lunedì 27 giugno 2011

[Da non perdere in rete] Le feci di Dio di Ciro Corona

Immagine presa da qui


Di questo blog ne ho parlato in occasione dell'uscita del libro che raggruppava i contributi dei, all'epoca 23, "aspiranti strozzati" che si chiama "Strozzateci tutti" di cui la recensione è qui
Anche di Ciro Corona vi avevo accennato con la recensione di "Scampia Trip" che trovate quiSolo, che allora, non sapevo chi fosse Ciro Corona, anzi lo sapevo dal libro, ma non lo conoscevo. Oggi invece mi trovo nella difficoltà, dovuta alla voglia di farvelo conoscere davvero, per quello che è e nell'impossibilità di portarvelo casa per casa!
All'epoca mi chiese contatto su FB tramite il profilo di (R)esistenza, che oggi è una pagina fan in start-up (Resistenza su Fb) ma piena di contributi interessanti e, benché scrivere non sia il suo lavoro, Marcello Ravveduto gli ha dato voglia e spazio per rimettersi alla prova con la penna e il foglio di carta. Quel che ne viene fuori è un racconto molto diretto, privo di fronzoli e senza l'utilizzo di quella terminologia "amica" che ci rende meno cruente certe immagini e questo comincia dal titolo "Le feci di Dio".

In questo anno e mezzo a contatto quasi stretto con la cultura napoletana ho imparato una cosa che vi invito a tener presente prima di leggere questo pezzo: "le storie sono come le parabole della tradizione cristiana, inventate non per incolpare ma per suggerire modelli di comportamento". E' una natura connaturata del "campano pensare". Ed è una cosa talmente tanto naturale per loro, quanto per noi strano vedere le loro facce stupite nel caso dicessimo che non per tutti è così. E' in questo senso che vanno letti i racconti di Scampia trip, di questo racconto e dei mille altri che, se vi capiterà di passare per la Campania, vi verranno raccontati. A questa legge si aggiunge un postulato: "Anche dalla vita più negletta si possono imparare importanti lezioni di vita". Ed è questo che fa si, che ogni vita dal quella più povera a quella del camorrista più sanguinario, diventi una storia e un possibile modello di comportamento da cui trarre insegnamento per fare della propria vita un'altra Storia. 

Detto questo, mi preme dire un paio di paroline sull'autore in questione.  Ciro è un amabile ragazzo di 32 anni che vive, lavora a Scampia e la ama sopra ogni altra cosa. Scampia viene seconda solo ad un altro dei suoi grandissimi amori che sono i bambini. Tutti. Indistintamente, alti, bassi, piccoli, rom, neri napoletani o no non ha importanza. Se per il comune concepire sei catalogabile nelle sezioni "bambino/a","ragazzino/a" pupo o altro è certo che Ciro mollerà quel che sta facendo per darti attenzione. In particolare i bimbi di cui si occupa con (R)esistenza, di cui è il presidente, insieme con gli altri operatori sono i minori reputati come "a rischio", perché appartenenti a famiglie povere o con contatti con la la camorra, i cui genitori per motivi di lavoro o perché sono incarcerati, che  non possono  essere seguiti con l'attenzione che richiederebbero solitamente nel periodo della crescita. Così li vanno a prendere alla mattina, buttandoli giù dal letto, vestendoli e a volte anche ricorrendoli quando scappano perché non ne vogliono sapere di studiare, li accompagnano a scuola e li riprendono e si occupano dei loro compiti e dei loro giochi.

E quindi quando leggete questo racconto e lo guardate nella foto formato francobollo che è li, tenete conto che questo che vi ho appena descritto è colui che ha scritto "Le feci di Dio".

Le feci di Dio di Ciro Corona per Strozzateci Tutti

Dovrei fermarmi qui, ma visto che stiamo parlando di Ciro e di (R)esistenza c'e' un'altra cosa che mi preme farvi sapere e chiedere a chi passa di qua, di condividere questo che è un appello, proprio del protagonista di questo mio post. Sono anni, che questa associazione chiede una sede al comune di Napoli e non è che non ve ne sono in quel quartiere, ma rimangono "beni confiscati chiusi a marcire (se rimanete su "Strozzateci tutti" e siete curiosi, cercate i pezzi di Pietro Nardiello che di beni confiscati ne ha parlato spesso anche in altri luoghi).
(R)esistenza e il suo presidente fanno un appello perché venga pubblicato dai giornali questo appello:



LETTERA APERTA A GIORNALI, GIORNALISTI E TV

Egregio/a giornalista
Le scrivo in quanto presidente di una organizzazione di volontariato di Scampia/Napoli, l’associazione (R)ESISTENZA – associazione di lotta alla illegalità e alla cultura camorristica – da anni impegnata nel recupero dei minori “a rischio” del quartiere. Nel 2008 dopo aver avviato un percorso di reintegro, recupero e sostegno scolastico per i minori e dopo aver miracolosamente riportato a scuola decine di ragazzi, strappandoli dai letti, vestendoli e trascinandoli a scuola, ha dovuto abbandonare le attività perché costretta ad arrangiarsi in uno scantinato al buio, umido, basso e stretto. Da quell’anno sono cominciate richieste e sollecitazioni al Comune per una sede. Constatata l’indifferenza delle istituzioni a delle richieste così generiche ci siamo messi alla ricerca di strutture idonee fino ad individuarne una ben precisa, un ex istituto professionale da anni in disuso e abbandonato a se stesso, all’incuria, al degrado e ai tossicodipendenti che li si sono acquartierati. Lo stabile infatti è adiacente al Lotto P, le famigerate “Case dei Puffi” nel cuore del rione 167 di Scampia. La struttura, per l’ubicazione che ha, nascosta da una chiesa, non visibile dalla strada e in prossimità di una “piazza di droga”, è diventata non solo il quartier generale dei tossicodipendenti ma sede improvvisata per lavori momentanei da parte dei camorristi di turno. Da un anno le nostre richieste, all’intera giunta comunale e agli assessori competenti, per un comodato d’uso con l’onere a nostro carico della ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile sono stati letteralmente ignorati, nemmeno risposte negative, il silenzio assoluto. Eppure abbiamo presentato nella richiesta il progetto di trasformazione dello stabile in
. Una casa famiglia per il recupero dei “minori a rischio”, convenzionata con il Tribunale per i minorenni di Napoli e non solo
. Un centro di formazione professionale di mestieri artigianali sia per i ragazzi della casa famiglia che del quartiere;
. Una “scuola di legalità” e di un polo delle associazioni.
Insomma progetti utili, sostenibili e “nobili”. L’intero progetto è piaciuto ad alcune associazioni, gruppi di persone e realtà non Campane tanto che da Milano ci sono arrivate 5 chitarre elettriche, 2 pianole professionali, amplificatori, 7 postazioni informatiche complete, altre 2 postazioni informatiche da Palermo e ancora da Milano la disponibilità a contribuire economicamente con una somma fino a 10 mila euro per l’acquisto di una sede per l’associazione!
All’iniziativa aderiscono moralmente personalità del mondo dell’antimafia, dell’anticamorra e della lotta alla illegalità come ad esempio
- Pino Masciari: testimone di giustizia da 16 anni sotto scorta;
- IMD: acronimo del poliziotto della squadra speciale “Catturandi” di Palermo;
- Don Aniello Manganiello: prete “anticamorra” di Scampia;
- ‘A67: gruppo musicale anticamorra di Scampia;
Due laboratori quindi, quello di informatica e musicale, bloccati da un irresponsabile silenzio da parte del istituzioni. Eppure si dice che a Scampia mancano le opportunità, mancano le alternative… forse quel che manca è solo una classe dirigente responsabile e una “stampa” attenta a certe storie.

Le chiedo di dar voce alla nostra denuncia con qualunque mezzo a sua disposizione
per info www.associazioneresistenza.com email: assoresistenza@libero.it
Ciro Corona per (R)ESISTENZA








Buona lettura,
Simona



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