venerdì 29 maggio 2015

"Forse qui potrei vivere...", Valeria Fraccari - Cercando la luce...

Fonte: Foto Community

Ci sono autori che hanno un particolare talento nel descrivere il limbo che circonda la persone quando sono nei momenti più bui delle loro esistenze. Valeria Fraccari è una di queste. Sinceramente quando avevo letto la presentazione di questo libro e quella della casa editrice, Biblion Edizioni, non riuscivo a trovare il nesso; leggendo "Forse qui potrei vivere..." alla fine ho capito perché sta nel loro catalogo. Valeria Fraccari riesce nella sua descrizione a rappresentare il baratro in cui si cade in alcune occasioni quando le difese della persona crollano, ma riesce ancor meglio a far sentire ai suoi lettori le sensazioni di spaesamento e di perdizione che si provano nelle malattie correlate o simili alla depressione. Il problema non è tanto che questo stato ci appartenga improvvisamente o che sappiamo da dove ha origine. Il problema iniziale è riconoscerlo. Ma in un mondo frenetico e scadenzato nel suo passaggio dagli impegni e non dallo scorrere delle lancette, all'uomo moderno non rimangono mezzi per riconoscerlo e quindi sapere come porvi rimedio.

Quindi la storia di Irene Corti, professoressa di un liceo, madre single che ha appena visto la figlia andare a vivere da sola, donna che ha sempre vissuto di parole e degli sguardi interessati dei suoi allievi ad un certo punto, ed è l'inizio della narrazione, si spezza totalmente. Il libro comincia infatti dalla metà della storia per percorrere la discesa verso gli inferi e poi tornare a questo momento che è il possibile punto di non ritorno. Di qui, da quella professoressa attorniata da una classe allibita, che la vede riversa sulla scrivania, con i pugni stretti e incapace di reagire, le strade sono due o l'annullamento o la ricerca della luce.

Andare verso la luce vuol dire non solo reagire, ma avere intorno persone che, anche non volendo riescono, anche inconsapevolmente, a penetrare attraverso l'oscurità che ci pervade per mostrarci che non tutto è perduto, ma vuol dire anche riconoscere, e solo a questo punto sarà giusto farlo, il motivo scatenante questo stato di cose. 

Ce ne sono molti nella vita di Irene, ma c'è un unico punto di rottura, di cui nessuno s'è accorto, anche perché non conosce la motivazione. Ha anche un nome e un viso e si chiama Silvia, che l'anno prima, quando tutto è cominciato, ha deciso di togliersi la vita buttandosi da una finestra a scuola. Nessuno sa perché, nessuno può darsi pace, nemmeno Irene Corti. Ma lei è sempre stata un punto di riferimento per i suoi studenti, anche se non è simpatica come il professore di matematica. 


Come spesso avviene in libri che esplorano temi così complicati, il punto non è la fine, la redenzione. Il punto è il viaggio, quello di andata e di ritorno che occupa la maggior parte dell'attenzione della scrittrice. I gradi di separazione dalla realtà improvvisamente diventata stretta e quelli di riavvicinamento al mondo stesso. In questo percorso la Fraccari descrive a tutto tondo la vita di Irene fino a quel momento che insieme al viaggio, restituisce al lettore un'immagine chiara della protagonista e un'empatia con la sua situazione. Il confronto stesso fra la vita da studentessa di Irene con la vita dei suoi studenti ci rende l'immagine della "solitudine" che si prova non solo per la differenza di ruolo ma sopratutto per il continuo riproporsi della nostalgia di quello che si è perso nel momento in cui si era dall'altro lato della cattedra. Questa riflessione che compare qui e lì nella trama, che diventa una visione che mano a mano di raffina, componendosi man mano che si racimolano pezzi, conversazioni, occhi, rivelazioni ci permette di esplorare un luogo che appartiene a tutti. L'adolescenza.

Ieri sera parlavo con una amica che mi raccontava la paura di crescere, oggi scrivo di Irene che, come me, è passata dall'altro lato, da quello di chi è andato oltre la crisi del "non voglio crescere". Ma il percorso di Irene è stato diverso dal mio, perché lei sceglie di crescere molto prima del dovuto e forse, quella gravidanza inaspettata nel periodo universitario è stata la sua opportunità per farlo; la vita di questa professoressa è sempre stata a compartimenti stagni, ogni occasione per sfuggire a ciò che non piace è un'opportunità per chiudere con tutto e tutti quelli che fanno parte di un momento della nostra vita. Scelta che presenta il suo conto alla fine perché poi ci affezioniamo profondamente a persone o alle cose che per loro natura e storia ad un certo punto, rompono le nostre certezze. In una situazione normale questo comunque ci colpisce, ma nella situazione fragile di Irene diventa un baratro che, sommato al gesto incomprensibile di Silvia, si apre nel mondo che la nostra professoressa di è creata pezzo per pezzo.

Ci sono tanti temi in questo libro, i più presenti sono per la maggior parte relativi al buio di questo percorso dati anche dall'impossibilità delle persone che vivono questa situazione di comunicare cosa le tormenta. Ma sebbene saremmo tutti naturalmente portati a stabilire che la difficoltà di capirsi è il punto di partenza di tutto questo, Valeria Fraccari attraverso le sue ricostruzioni nitide ci fa capire che forse non è così.
Sono tutte descrizioni tangibili, talmente tanto da, come detto, coinvolgere i lettori che vi si avvicinano. Così, io che pensavo che ci avrei messo un nonnulla a leggerlo, ci ho messo un po' ma alla fine mi è piaciuto questo viaggio negli abissi nella mente e delle emozioni umane.
E' un libro serio e non fermatevi alla storia d'amore di due ragazzi che è completamente marginale, andate oltre e leggetelo con attenzione.

Dopotutto conoscere significa anche immagazzinare e saper riconoscere all'occorrenza. Imparare a capire cosa possa passare nella mente degli altri, imparare ad avvicinarsi o anche a cercare aiuto. Un bel libro, scritto bene e molto sentito.
Consigliato, veramente di cuore. E fossi in voi, darei pure un occhio al catalogo della Biblion Edizioni.
Buone letture,
Simona


Forse qui potrei vivere...

Valeria Fraccari
Biblion Edizioni, ed. 2014
Collana "Fronde Sparte"
Prezzo 12,00€



Fonte: LettureSconclusionate

2 commenti:

  1. Però devi dirmi qual è, alla fine, il luogo in cui Irene pensa di poter vivere.
    Paola C. S.

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    Risposte
    1. Ci sono due luoghi deputati uno è fisico e nel passato e l'altro è presente e conclude la storia... quindi non posso rivelarli :D
      Buona giornata,
      Simona

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