di proposito, ma visto che non ci sono testimoni, è deciso a non auto-accusarsi. Viene messa su un'indagine per chiarire i fatti. Nel frattempo sua cugina Maria Teresa che lo difende a spada tratta si trova a vivere un momento di difficoltà con il marito, malato e impotente che, pur di avere un erede, vuole riconoscere come suo quello della cameriera e dell'autista. Chissà come sarà... mi mancano solo 16 libri per poterlo leggere!
Nota di folklore: negli anni '60 la Rizzoli non usava scrivere ne seconda e tantomeno terza o quarta di copertina ma, l'ex proprietario/a (sembra più una cosa da donna che da uomo) era talmente tanto appassionata delle opere di questo scrittore da aver lasciato dentro anche una serie di ritagli di giornale che riportavano i racconti di Prisco. Ce n'è uno persino di "Sorrisi e Canzoni" che nemmeno sapevo che avesse una rubrica di letteratura!

Ohhh e qui arriviamo a quella che, nel gergo degli youtubers del momento, chiamano "la piratata del mese". Ovvero il libro comprato con il miglior prezzo del momento. Ieri leggendo le prossime uscite di Fazi Editore per i mesi a venire chi ti trovo? La ristampa di questo volume: "Creazione", Gore Vidal. Lo avevo visto anche a Torino ma non lo avevo riconosciuto perché il mio ha una copertina diversa che, Fazi non prendertela, mi piace di più. Nella prefazione di Anthony Burgess c'è scritto:
«Vidal affronta qui gli interrogativi fondamentali dell'umanità, senza lasciare che la sua coscienza di contemporaneo interferisca nel racconto. Creazione è un'ispirata reinvenzione del nostro passato remoto» e il New York Times lo ha definito "il suo romanzo migliore" e io da qualche parte devo anche iniziare a leggerlo, ma ancora non ho deciso se iniziare da qui o dall'altro preso a Marzo!


I libri regalati invece vengono tutti e tre da Angela Cannucciari e come succede a lei, se mi trovassi in libreria e, dovessi richiederli, arriverei con il nome dell'autore scritto su un foglietto per paura di doverli pronunciare. Ora, al Sole 24 ore non chiedete di fare una sinossi che non ci riescono manco per sbaglio, quindi vi dico cosa penso, e sottolineo penso, che ci sia scritto dentro:
"A metà di nessuna parte", Julio LLamazares: una donna si sente male e sviene, viene soccorsa e riportata a casa, peccato che come aprono la porta, rimangono gelati alla vista di un uomo e un tacchino appesi al soffitto. Ora l'uomo poco male, di uomini appesi è piena la letteratura... ma il tacchino, giuro che proprio mi mancava! E' un libro smilzo, come gli altri due peraltro, forse ci riesco a capire se è un giallo.
"Perle. Uno straniero", Israel J. Singer : sono due racconti e non si capisce altro!
"Il vendicatore", Thomas De Quincey : Il rientro in casa dopo tanto tempo nel quartiere ebraico diventa un'occasione per riscoprirsi e riscoprire. Un viaggio nelle usanze ebraiche. E questo devo dire che mi ispira un po' perché nella quarta di copertina c'è una frase che mette a confronto questo rientro con una stanza che dovrebbe trovarsi in tutte le case ebree in cui è tutto lasciato in disordine per usanza.

L'altro libro letto nel mese di aprile è la prosecuzione de "Mistero a Villa del Lieto Tramonto" che mi era piaciuto da morire! Anche questo "Fuga da Villa del Lieto Tramonto" mi è piaciuto, ma ha lasciato una porta aperta al terzo capitolo de "La trilogia di Helsinki". Minna perché mi fai così? Ora mi devo arrovellare un anno nell'attesa che esca il prossimo libro! Sbrigati! Villa del Lieto Tramonto non è altro che una signora casa di riposo di Helsinki che, nello scorso episodio, è stata oggetto di una truffa con i fiocchi e ha visto condurre le indagini da un gruppo di arzilli novantenni. Oggi invece l'intero stabile è in ristrutturazione. Chi può scappa dalla polvere e dai calcinacci da parenti e amici e chi non ha più nessuno, come i nostri arzilli nonnetti, studia delle alternative tipo quella che chiamano "la comune" ovvero un appartamento diviso in più persone come succede per gli studenti. Ma c'è qualcosa che non va, la ditta incaricata della ristrutturazione, non è propriamente una società a loro nuova e non sembra essere così "pulita" come si presenta. 
Riusciranno i nostri eroi a risolvere questo rompicapo? Io lo so e voi no! :D
p.s.: Io ancora rido per la nonnina svampita che ogni due per tre si prensentava ai suoi coinquilini completamente nuda!

Ho letto e finito più libri a Maggio così compenserò il mese parco che ho avuto in Aprile. Avete meno di un mese per arrivare a leggere tutto quello che ho scritto in queste ore, e molto di più per dire la vostra sui miei acquisti. Anche perché sono stata brava, non mi sono dilungata tantissimo sulle descrizioni giusto? Nel frattempo, visto che è l'una passata di notte, io vi saluto.
Buone letture,
Simona Scravaglieri





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