mercoledì 30 dicembre 2015

[Dal libro che sto leggendo] Rock Springs


Fonte: Visita Carlifornia


Questo è il post n° 161 del 2015 ed è anche l'ultimo per quest'anno (però, sono stata brava no?). Prima di cominciare a parlare, seppur sommariamente del libro auguro a tutti una buona fine e un buon inizio di anno.

Oggi parliamo di una raccolta di racconti di un autore che conosco di nome ma che non ho mai letto. Il libro è quello scelto a dicembre dal Book Club del Klamm per la lettura di questo mese. Ora, perché non ho mai letto Ford? Non lo so, anche se, come amante dello stile carveriano forse avrei dovuto visto che molte biografie dell'autore lo definiscono uno scrittore minimalista. Lo stile è diretto e asciutto, dopotutto le informazioni che servono a descrivere una scena o una situazione non sono poi molte.

“In una poesia o in un racconto si possono descrivere delle cose, degli oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso e dotare questi oggetti [...] di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far si che provochi un brivido lungo la schiena del lettore - l’origine del piacere artistico secondo Nabokov. Questo è il tipo di scrittura che mi interessa di più”
Il mestiere di scrivere, Raymond Carver- Einaudi Editore
Ecco, se leggete con attenzione le righe che vanno dalla prima a quella del carnet vi renderete conto che, il concetto carveriano, qui trova una delle sue espressioni migliori, in poche frasi sappiamo che cosa lega i nostri protagonisti, le cose importanti che riguardano la loro vita precedente e la descrizione del desolato luogo che vede iniziare la vicenda raccontata. Non serve altro.

Le uniche cose che non mi piacciono di questo libro sono la distribuzione delle virgole (troppe) e il carattere in cui è scritto che mi costringerà a mettere gli occhiali con le interlinee quasi inesistenti. Feltrinelli non mi vuole bene.

Quindi, 
Buon Anno e buone letture,
ci rileggiamo nel 2016,
Simona Scravaglieri


Rock Springs 

Edna e io venivamo giù da Kalispell, diretti a Tampa-St. Pete, dove avevo ancora certi amici di una volta, dei bei tempi in cui tutto andava bene, che non mi avrebbero denunciato alla polizia. A Kalispell ero riuscito a urtarmi con la legge per alcuni assegni a vuoti: che nel Montana è un reato punibile col carcere. E io sapevo che Edna stava già consultando le sue carte e meditando di cambiare aria, perché non era la prima volta che avevo avuto dei fastidi on la legge in vita mia. Anche lei aveva già avuto le sue rogne, rimettendoci i bambini e faticando per impedire a Danny, il suo ex marito, di entrarle in casa e di rubarle la sua roba mentre lei era fuori per lavoro, che era il vero motivo per cui mi ero installato da lei, in primo luogo, quello e la necessità di dare a Cheryl, la mia bambina, una terra più ferma sotto i piedi.
Non so cosa ci fosse tra noi due. La stessa corrente ci aveva fatto arenare sulla spiaggia: stringi stringi, forse era soltanto questo. Anche se l'amore, lo so bene, può nascere su basi assai più fragili. E quando entrai in casa, quel pomeriggio, le chiesi solo se voleva venire in Florida con me, lasciando tutto come stava, e lei disse:
"Perché no? Il mio carnet non è poi così fitto d'impegni."
Edna e io facevamo coppia fissa da otto mesi, più o meno come marito e moglie, e in questo tempo  un po' ero stato a spasso, e un po' avevo lavorato al cinodromo come accompagnatore di cani, il che m,i aveva permesso di aiutarla a pagare l'affitto e a far ragionare Danny quando passava di lì. Danny aveva paura di me perché Edna gli aveva detto che ero stato in carcere in Florida per aver ucciso un uomo, anche se non era vero. Una volta ero stato in galera a Tallahassee per un furto di gomme, e mentre scontavo la pena nella colonia agricola della contea ero rimasto coinvolto in una rissa durante la quale un uomo aveva per so un occhio. Ma a cavarglielo non ero stato io, e Edna voleva che la storia fosse pi macabra di quello che era solo perché così Danny non avrebbe fatto pazzie e non l'avrebbe costretta a riprendersi i bambini, dal momento che lei si era abituata a non averli, e io avevo già Cheryl con me. Non sono un violento e non caverei un occhio a nessuno, figuriamoci se lo ammazzerei. La ia ex moglie Helen, i è fatta tutto il viaggio da Waikiki Beach, per testimoniarlo. Tra noi non c'è stato mai nessun atto di violenza, e io sono sempre pronto, pur di non passare un guaio, a cambiare marciapiede. Anche se Danny non lo sapeva.
Ma eravamo là in mezzo al Wyoming, diretti a sud, verso la I-80 e ben disposti verso il mondo intero, quando nella macchina che avevo rubato si accese la spia dell'olio, e questo, lo sapevo, era un brutto segno.
Mi ero trovato una buona macchina, una Mercedes color mirtillo rubata nel parcheggio di un oftalmologo e Whitefish, nel Montana. L'avevo rubata perché pensavo che in un viaggio lungo sarebbe stata comoda, perché credevo che consumasse poco, il che non era vero, e perché non avevo mai avuto una buona macchina in vita mia, solo vecchi macinini Chevrolet e i camion usati di quando, da ragazzo, facevo con i cubani il trasporto di agrumi.

Rock Spring
Richard Ford
Feltrinelli Editore, Ed. 2012
Traduzione di V. Mantovani
Collana "Universale economica"
Prezzo 7,50€

domenica 27 dicembre 2015

L'ha detto... Charles M. Schulz


Fonte: Modernloss


Più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose. 
[Lucy van Pelt, Peanuts]

Charles M. Schulz

giovedì 24 dicembre 2015

Caro lettore ti scrivo...


Fonte: blog Libero.it

... ti scrivo per augurarti buone feste. Quelle che preferisci tu, tanto non fa differenza le "giornate di fermo" sono fatte per stare insieme e ritrovarsi nei propri affetti. Non contano i regali altrui, conta quel momento, che noi ci regaliamo, per sorridere davanti ad una persona e un ricordo, perché quelle sono le cose importanti quelle che realmente ci appartengono e che nessuno ci può togliere.

Detto ciò a parte i "cenoni" e i "pranzoni", io Oscar e Joyce, passeremo buona parte di questo tempo regalatoci dall'occasione stando insieme distribuiti su divani e poltrone, avvolti nelle coperte, con il tè e le pappe a portata di zampa con un libro in mano - giallo perché come ho sempre detto non c'è niente di meglio che uccidere (nelle storie scritte) nel periodo più buono dell'anno-.  Quindi, se ci cerchi, apri un libro - una bella storia per favore! - e pensaci, lo faremo anche noi!

Buon riposo e buone letture,
Simona, Oscar, Joyce 

mercoledì 23 dicembre 2015

[Dal libro che sto leggendo] The leftovers. Svaniti nel nulla


Fonte: Marta Castaldo

Libro veramente favoloso di cui vi ho parlato venerdì. L'ho preso in fiera a Roma e l'ho letto in tre giorni senza nemmeno fare fatica perché la storia scorre liscia dall'inizio alla fine. È caratteristica di Perrotta fermare lo sguardo più su scelte ed azioni che sullo svolgimento della storia, perché l'intreccio è una scusa per approfondire l'uomo fatto di emozioni e di scelte.

Quello che vi metto oggi è una parte del prologo, che serve a mettere le carte in tavola per sapere quale è il terreno su cui autore e personaggi si muoveranno. Qui siamo a tre anni prima del presente narrativo della storia, quando misteriosamente scompaiono tutta una serie di persone diverse per razza, sesso, età, appartenenza sociale e via dicendo. Chiaramente a queste "sparizioni" gruppi di persone diversi danno spiegazioni differenti e, in una America del tutto verosimile, la spiegazione immediata è che siano anticipazioni della fine del mondo. Tre anni dopo, quando inizia la storia, nulla è ancora dimenticato; è difficile andare oltre per tutti, non perché non si voglia tenere in memoria l'evento ma solo per poter ricominciare a vivere in un clima molto pesante.

Quando comprerete questo libro ricordatevi che la storia è un tramite e che l'importante non è dove vada a parare bensì quello che succede nel percorso. Se riuscirete a staccarvi dalla concezione classica del romanzo, questo libro lo amerete veramente tanto e, se questo avverrà, il consiglio è di leggere la triade di libri che hanno reso famoso Perrotta: L'insegnante di astinenza sessuale, Intrigo scolastico e Bravi bambini.

Buone letture e buone feste,
Simona Scravaglieri

PROLOGO 

Laurie Garvey non era stata educata per credere nel Rapimento. Non era stata educata per credere in niente, eccetto che nella follia di ogni fede.
Siamo agnostici , diceva ai suoi figli quando erano piccoli e avevano bisogno di definirsi di fronte ai loro amici cattolici ed ebrei e unitariani. Non sappiamo se c’è un Dio, e nessun altro lo sa. La gente può anche dire di saperlo, ma in realtà non ne sa niente.
La prima volta che aveva sentito parlare del Rapimento era matricola al college e frequentava un corso chiamato “Introduzione al mondo delle religioni”. Il fenomeno che il professore descrisse le sembrò un’assurdità: orde di cristiani che fluttuavano per aria sgusciando fuori dai loro vestiti, che si libravano attraversando i tetti delle loro case e delle automobili per andare incontro a Gesù in cielo, mentre gli altri restavano a guardare a bocca aperta chiedendosi dove fossero finite tutte le brave persone. La teologia rimaneva qualcosa di oscuro per lei, anche dopo aver letto il capitolo sul “Dispensazionalismo premillenario” sul suo libro di testo: tutte quelle storie astruse sull’Armageddon e l’Anticristo e i quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Era il kitsch applicato alla religione, di cattivo gusto come certi quadri in velluto nero, una fantasia che poteva allettare quel genere di persone che mangiava troppa roba fritta, sculacciava i figli e non si faceva problemi ad accettare la teoria secondo la quale il suo amorevole Dio aveva inventato l’Aids per punire i gay. Negli anni seguenti le era capitato, di tanto in tanto, di imbattersi in qualcuno, in aeroporto o sul treno, intento a leggere uno dei libri della serie Left Behind, cosa che le aveva suscitato un moto di compassione, o persino di tenerezza, per quel povero incapace che non aveva di meglio da leggere e nient’altro da fare che starsene lì seduto a immaginare la fine del mondo.
E poi accadde. La profezia biblica si avverò, se non del tutto, almeno in parte. Le persone cominciarono a sparire, a milioni, tutte nello stesso momento e in tutto il mondo. Non si trattava di un’antica diceria un uomo defunto che tornava in vita ai tempi dell’Impero Romano né di un’ammuffita leggenda casalinga come quella di Joseph Smith che dissotterra qualche tavola d’oro nel nord dello Stato di New York, obbedendo alle istruzioni di un angelo. Era reale. Il Rapimento era accaduto nella sua città, coinvolgendo, fra gli altri, la figlia della sua migliore amica, proprio mentre Laurie si trovava a casa sua. L’irruzione di Dio nella sua vita non avrebbe potuto essere più chiara se Egli si fosse manifestato a lei parlandole da un’azalea rosso fuoco.
O almeno è quello che chiunque avrebbe pensato. Eppure lei aveva cercato di negare l’evidenza per settimane e mesi da quell’evento, aggrappandosi ai suoi dubbi come a un salvagente, facendo eco agli scienziati e agli esperti e ai politici che insistevano nel dire che la causa di ciò che chiamavano l’“Improvvisa Dipartita” rimaneva sconosciuta e avvertivano la popolazione di non saltare a conclusioni affrettate fino a quando l’imparziale commissione governativa, che stava indagando sulla faccenda, non avesse divulgato un rapporto ufficiale.
«È accaduto qualcosa di tragico» continuavano a ripetere gli esperti. «Un fenomeno che può ricordare il Rapimento biblico, ma che non può essere definito tale».
Un particolare interessante: le voci che sostenevano tali argomentazioni con maggior veemenza erano proprio quelle dei cristiani, costretti a riconoscere che molte delle persone scomparse il 14 di ottobre induisti e buddhisti e musulmani ed ebrei e atei e animisti e omosessuali ed eschimesi e mormoni e zoroastriani e qualunque altra diavolo di cosa fossero non avevano accettato Gesù Cristo come loro Salvatore. Da quanto si poteva arguire, si trattava di una mietitura del tutto casuale e se c’era una cosa che il Rapimento non poteva essere era proprio quello. Lo scopo era separare il grano dalla pula, ricompensare i veri credenti e mettere in allerta il resto del mondo. Un Rapimento indiscriminato non era un Rapimento.
Così era molto facile sentirsi confusi, alzare le mani e affermare di non sapere cosa stesse accadendo. Ma Laurie lo sapeva. Subito dopo l’accaduto, nel profondo del suo cuore, sapeva . Lei era rimasta. Tutti loro erano rimasti. Il fatto che Dio non avesse attribuito alla religione l’onere delle Sue decisioni non contava; anzi questo rendeva la faccenda persino peggiore, dandole tutti i connotati di un rifiuto personale. Eppure aveva deciso di ignorare quest’idea, di ricacciarla in qualche oscuro recesso della sua mente- la cantina dove si ripongono tutte quelle cose a cui è meglio non pensare - lo stesso posto dove nascondiamo la consapevolezza che siamo destinati a morire, in modo da poter vivere la nostra vita senza sentirci depressi ogni minuto della giornata.
In più, quei primi mesi dopo il Rapimento erano stati un periodo frenetico, con la scuola di Mapleton chiusa, sua figlia a casa tutto il giorno e suo figlio tornato dal college. C’erano di nuovo la spesa e il bucato da fare, proprio come un tempo, pasti da cucinare e piatti da lavare. C’erano state anche diverse cerimonie di commemorazione a cui partecipare, diapositive da catalogare, lacrime da asciugare, tante, estenuanti conversazioni. Aveva trascorso parecchio tempo con la povera Rosalie Sussman, era andata a trovarla quasi tutti i giorni, cercando di alleviare il suo insondabile dolore. A volte parlavano di Jen, la figlia scomparsa - di quanto fosse dolce, sempre con il sorriso sulle labbra ecc. - ma per la maggior parte del tempo se ne stavano sedute senza dire una parola. Laurie sentiva quel silenzio profondo e giusto, come se nessuna delle due avesse nulla da dire, nulla per cui valesse la pena romperlo.

Questo pezzo è tratto da:

The LeftOvers. Svaniti nel nulla.
Tom Perrotta
E/O Edizioni, Ed. 2015 (Prec. 2012)
Traduzione di C. De Caro
Collana "Tascabili E/O"
Prezzo 12,00€


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domenica 20 dicembre 2015

L'ha detto... Clive Staples Lewis

Fonte: Danze meditative


Il coraggio non è semplicemente una delle virtù ma la forma di ogni virtù al momento della prova, cioè al momento della verità più alta.

Clive Staples Lewis

venerdì 18 dicembre 2015

"The leftovers. Svaniti nel nulla", Tom Perrotta - Delle scelte e del senso di appartenenza...

Fonte:Wikipedia

Mi sono accorta di quanto mi sia mancato Perrotta dal fatto che ci ho messo tre giorni dall'inizio alla fine e dal fatto che l'ho chiuso anche con un certo dispiacere tanto che sono andata a cercare l'unico libro, tradotto in italiano che avevo, ma non ho ancora letto, ovvero "Intrigo scolastico" che credo che non attenderà molto di essere completato. Come dicevo su Goodreads, se state cercando un libro con un finale certo, deciso e definitivo, qui, non lo troverete. Non è da Perrotta mettere un punto alla storia perché non è quello che gli interessa mentre la scrive. Lui è uno che la realtà la manipola per frammentarla, destrutturarla e ridurla ai minimi termini per poterci guardare dentro perché è lì, dietro le tendine di case tutte ordinate e messe a posto o nelle scuole con lunghi corridoi e fila altrettanto lunghe di armadietti, nelle riunioni comunali, nelle chiese e nei parchi e nelle chiacchiere e negli sguardi delle madri e dei padri, che si nasconde il vero mistero delle storie. Ma una storia che si nutre della più piccola particella che lo compone e che lo rappresenta non ha bisogno per forza di un finale o di una morale, perché questo significherebbe "giudicare". L'autore non narra storie per giudicare o indicare un comportamento sbagliato ma per osservare i comportamenti e sollevare la riflessione; anche il lettore non può giudicare quale finale sia migliore o più giusto, ma solo quello che più gli aggrada (che però non è detto sia il più giusto). In un mondo che pensa di poter definire qualsiasi cosa  come bianca o nera, autori come Perrotta sono veri tesori soprattutto quando sanno centrare il punto senza inutili giri di parole.



Per chi, come me, non conosca l'esistenza di una serie televisiva - eh lo so, lo so, ma a me la tv annoia, che cosa devo farci? - riassumo il contenuto di parte del libro. Il 14 ottobre di un anno non specificato avvengono una serie di sparizioni. Nessuna cosa eclatante tipo gente che viene rapita sotto gli occhi di tutti. Persone che un secondo prima, magari, ti erano accanto il secondo dopo sono come "evaporate" senza alcuno motivo o segnale. Siamo a Mapleton, tre anni dopo e ancora nessuno ha una risposta definitiva su quello che è successo, ma ancora si devono gestire gli effetti dei rapimenti di tre anni prima. In parte quelli dei sopravvissuti - chi ha perso i figli, chi i genitori, qualcuno gli amici -; non è facile incontrarsi e parlare in libertà, perché anche il più piccolo riferimento ad un parente o ad un amico potrebbe ferire qualcuno che lo ha perso per sempre. Ed è in una situazione così pesante che nascono tutta una serie di gruppi, para-religiosi o sette che dir si voglia, che impattano ulteriormente su questo clima invivibile e che molti vorrebbero superare: ci sono i "colpevoli sopravvissuti", la setta del silenzio chiamiamola così. Poi ci sono simil santoni, le religioni già in essere prima del rapimento che si rifanno alle scritture e chi più ne ha più ne metta. A Mapleton si è scelto un nuovo sindaco che, apprezzato da molti, si spera che riesca a dare un nuovo volto a questa cittadina di provincia. Kevin, il prescelto, è stato anche lui colpito dalle conseguenze dei rapimenti, quando la moglie ha deciso di unirsi ai colpevoli sopravvissuti senza un'apparente ragione logica. Il figlio Tom si è lasciato affascinare da un santone che dice di avere il potere di salvare il mondo e così Kevin ha perso anche suo figlio rimanendo solo con Jill, la figlia con la quale non ha mai avuto grandi rapporti, con la quale deve cercare di trovare una via di comunicazione che manca ad entrambi.



Qui c'è tutto quello che dovete sapere per capire di che si parla. In aggiunta a questo possiamo aggiungere che questo libro è stato pubblicato per la prima volta il 30 Agosto 2011, a quasi dieci anni da quello che è l'evento che ha sconvolto tutti: l'11 Settembre 2001. Tom Perrotta inserisce il rifermento ad un certo punto e le evidenze si moltiplicano e diventano più chiare. Svaniti nel nulla. Anche molte delle vittime di quell'evento non sono state tutte ritrovate, e in fondo, non essendoci un corpo da seppellire è come fossero davvero svaniti nel nulla. Non torneranno, sono persi in una coltre fitta di polvere e macerie. L'occhio dell'autore prende spunto dalla creazione di un panorama apocalittico, circondato da quell'aria irrespirabile e che non da adito a speranze, per tirare fuori quello che invece noi ancora oggi viviamo: la gestione del ricordo dei sopravvissuti. Tema che svolto con estrema diligenza: si concede a tutti una possibilità, laici o no, di avere un gruppo cui unirsi. L'evento scatena la necessità di unione. Ma le dinamiche che interessano all'autore non sono solo il gruppo, bensì l'adattamento allo stesso e non è detto che questo sia un gruppo diverso da quello di partenza - come succede a Kevin e Jill che già appartengono al loro gruppo della loro famiglia-. Le dinamiche cambiano e non sempre in funzione dell'evento scatenante ma anche perché, se quest'ultimo non ti ha toccato direttamente, l'ambiente circostante crea le condizioni per le quali comunque tu appartieni al gruppo dei sopravvissuti all'evento stesso. E anche i i singoli raggruppamenti, più o meno grandi appartengono a gruppi maggiori che li contengono, per caratteristiche simili come la religione, lo stato di provenienza, il continente e via dicendo. 



Gli americani hanno tutto, più grande, più organizzato, si sentono uniti davanti ad una bandiera, cantano l'inno nazionale ad ogni occasione con fare convinto, sanno riunirsi, confidano l'arte oratoria e nelle udienze per farsi sentire e per sentirsi partecipi a un progetto più grande, che governa le loro vite. Ma sono come topi di laboratorio in gabbia. Qualora avvenga qualcosa nella gabbia che colpisca anche uno di loro, le loro reazioni diventano irrazionali, l'unione non fa più la forza o, per farla, ha bisogno di una nuova nomenclatura, di nuovi collegamenti e di gruppi con obiettivi diversi. È qui che il singolo da il suo meglio perché l'obiettivo non è cambiare ma, stando alle evidenze, avere l'impressione di aver ricominciato. Nuovo gruppo, nuove regole, nuovi obiettivi diventano sinonimo di una vita nuova. C'è chi rimane solo e deve gestire la sua non appartenenza e decidere se tale deve rimanere o sia meglio uniformarsi ad altri e chi invece si inventa un nuovo in inizio in quello che gli è rimasto.

Perrotta con magistrale intelligenza riunisce molte delle possibili risposte all'evento catastrofico che possono venire dai singoli, guardandoli dall'alto come fa lo studioso attraverso i vetri della gabbia di laboratorio. Non incide sulle loro decisioni, si limita a raccontarle e a seguirle come fa uno qualunque dei suoi lettori.  


Non c'è una scelta giusta o una via di uscita sicura, ci sono solo scelte, più o meno impattanti sulla vita del singolo e di quelle di coloro che lo circondavano prima. Cosa vi rimarrà di questo libro? L'esperienza. La riflessione senza giudizio porta all'esperienza, porta a scoprirsi persone che comprendono una scelta più delle altre indipendentemente dalla situazione che l'ha generata e la selezione dell'atteggiamento sarà solo e soltanto esperienza.

Mai come oggi è stato più attuale, dopo i fatti recenti di Parigi, ma lo è anche nella normalità di tutti i giorni, quando il rapimento si ripropone dietro le spoglie della morte naturale. Ogni volta che viene a mancare qualcuno ai propri affetti avviene un rapimento. Ogni morte arriva troppo presto, o inaspettatamente e a volte immotivata e la gestione del ricordo e della riorganizzazione della vita che deve gestire questo vuoto è una cosa che tocca tutti. Quindi metaforicamente possiamo rapportare le scelte dei protagonisti di questa storia anche a questo. E, forse per questo motivo, sono un po' indecisa se andarmi a cercare la serie televisiva che è stata tratta da questo libro ma capisco perché, a quanto mi dicono, ha avuto un gran successo: empatia, riconoscimento nel dolore, affinità. Ma altresì, per questo, ricordo a chi si avvicina a questo libro, dopo aver visto la serie, di tenere a mente la differenza del mezzo. Il Perrotta dell'HBO non sarà mai quello dei suoi libri, perché la regola televisiva difficilmente lascia finali aperti che poi non nicchino ad una futura prosecuzione. Quindi è quasi certo che l'effetto che avrà questo libro sarà molto probabilmente diverso dalla serie tv.


Libro veramente bello, godibile, interessante e scorrevole. Probabilmente è anche che si tratta di uno dei miei autori preferiti, ma anche questa volta non ha deluso le aspettative già alte quando l'ho comprato alla Fiera della piccola e media editoria a Roma.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


The LeftOvers. Svaniti nel nulla. 

Tom Perrotta
E/O Edizioni, Ed. 2015 (Prec. 2012)
Traduzione di C. De Caro
Collana "Tascabili E/O"

Prezzo 12,00€


Fonte: LettureSconclusionate

giovedì 17 dicembre 2015

Eventi ... Roscia e Zilli - Presentazione a Più libri più liberi

Fonte: LettureSconclusionate
L'anno scorso ne parlavamo nei resoconti di Più libri più liberi 2014, lo abbiamo letto a Febbraio con somma soddisfazione e quest'anno possiamo andar fieri di aver scelto di adottare Exòrma Edizioni e in particolare il libro in foto "La strage dei congiuntivi" di Massimo Roscia e quest'anno, alla presentazione abbiamo scoperto che è alla quarta ristampa. Sono riuscita a registrare un pezzo della presentazione e, sono certa, che non riuscirete dopo a non leggerlo se non l'avete già fatto!
Buona visione e buone letture,
Simona Scravaglieri

P.s.: lo so, mi sono dimenticata il post di ieri, faccio mea culpa da quando me ne sono accorta! Oltre che sconclusionata ora sono anche svanita!



martedì 15 dicembre 2015

Editori... Sbirciando fra gli stand di Più libri più liberi 2015 - Lavieri Edizioni



"I collezionisti" Biagio Biagini e Anna Laura Cantone
Lavieri Edizioni
Fonte: LettureSconclusionate

Eccoci qui! Come promesso nel post riassuntivo delle frenetiche giornate di Più libri più liberi 2015, dove vi avevo promesso che vi avrei fatto fare un piccolo Blog-tour degli editori e degli eventi, qui cominciamo con un editore: Lavieri Editore (Home).

I Lavieri sono in due, Marcello e Rosa, e dal 2004 fanno libri che toccano un gruppo di generi abbastanza ampio e vanno dalla letteratura per l'infanzia, passando per il fumetto, arrivando a quella per gli adulti. In aggiunta, vi posso dire, che la ricerca della rappresentazione grafica, sia per i piccoli che per gli adulti, è veramente minuziosa. E se aguzzate gli occhi nel video potrete sbirciare qualcosina! 

Lavieri Edizioni nei social li trovate qui:

Twitter: @lavieri_libri
Google+: +Lavieri edizioni 
Facebook: Lavieri Editore e Piccole pesti

Buona visione e buone letture,
Simona





lunedì 14 dicembre 2015

Diario di un mese di libri... Novembre 2015

Fonte: Flickr

Libri comprati:
"A Londra", Henry James
 - Lindau Edizioni (Usato)
"Il cardellino", Donna Tartt - Rizzoli Editore 
(Usato)
"Lezioni di respiro", Anne Tyler - Tea Edizioni (Usato)
"Le notti di Rejkyavík", Indriõason Arnaldur, Tea Edizioni (Usato)
"Uccidete Pulcinella", Massimo Torre - E/O Edizioni (Usato)


Libri regalati
"L'atlante degli abiti smessi", Elvira Seminara - 
Einaudi Editore



Libri letti
"Il cielo resta quello", Francesco Leto - Frassinelli Editore
"La melodia di Vienna", Ernst Lothar Müller - E/O Edizioni
"Tutta la luce che non vediamo", Anthony Doerr - Rizzoli Editore
"Nord e sud", Elisabeth Gaskell - Jo March Edizioni
"Quando le chitarre facevano l'amore", Lorenzo Mazzoni - Spartaco Editore (non ultimato)
"I fratelli Karamazov", Dostoevskij - Sansoni Editore (non ultimato)
"A spool of blue thread", Anne Tyler - Ballantine books (non ultimato)


E siamo arrivati alle conclusioni di Novembre che per me è stato un mese buono rispetto a Ottobre. Ho letto meno di quello che avrei potuto, visto che i libri portati a casa, sono stati letti in pratica nel weekend, ma è anche vero che torno dal lavoro così stanca che non sempre alla sera ho la forza di tenere gli occhi aperti più di un'ora. Non ci sono state segnalazioni di rilievo tranne che il Gruppo di lettura del Klamm ha di nuovo scelto un libro proposto da me! Il "Caravanserraglio" di Francis Picabia (Ed. Clichy, acquistato giust'appunto il mese scorso e di cui vi avevo accennato nel precedente Diario) che sto leggendo proprio in queste ore. Per chi fosse nei dintorni e fosse interessato il Book Club del Klamm si riunirà nuovamente il 20 Dicembre alle 19:00. Quindi se siete curiosi di vedere come si svolge la nostra serata, siete bene accetti, se poi avete letto il libro, ci fa sempre piacere accogliere un'opinione in più (anche se non l'avete letto eh)! Chiaramente ai partecipanti è chiesto di portare eventuali titoli da proporre per Gennaio e io mi sto già arrovellando - sono un tantino competitiva :D - ma alla fine avrò quella lista e sarò preparata a presentarla!

Detto ciò, sono stata brava con gli acquisti e mi sono limitata con il numero dei libri, ma ho recuperato con il numero delle pagine! Donna Tartt con "Il cardellino" ha il suo impatto sul numero non indifferente, mi ci vorrà una carriola per portarla in giro! Dopotutto parliamo del Pulitzer del 2014 quindi sarà il caso che lo legga prima o poi no? Che poi non è che io sia così affezionata ai premiati, è l'opportunità di leggerli con altri che fa la differenza. Ecco, nel caso ve lo steste domandando, no, non è un libro da book club. Non lo è per due motivi principali: il primo è che ognuno legge con il suo ritmo e magari ci potrebbe mettere più di un mese e poi perchè la Tartt-ona ha scritto un libro sul quale ci sono parecchi pareri discordanti. O lo ami o lo odi, che sia per la dimensione o lo stile di scrittura o anche per la storia non importa, se lo odi per tutto il libro la lettura non è più una sfida bensì un incubo. Nel mio caso i pareri discordanti provengono da persone che hanno gusti letterari completamente diversi dai miei, quindi sono fiduciosa e se riesco lo leggerò con qualcuno, altrimenti mi limiterò a rompere le scatole a chi mi segue evidenziando passi qui e lì! Giusto per dirvi qualcosa sulla trama, il tomo in questione, affronta la vita del tredicenne Theo Decker che si trova improvvisamente orfano a seguito della morte della madre. Theo deve affrontare varie prove tra cui essere affidato ad una famiglia e quella più importante ovvero gestire il lutto di una figura così importante nella vita di un ragazzino che è alle porte di un periodo difficile come l'adolescenza. Non so dirvi altro, anche perché non mi voglio rovinare la lettura, per cui accontentatevi così!

Tra gli acquisti c'è anche un altro chiacchierone complicato che è Henry James con "A Londra", ecco con lui ho un conto in sospeso dopo "Ritratto di signora" e, nell'attesa di leggere "Le bostoniane", ho deciso di cercare un approccio più veloce da leggere, salvo poi scoprire che, sì, Lindau ha fatto una bellissima edizione ma per chi ha una vista perfetta. L'ho aperto un giorno mentre ero ferma in coda ed è scritto così piccolo che le righe mi si confondono. Per cui ho segnato, "Herny lo leggiamo a casa e basta!". Dunque, leggendo in giro "A Londra" è la dichiarazione di amore di James per questa città che poi è quella in cui ha più vissuto. James infatti era americano, ma come tutti gli intellettuali vissuti fra la metà dell'ottocento e fino alla seconda guerra mondiale, sentiva il bisogno di visitare l'Europa, dove alla fine si fermò, dopo aver visitato l'Italia e la Francia e altri paesi, stabilendosi proprio a Londra. Qui abbe l'opportunità di entrare a contatto non solo con l'aristocrazia ma anche con i grandi intellettuali dell'epoca come Tennyson, Browning, Matthew Arnold, Carlyle, Froude, George Eliot, Herbert Spencer, Huxley e Mill (Henry James un americano a Londra, Il Giornale 2011). James si trovò così bene e fu così ben accettato che nel 1915 quando chiese la cittadinanza britannica ,per protestare contro la decisione americana di non intervenire, la ottenne immediatamente. Che dire, ho letto solo una pagina e ho dovuto lasciarlo appeso per i motivi citati, quando l'avrò letto vi farò sapere!

Ma potevo lasciar andare un altro Pulitzer in offerta? Eh no!Oltretutto questo sembra il mese dei libri che lo hanno vinto visto che ne riparleremo pure nella sezione dei libri letti. Quello della Tyler, "Lezioni di respiro", vince il Pulitzer 1989 dopo esserci andata vicino con un altro libro, "Turista per caso", nel 1986 ma in quel caso non riuscì a vincere. Io ho un altro suo titolo in lettura, per giunta in lingua originale, che si chiama "A spool of blue thread" e se mi è permesso ipotizzare anche "Lezioni di respiro" sarà una bella impresa da leggere. Se non è cambiata Anne è la classica scrittrice del "ti odio a pagina 80 e poi ti amerò quando ti ho finita". Parte in sostanza da una situazione per poi tornare indietro nelle storie delle persone coinvolte nella situazione iniziale. Ne "La spoletta di filo blu" (titolo della traduzione Guanda) sono pagine e pagine che parliamo di questo disgraziatissimo figlio Denny che ne ha combinata una dietro l'altra. In "Lezioni di respiro" infatti, leggendo dalla sinossi del libro, siamo sullo stesso genere: coppia di coniugi che si trova a dover andare al funerale del marito della migliore amica di lei; quel tragitto, seppur breve, si trasforma in altro. Che vi dicevo? Lo leggerò perché... perché... eh il perché ve lo spiego in fondo al post se ci arrivate vivi!

Per "Le notti di Rejkyavík" non ho una motivazione eccezionale se non che è colpa di Sonzogno! Io manco la conoscevo Rejkyavík! E invece con il libro "Rejkyavík cafè" mi è sembrato di conoscere così bene questa città che manco ci ho pensato, l'ho preso e basta! E' un giallo, dopotutto in quella città faranno anche altro oltre a bere caffè ed alcolici no? Qui hanno ammazzato un senzatetto, che ora, a dirla proprio proprio tutta, ragionandoci sopra, con il freddo che c'è hanno anche i senzatetto? Bah, ne riparleremo. E sempre di giallo, ma di altro stampo parliamo di "Uccidete Pulcinella!", di Massimo Torre. Secondo capitolo della quadrilogia di Pulcinella, ambientata a Napoli. Il precedente è "Chi ha paura di Pulcinella?" ed è ambientato al quartiere Sanità e, come vi dicevo nella recensione, è veramente un lavoro completo. Non solo porta avanti una storia intricata, ma nel bel mezzo di un quartiere problematico, Massimo ci infila quelli che sono i grandi temi partenopei e campani che molti si pregiano di padroneggiare e pochi realmente capiscono. Il tutto raccontato in maniera scorrevole e diretta, senza fronzoli - che poi non ci piacciono tanto - e con un assetto del tutto credibile dall'inizio alla fine. La storia ha ritmo e si legge in maniera veloce e piacevole. Qui nel nuovo libro uscito a ottobre siamo sempre a Napoli ma la situazione è cambiata: gli Sparaco sono stati fermati per sempre e però a Napoli le bande di coloro che ambivano al loro contado si devono organizzare. Prima di guerreggiare fra loro per il territorio devono togliere di mezzo colui che, allo stato di fatto, è un pericolo per tutti: Pulcinella. Riuscirà il nostro eroe? Potrei dirvi che ve lo dico nella recensione, ma tanto lo sapete che non lo faccio mai! (aggiungete una risata satanica a vostra scelta, poi non dite che non sono democratica eh!)

Tra i libri regalati, figura "L'atlante degli abiti smessi" regalo di un amico diabolico che mi ha messo una pulce grossa come una casa nell'orecchio. Elvira Seminara è una persona di cui ho sempre sentito parlare ma di cui non ho mai registrato il nome. Voi direte, chi è costei? E' la madre di colei che fu "caso letterario" E/O di qualche anno fa! La madre di Viola di Grado colei che scrisse "Settanta acrilico trenta lana" e poi successivamente scrisse "Cuore cavo" che io però non ho letto. Ora, tra le mie amcizie, tranne Elena Tamborrino che ha letto "Cuore cavo" e, a quanto mi sembra di ricordare, le è piaciuto, io credo di essere una delle poche ad aver letto e finito il primo libro (amicizie, correggetemi se sbaglio eh!). Ora il libro della figlia c'era eccome, tranne per il fatto che, per scrivere di silenzi e di ideogrammi, la giovine ha usato tante, ma tante, ma proprioproprio tante parole. Ma casualità volle che il mio fido amico, che ci aveva provato e credo sia arrivato alla decima pagina, andò a cercare informazioni sull'autrice scoprendo che la madre aveva già pubblicato tre romanzi - in cui il protagonista maschile marito o fidanzato spariva o moriva - e la figlia pure aveva fatto morire il padre all'inizio della narrazione del famoso caso letterario. Su cuore cavo non indaghiamo ma, guarda un po', anche in questo nuovo libro della nostra scrittrice (madre), la protagonista ha il marito morto, e la selezione degli abiti che popolano il suo guardaroba le permette di fare un viaggio nella vita vissuta per poter poi ripartire da se stessa. No, ditemi voi se il signor Di Grado (?) non viva una vita d'inferno...!!!

Ma veniamo ai libri letti, quelli in corso manco a dirlo li finirò almeno quello in italiano, i fratelli dovranno aspettare Gennaio, temo.

"Il cielo resta quello", Francesco Leto. Bello bello, ho visto Francesco in fiera e oltre a scrivere bene, abbraccia pure bene! Detto ciò è stato una vera rivelazione, si può dire che mi ha infinocchiato per bene alla giornata delle sòle, visto che non avevo affatto capito il tono e la delicatezza della storia. Che sia stata la signora con il cane a distrarci o che io fossi già un pochino arrivata di mio, non è dato sapersi, ma questo viaggio a Bagnara Calabra s'ha da fare, datemi retta! Anche perché questo registro retrò che non rinuncia alla scorrevolezza della lingua corrente è un connubio godibilissimo, la storia è veramente appassionante e quindi non potete affatto perderla!

"Tutta la luce che non vediamo", Anthony Doerr. E qui la recensione non c'è, lo so che non c'è, ma la devo condividere prima con Elisa Gelsomino di "Odor di Gelsomino" con la quale e grazie alla quale ho letto questo libro.[Aggiornamento Gennaio 2016: recensione] Stiamo parlando del premio Pulitzer 2015 stra-stra- meritato. Bella storia che si muove su due mondi vicini e lontani. Da una parte una ragazza cieca francese e dall'altra un ragazzino orfano tedesco. Ad unirli è un filo invisibile delle onde radio, vittime di una guerra che non capiscono e che non volevano si trovano ad essere i mezzi per altri che non sempre sono dalla parte del giusto. E poi c'è una pietra che è legata ad una leggenda e portatrice di sfortuna eppure...

"La melodia di Vienna", Ernst Lothar Müller. Questo è il libro scelto per la lettura di Novembre del Book Club del Klamm. Libro che è piaciuto solo a me e a Maria di Cuonzo (TW @mariadicuonzo1) mentre Irene di Librangolo Acuto era più per il libro meh e agli altri, Fabio e Diego, non è proprio piaciuto. A me invece è piaciuto parecchio, lo avevo marchiato come la classica saga che odi a pagina 80 per poi amarla alla fine, ma mi sono dovuta ricredere. Il libro è godibilissimo dall'inizio alla fine. E' una semi-saga perché inizia ad antenati già morti e si conclude quando i figli sono già grandi in un periodo di tempo che va da vent'anni prima del 1900 fino alla seconda guerra mondiale quando Vienna fu invasa. Certo, non ci sono colpi di scena particolari, a me Henriette, protagonista e moglie del figlio più piccolo della famiglia nella cui casa si svolge l'azione, non sta particolarmente simpatica. Stride nel paragone con Selma che sicuramente mi è più affine e, se vi state chiedendo chi è Selma non vi rimane che da leggerlo! Piccolo particolare: c'è un punto in cui Doerr e Lothar Müller si tangono con le loro storie ed è interessante vedere le differenze delle descrizioni anche perché parlano per i due fronti opposti ed è proprio l'invasione di Vienna da parte dei tedeschi, quindi se vi capita di averli entrambi a portata di mano, non vi resta che lasciarvi incuriosire.

"Nord e sud", Elisabeth Gaskell. Qui siamo a metà dell'ottocento, in Inghilterra e prettamente a Miltin, città industriale del nord dell'Inghilterra. Ora, io e la Gaskell non siamo andate molto d'accordo, io speravo in "più fatti e meno pizzi" e lei continuava a far stare in silenzio la protagonista o a farla parlare a sproposito. Risultato che il romanzo d'amore c'è, ricorda "Ritratto di signora" Henry James (vedi che ritornano?) e l'eroina di questa storia, come avvenne per l'altra, mi è piaciuta fino ad un certo punto. Sarà che sono stata abituata bene dalla Austen e dalle sorelle Brönte, ma questo libro mi ha lasciato l'amaro in bocca. Si sarebbero potuti approfondire milioni di argomenti, non ultimo quello che occupa la parte centrale del romanzo sulla lotta di classe in una società industrializzata e invece risulta un'infilata di concetti, mai digeriti, e piazzati poco ad arte. Risultato i padroni parlano di una cosa, i lavoratori di un'altra. E, ad aggiungere benzina sul fuoco, manco la serie tv m'è piaciuta visto che risulta più scoordinata del lavoro principale. Quindi sì storia d'amore, sì intrattenimento leggero ma nulla più.

Detto ciò, miei prodi, se siete arrivati sin qui, meritate di sapere di cosa parlavo più su. Ecco, ufficialmente getto il guanto di sfida in direzione di Irene di Librangolo Acuto e di Daniela di Appunti di una lettrice, l'avevo gettato pure in direzione di Pino Sabatelli de "I fiori del peggio" ma non siamo sicure che partecipi, per una sfida che ci terrà impegnati per tutto il 2016. Aggiornamento! Anche Barbara di Libri In valigia ha raccolto la sfida! Ho un sacco di guanti da gettare. La vita di un blogger è bella all'apparenza da fuori: libri, letture, gatti, recensioni, eventi, altri libri, gruppi di lettura etc etc etc. Ma un lato oscuro in tutto questo c'è: siamo accumulatori seriali di libri. Se esci con una blogger che parla di libri, difficilmente ti sfuggirà il suo sguardo attento sui libri in vetrina in libreria, non si fermerà a saltellare perché ha trovato dei guanti alla Holly Golightly ma va in brodo di giuggiole se c'è uno sconto in libreria. E se vi dice, facciamo un salto? Dai ci metto cinque minuti... datemi retta, portatevi una sedia, perché i cinque minuti in libreria di una lettrice o di un lettore, non sono quelli che vivono gli altri esseri umani! Quindi visto che siamo sommerse dai libri ci sfideremo a chi percentualmente legge più libri, diciamo vecchi o meglio che sono già in casa. la percentuale sarà calcolata sul totale dei libri letti nel 2016 e svelerà chi vince. Chi perde regalerà un libro al vincitore che per l'anno successivo, si ritroverà con un handicap di libri in più. Seguiranno regole dettagliate in merito più in là.

Se anche voi volete partecipare non avete che da dirlo.
Felici della relativa sintesi di questo mese? Aspettate Dicembre! (Altra risata diabolica!)
Frattanto vi saluto e vi rimando, con questa rubrica, all'anno prossimo augurandovi buone letture,
Simona Scravaglieri



domenica 13 dicembre 2015

L'ha detto... John Cheever

Fonte: Taccuini storici

L'arte è il trionfo sul caos. 

John Cheever

venerdì 11 dicembre 2015

Più libri più liberi 4-8 Dicembre 2015 - Appuntamento davanti ad un libro...

Fonte: Donna Moderna
Diciamocelo, nel post fiera, io mi riduco sempre più o meno così! In parte perché guardando gli stand mi rendo conto di quanti libri ho ancora da finire di leggere in casa e in parte perché io davvero mi comprerei tutto. Invece quest'anno, che avevo promesso a me stessa di fare la brava in vista di un qualcosa che succederà l'anno prossimo e di cui vi parlerò nel prossimo mensile, mi trovo comunque a farvi una sfilza di elenco tra libri comprati e quelli che ho ricevuto in regalo! Le mie amiche mi vogliono troppo bene e sono sempre preoccupate che io rimanga senza libri da leggere! E la cosa più sorprendente è che riescono sempre a trovare i titoli giusti che mi mancano.

La cosa più bella di quest'anno è che la fiera si è svolta dal 4 al 8 dicembre e che in 5 giorni tre erano non lavorativi  e quindi, probabilmente per questo motivo, in fiera ci sono state visibilmente meno persone concentrate in pochi giorni ma l'afflusso è stato costante.
Tra le brutte notizie c'è invece che Fazi è diventato in pratica un grande editore, e quindi in fiera non c'era - sob!-, e che DuePunti Edizioni, purtroppo, ha chiuso i battenti quest'estate e, il vuoto che ha lasciato, si è fatto sentire parecchio. 

Quindi, saltati due acquisti che volevo fare, pensavo di riuscire a cavarmela con poco e invece mi sono riempita di libri lo stesso! Quindi, bando alle ciance, cominciamo con l'elenco. Di stand ne ho visti veramente tanti, e ho deciso di applicare la stessa politica dello scorso anno, ovvero di mettere l'elenco dei libri acquisiti (fra regali e acquisti) in ordine alfabetico per nome della casa editrice e non per importanza o altro.

66thand2nd

La fine, Salvatore Scibona. (Libro regalato) Miryam (@crisidiconscienza) credo che voglia la mia salvezza, un po' come il mio amico di Milano Massimo. Entrambi mi dicono spesso che do il meglio di me stessa con i libri seri. Insomma sono la classica che "potrebbe ma non si impegna". Quindi Miryam ha deciso di regalarmi tutti libri seri e questo lo ha scelto personalmente dopo aver scoperto che io - me ignorantissima me - non ho mai letto nulla di Scibona. È un romanzo contemporaneo e, riguardandolo a casa con più tranquillità, una cosa che ha attirato la mia attenzione è questa frase in seconda di copertina "Se riuscissi a comprendere un solo attimo riuscirei a comprendere ogni attimo".  Fa libro-profondo-con-tanto-di-introspezione? Sicuramente! E' anche un tomo e sicuramente lo leggerò, dopotutto se Miryam dice che vale la pena allora tocca leggerlo.

Bompiani Editore 

I segreti di Heap House - Edward Carey(libro regalato) Me lo ha regalato Daniela di Appunti di una lettrice.
Adovo, adovo, adovo!! E' l'inizio di una saga contemporanea, del tipo che viaggia fra realtà e fantasia. E' ambientato a Londra in una casa isolata nel mare dove, ogni appartenente alla famiglia tenutaria dell'edificio è legato naturalmente ad un oggetto mentre, il protagonista, ha anche un dono in più, ovvero quello di sentire i sussurri di tutti gli oggetti. È uno di quei libri inglesi che vanno letti con il silenzio di un fine settimana piovoso, con il fuoco nel camino, la vicina urlatrice in vacanza nell'anfratto più lontano della siberia e un bel tè. Fatta eccezione per la vicina, credo di potermi attrezzare per tutto il resto molto presto!

Edizioni E/O

I figli sono pezzi di cuore, Giorgia Lepore (libro regalato). Questo me lo ha regalato Miryam (@crisidiconscienza) che era convinta, probabilmente, di trovare a casa mia quello che sarebbe potuto mancare alle mie letture e, invece, si è trovata surclassata dalle mie "pile" di libri - tutti diversi nel genere, autore e grandezza - che popolano le mie librerie. Quindi ad un certo punto ha scelto lei a tradimento... Mentre sbirciavo il nuovo libro di Perrotta, nuovo si fa per dire è del 2011 ma tradotto e pubblicato quest'anno in italiano, mi ha chiesto se avevo letto mai la Lepore (che poi ne avessi letto uno solo dei libri che ha letto Miryam! Mi sembra di non aver mai letto nulla quando parlo con lei!). Indovinate un po'? Ora ce l'ho! la devo solo leggere! 
Aggiungo, giusto per farvi capire la situazione che, la fatina della lettura - carissima amica-sorella di Milano - per avere mie foto, sapendo quanto io non ami stare davanti all'obiettivo, suggeriva qualche tempo fa di darmi un libro in mano così da distrarmi per la foto!

The leftovers. Svaniti nel nulla, Tom Perrotta. Ora "il Perrotta", a casa mia, è come Harris, non importa cosa abbiano scritto ma si comprano sempre. È stato definito il Nick Hornby americano, con tanto di placet dell'originale inglese che - mi sembra - nel 2005 diceva di essere orgoglioso, dopo aver letto i suoi libri, di avere un cotale paritetico in America e di essere paragonato a lui (Shakespeare scriveva per soldi, Guanda editore). Perrotta ha scritto per anni, sia come romanziere che come sceneggiatore ma diviene famoso nel primo decennio degli anni 2000 per una, oramai celebre, triade di libri di cui due tradotti in Italiano da E/O e uno da BUR che sono rispettivamente: "L'insegnante di astinenza sessuale" "Intrigo scolastico" e  "Bravi Bambini".
 Teoricamente, guardando alla storia di "The Leftovers" superficialmente, il nostro autore si stacca dai temi che fanno tanto anni '60-'80 del 1900, per affrontare un panorama pre-apocalittico: ci sono state delle improvvise sparizioni e qualcuno dice che sono stati rapimenti, come contemplato dalle scritture sacre. I rapimenti, secondo gli scritti religiosi vengono prima della definitiva fine del mondo e visto che nessuno sa cosa sia esattamente successo, all'intera umanità rimane solo una cosa da fare, cercare di ricreare una sorta di normalità che aiuti tutti a ricominciare a vivere nonostante i fatti che li hanno toccati sconvolgendo la vita di ognuno.
Se invece uno guarda attraverso le sfumature, Perrotta è sempre se stesso, disincantato e sempre curioso segue una rotta che va a sostenere la trama principale della storia non tralasciando uno sguardo approfondito sulla reazione della gente, come ieri lo faceva per quella folla di genitori troppo impegnati religiosamente per fa sì che a scuola i figli facessero una "diversa" educazione sessuale (L'insegnante di astinenza sessuale) o arrabbiati perché due esclusi dal gruppo figo delle mamme, riuscissero comunque ad avere una vita normale escludendo il quartiere che li circondava e che li aveva per primo esclusi (Bravi bambini). 
Sono a metà libro, vi farò sapere abbastanza presto che ne penso ma ho la vaga impressione che si sia già capito! 
Exòrma Edizioni

In cammino con Stevenson. Viaggio nelle Cévennes, Tino Franza. Il titolo è rappresentativo del lavoro fatto da Tino Franza che coglie l'occasione per ripercorrere le tappe di un famoso viaggio per conoscere più a fondo le motivazioni che spinsero Stevenson ad intraprenderlo e le storie che lo riguardano. Un viaggio lento e introspettivo, come succede spesso che lo siano i viaggi a piedi e, probabilmente, si fanno ancora oggi per questo. E' sicuramente il misto di fatica e di perseguimento dell'obiettivo, legati a doppio nodo con il silenzio e la contemplazione dei luoghi che ci permette di esplorare il nostro silenzio e cominciare a capire meglio qualcosa di più di noi stessi. Un libro interessante anche un po' fuori dal comune e visto che, in questo blog, libri di viaggio non ce ne sono devo colmare la lacuna e, questo, mi sembra un buon punto di partenza! 

Hacca Edizioni

Comunism. Gli ultimi eretici dell'Impero. Valise Ernu.  E' una raccolta di una corrispondenza. Non saprei dirvi che cosa ho comprato, perché per me è un saggio che si svolge fra una serie di lettere. Poi ad un certo punto ho scorto "Salamov", e non ho potuto resistere. Quindi credo che presto sapremo che si nasconde dietro questa copertina... lettore avvisato, mezzo salvato! 

Intermezzi

Caterina fu gettata - Carlo Sperduti. Cronaca di uno sperduto personaggio di Sperduti che è talmente sperduto da perdere la fidanzata perché in un impeto, oramai perduto, di pulizia nella furia del momento getta nella spazzatura anche la sua anima gemella. Se fosse Jerome K. Jerome a scrivere queste righe, a questo punto direbbe "ci sono troppi sperduti in questo resoconto". Ma gli sperduti con o  senza la "s" maiuscola, non bastano mai! 
Si dice in corridoi sperduti, che questo libro stia per divenire un cult... almeno per gli estimatori dell'autore... Non posso dirvi altro, altrimenti vi dovrei poi uccidere!

Las Vegas Edizioni

Scoperta recente e casa editrice adottata quest'anno con due titoli:

La penultima città di Piero Calò. È un romanzo distopico e fantastico in cui una serie di personaggi cercano di sopravvivere in un mondo al limite. Io a "distopico" lo avevo già acquistato. Sono di certo compulsiva e malata!

Attraversami. Christian Mascheroni. Anche questo è un distopico un po' meno fantastico dove in un futuro relativamente vicino, il regime che si è instaurato vieta di innamorarsi. Pure qui, è bastato un "distopico" et voilà libro impacchettato e comprato!

L'unica cosa che mi è rimasta appesa è che non ho avuto l'intelligenza di comprare è anche questo un loro titolo in catalogo, che tanto mi era piaciuto, e che si chiama "I romagnoli ammazzano il Mercoledì". Lo volevo prendere e invece mi sono completamente distratta - vedi che danni può fare un "distopico" lanciato qui e lì! -. Quindi mi toccherà recuperarlo perché un titolo che fa l'occhiolino a Scerbanenco capita raramente al giorno d'oggi ed è meglio non lasciarselo sfuggire!

Lavieri Edizioni

I collezionisti, Biagio Biagini e Anna laura Cantone -  La quarta di copertina dice tutto:
"In questo luogo stralunato pieno di tappi e di lattine, di conchiglie e figurine, ci sono tipi di ogni tipo, seriosi, matti, precisi o distratti.
Ne conoscevo due, piuttosto strani, che invece di passare il tempo sui loro divani andavano in giro per ogni dove e raccogliere cose nuove. Poi, ogni mercoledì, si incontravano per una competizione e gareggiavano come piloti sulla pista. solo che questa è la gara del collezionista". I disegni sono un vero spettacolo, poi vi farò  vedere! Delizioso è dire poco!

NN Editore

Le prime quindici vite di Harry August - Claire North. Questo libro mi è capitato grazie alla scelta felice di Miryam (@crisidiconscienza). Era infatti un libro al buio (incartato e quindi quello che ti capitava ti capitava!) e mi ha detto più che bene. Inizia in una stanza di ospedale dove un uomo sa che sta per morire e riceve un messaggio da una bambina. Avrebbe dovuto morire, ma adesso il messaggio lo deve passare a sua volta, quindi questa è una delle sue tante morti. Ho letto solo due capitoli, altrimenti non mi sarei fermata e quindi, quando riprenderò a leggerlo, vi dirò che penso di questo stranissimo libro... 

Panorama - Tommaso Pincio. Ecco questo è un libro che non avrei voluto comprare, e che invece poi l'autore stesso con la sua presentazione, che poi vi posterò - pazientate! -, mi ha convinto a prendere. È una storia alquanto bislacca - e siccome io non sono da meno... - in cui Ottavio Tondi, lettore di professione e che decreta il successo di molti autori approvando i loro libri, improvvisamente sente il bisogno di scrivere. Ma non scrive tanto per farlo, bensì scrive ad una donna con la quale per quattro anni avrà una fitta corrispondenza via social. Non ho capito e forse non ho voluto capire molto altro anche perché l'effetto Pincio è irresistibile, ha sempre la faccia di uno che passa di lì per caso e non capisce perché c'è gente che passa il tempo a srotolare chilometri di declinazioni su quello che ha scritto. Forse, anzi probabilmente, è questo che mi ha convinto a comprarlo! 

Polillo Editore

"Il treno per la campagna" e "Morte di un marito" di Kerry Greenwood. Questo è un regalo che farò a mia madre. Si tratta della serie di tre libri che ha dato vita alla serie di "Miss Fisher" che, sia io che lei adoriamo e oltretutto, come dicevo a Polillo in persona (notare, in 5 anni è la prima volta che gli rivolgo la parola!), non conoscevo neanche questa collana. Mi ha spiegato che è una vecchia collana che hanno ritirato fuori per la fiera e che fino alla messa in onda di Miss Fisher non aveva avuto tutto questo successo. Questi sono il numero due e il tre, per il primo pare che sia necessario cercare fra gli usati e gli scambi. La qualità Polillo, anche qui, è veramente eccezionale. Non so se il loro libri mi piacciano di più per le selezioni dei gialli e dei romanzi che vi pubblicano o per la qualità dell'oggetto-fisico-libro. Rimane il fatto che il regalo con un loro libro fa sempre un figurone! 

Scrittura&Scritture

La passeggera - Daniela Frascati. Ma diciamocelo che le nuove copertine di Scrittura&Scritture ci piacciono un sacco! "La passeggera" è un giallo, che ha luogo nel 1914 su un piroscafo sul quale scoppia un'improvvisa epidemia e scompare un passeggero. C'è una donna a bordo che sembra essere dotata di strani poteri e poi ci sono delle piume nere disseminate qui e lì nella sua cabina. Presagi e misteri assicurati. Potevo lasciarlo lì? Giammai! 

Spartaco Edizioni

La melanconia di Clara - Anne Raeff. Questo è un vero "atto di coraggio" da parte mia che, ammetto - tanto da qualche tempo lo dico chiaramente - di non riuscire a leggere la sola narrativa dedicata all'olocausto. Il motivo è abbastanza semplice: a quindici anni mi capitò tra le mani un libro che si chiamava "La casa delle bambole" di KA TZETNIK 135633 e per me fu un dolore così grande leggerlo che non mi ricordo nemmeno se sono riuscita a finirlo ma, al solo pensiero del contenuto, mi si accappona ancora la pelle. Da allora mi sono sempre rifugiata nella più "sicura" saggistica, e ce n'è tanta, rifuggendo da libri o film nonché documentari relativi a questo periodo.
Mi ha colpito una parte della quarta di copertina che dice "[...]Grazie all'espediente scelto da Anne Raeff, ovvero quello di non dare a Clara alcuna voce, la prospettiva soggettiva della donna rimane celata, consentendo all'autrice di analizzare i motivi per cui alcune persone vengono rafforzate dalle avversità[...]". Non so quando avrò mai la serenità di dedicarmici, ma è uno scoglio che forse dovrei superare.


Zona editore

Eddai che passavo davanti allo stand di questo editore e non capivo perché lo conoscevo. Pensa che ci ripensa alla fine l'ho capito quando sono andata a prendere il libro di Francesca Fiorletta. L'editore lo conosco perché ho recensito uno dei suoi libri quello di Donato Cutolo che era lì in bella vista e che io, rincrenita dalla stanchezza o proprio perché un po' lo sono, non avevo minimamente riconosciuto!

More Uxorio, Francesca Fiorletta. Beh, Francesca la conosco da un po', bene da molto di meno e, il mio "bene", significa che ancora ricordo una bellissima presentazione fatta a Roma da lei, Gaja Cenciarelli e Paolo Zardi del libro di quest'ultimo "XXI Secolo". A quanto ho capito dalla seconda di copertina, questo libro si sviluppa in un dialogo fra due donne di cui una, la protagonista Nadja, è prossima alle nozze. È un punto di svolta e un momento di bilancio di paure e certezze. Mi rimane solo da leggerlo per dirvi se mi sbaglio o no.

Amori novecenteschi. Saggi su Cardarelli, Sbarbaro, Pavese, Bertolucci di Francesco Ricci. (libro regalato) Me lo ha portato in dono Paolachequandoapriràunblognoisaremocontenti è una raccolta di saggi su dei poeti tra cui il Cardarelli di cui abbiamo letto tra maggio e Giugno "Villa Tarantola", che vinse il premio Strega nel 1948. E questo saggio mi incuriosisce parecchio, ne riparleremo!

Beh, rispetto forse allo scorso anno mi sono trattenuta un po', però riconosco che avrò il mio bel da fare per smaltire tutto ciò e quello che ancora attende da parecchio di essere ultimato. Chiaramente uno dei riti che ho da qualche anno a questa parte l'ho comunque portato avanti, trascinando gli amici blogger intervenuti per l'occasione qui e lì fra uno stand e l'altro a conoscere gli editori che in 5 anni di frequentazioni di questo evento oramai sono diventanti anche amici. Ma visto che mi sembrava giusto condividere con voi questo "tour" ho fatto qualcosa in più. L'ultimo giorno, con la paziente Irene di Librangolo Acuto, abbiamo rifatto il giro, Ipad alla mano, e abbiamo filmato e fotografato tutti gli editori che non sono rimasti pietrificati alla parola "facciamo una video-intervista di un minuto e mezzo".
Gli unici che mi sono sfuggiti per eccesso di visitatori sono MinimumFax, E/O e Sur. Non ci andava di sgomitare, eravamo talmente stanche che avremmo perso nella lotta! E ci sono altri due eventi registrati che vi posterò nei giorni in cui solitamente non escono articoli, in modo che possiate sbirciare. A tutti è stato chiesto di presentarsi e di consigliare uno o due libri che potessero aiutare i lettori a entrare nel loro mondo.

La più grande soddisfazione è stata quella di creare nuove connessioni fra autori e blogger. Gente che non si conosce o non si frequenta, per questioni di interessi diversi che ad un certo punto si "trova d'accordo" e una sintonia da affinità elettiva. Ecco, è successo anche questo. Ed è la parte più bella, quando ti ritrovi a fumare una sigaretta con uno dei componenti di "Spartaco edizioni" e ti consigli i libri di altri editori da comprare, o quando Sergio Nazzaro si ritrova a concordare, sull'indirizzo che dovrebbe avere una forma di lettura consapevole e più "formativa" come esperienza, con Pino Sabatelli. Ecco, sarà che sono strana, ma io in questi momenti sono felice, lo sono anche quando Miryam mi cazzia perché non ho letto questo o quell'autore, o Luca Pantarotto si perplime su mio modo di rapportarmi al mondo social o quando con Irene (Librangolo Acuto) e Daniela (Appunti di una lettrice) ci guardiamo smarrite chiedendoci se mai usciremo dalla calca che si creava in qualche corridoio. Sono contenta di correre dietro a Silvia che salta da uno stand all'altro e di rifugiarmi negli abbracci affettuosi di Marcello Lavieri o di Paolo Baron di 80144 - giusto per dire che in fondo in fondo non sono cattiva!-. Ecco questi sono i veri valori aggiunti della fiera. Come lo sono stati, parlare delle tendenze, di Satellite Libri e anche di etica. Non c'erano eventi in tema, ma si sviluppano fra i corridoi e negli stand, quando ti fermi a parlare perché finalmente hanno un minuto di pace.

Sicuramente in fiera mi sono divertita e aggiornata sulle ultime uscite, sulle collane e gli editori. Ne ho conosciuti di vecchi e nuovi e incontrare tutti i bloggers con i quali di solito chiacchiero è stato un bonus in più.
Da domani, ovvero oggi, si ritorna alle vecchie care abitudini: tè, caffè, verdure, frutta e carne e tanti libri, pisolini pomeridiani nel we e le care e vecchie recensioni del venerdì, nell'attesa della prossima fiera del libro, chissà dove e chissà quando! 
Ma una cosa ve la posso dire, abbiamo lavorato anche per #nonsonosòle... occhio che Maggio e Giugno sono dietro l'angolo eh!!!
Buona giornata e buone letture,
Simona Scravaglieri



Palazzo dei Congressi a Roma
Fonte: LettureSconclusionate

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