mercoledì 4 febbraio 2015

[Dal libro che sto leggendo] La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camincino del latte

Gianni Strino "Il vecchio e il gatto"
Fonte: Fiumano fine art


Io lo chiamo "il libro dal titolo sintetico", ma in effetti, a quanto sembra fino adesso è anche divertente il contenuto. Ecco, se state cercando il romanzo del secolo, non è questo il caso, ma è un simpatico divertissement da leggere per passare il tempo. Frank ha ottantun anni, suppongo sia vedovo, perché vive da solo con un gatto Bibì e ha una figlia che si è trasferita in America.

Un giorno, mentre va a fare la spesa viene investito da un camioncino del latte e dopo il ricovero in ospedale la figlia gli impone di far entrare, una volta alla settimana, l'infermiera che ha ingaggiato per tenerlo d'occhio ed aiutarlo a gestire la casa. Manco a dirlo quest'infermiera giovane, che non sa parcheggiare e che ha una attenzione al paziente solamente professionale diventa l'unica "trasgressione professionale". Sapere che quel giorno a quell'ora lei si materializzerà alla porta è un po' come avere ospiti a casa e poter avere un dialogo che riguardi solo gli acciacchi e le smanie degli anziani.

Mi piace e lo trovo veramente divertente. Scritto in maniera scorrevole, con un buon ritmo e con delle uscite comiche l'ottantunenne Frank nel suo continuo battagliare con il mondo che pensa che il suo mondo interiore sia invecchiato come quello esteriore è un ottimo passatempo.
Sicuramente migliore de "Il centenario che saltò dalla finestra e poi scomparve".
Insomma ci sono vecchietti e vecchietti!
Buone letture,
Simona Scravaglieri





Prologo


Ho ottantun anni.
Forse la gente si aspetta che continui a ripeterlo.
Ooh, ma che carino. E quanti anni hai?
Ottantuno. Qualcosa del genere.
Magari senza aspettare che me lo chiedano, di tanto in tanto.
Ho ottantun anni.
Dichiarandolo orgoglioso alla prima occasione, come quando ne avevo cinque.
Forse dovrei mettermi una targhetta. Tipo quelle che si incollano sul davanti di un biglietto di auguri.
Un biglietto per l’ottantunesimo compleanno, a patto che ne esistano. In giro li venderanno? Magari per l’ottantesimo, ma l’ottantunesimo? Potrei appendere sopra la porta d’ingresso dei palloncini con 81 scritto sopra.
Peccato che probabilmente non ci sia un grande mercato neppure per quelli. Sarò costretto a ripeterlo.
Ho ottantun anni.
Entra. Siediti. Perché non usi un tono di superiorità, come quando ero un bambino? Verifica le mie facoltà mentali. Parlami con una voce infantile. Fammi riempire un modulo. Anzi, meglio, riempilo tu per me. Fammelo solo firmare. Probabilmente sono cieco come una talpa e non riesco a leggere le clausole in piccolo. Vendimi qualcosa che non mi serve. Guardati intorno alla ricerca di oggetti antichi e di valore. Fai un sopralluogo.



1

Nel giorno del suo ottantunesimo compleanno, Frank Derrick fu investito dal furgone del lattaio. Avrebbe preferito un buono per l’acquisto di un libro o un paio di gemelli per la camicia, ma è il pensiero che conta.
Il furgone viaggiava a una decina di chilometri all’ora quando il conducente perse il controllo di quella lumaca salendo sullo stretto marciapiede e fermandosi sul muretto di pietra di un giardino, con le ruote che galleggiavano nell’aria; casse di latte, bottiglie vuote, confezioni di panna e dozzine di uova schizzarono fuori dalla parte posteriore e atterrarono sul cemento.Il lattaio non solo aveva fatto scempio del prato di uno dei favoriti dell’imminente gara dei Borghi In Fiore, ma non era stato troppo gentile nemmeno con Frank, che era sotto il furgone. L’unica parte del corpo ancora visibile dall’esterno era il braccio destro, con il palmo rivolto verso l’alto a stringere il mezzo litro di latte che aveva appena comprato al minimarket. Proprio quello di cui c’era bisogno in quel momento: altro liquido bianco. Il camioncino incidentato, il braccio del pensionato che spuntava da sotto e la colata di prodotti caseari che si riversava nel canale di scolo a lato della strada sembravano l’inizio di una barzelletta in attesa di una conclusione divertente.
Frank fu ricoverato tre giorni in ospedale. Aveva una commozione cerebrale, un braccio rotto e una grave frattura di un metatarso del piede sinistro.
«Tipo quella dei giocatori di calcio», commentò il medico. «Lei come se la cava?»
«La mia carriera è finita da quando mi sono spezzato il metatarso.»
«Oh, be’. I rimedi casalinghi dovrebbero funzionare. Il RISO, per esempio.»
«RISO?»
«Esatto.»
«Non mi è mai piaciuto.»
«È un acronimo. Riposo. Istantaneo. Sollievo. Obbligato.»
«Un acronimo?»
«Sì.»
«Come quello per l’ictus?»
«Per l’appunto», continuò il medico. «Le darò un opuscolo informativo.»
Questo pezzo è tratto da:

La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte
J. B. Morrison
Corbaccio Editore, ed. 2014
Traduttore G. Arduino
Collana "Narratori Corbaccio"
Prezzo 14,90€

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